Il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto la proposta di legge di iniziativa popolare presentata dal Partito Democratico per ripensare la sanità lombarda. I dem avevano raccolto oltre 100mila firme di cittadini lombardi per portare in aula il documento che puntava a modificare il testo unico delle leggi regionali in materia di sanità, la legge 33 del 2009.
Questa mattina, prima dell’avvio della seduta, i consiglieri del gruppo di opposizione, insieme alla segretaria regionale Silvia Roggiani, avevano manifestato davanti al Pirellone (foto sotto).
Come avvenuto in commissione, la maggioranza ha approvato il non passaggio all’esame degli articoli del testo (con 39 voti a 23), sostenendo che – di fatto – la proposta non contiene modifiche sostanziali rispetto a quanto già previsto. «Documento descrittivo dell’esistente, a eccezione dell’equivalenza tra pubblico e privato, un aspetto qualificante del sistema lombardo», ha affermato l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera di Forza Italia. Con questo voto, la pdl è stata quindi respinta.
La proposta di legge
La proposta di legge del Pd, sostenuta dalle firme di oltre 100mila lombardi, verte su quattro punti: universalità del servizio, centralità della prevenzione, priorità dei servizi territoriali e governo pubblico degli erogatori.
Da tempo i dem denunciano la crescita delle liste d’attesa e la mancanza di un Cup unico. «Vuoi farti curare? Paga! Basta con il ricatto della destra», si legge sullo striscione portato dai consiglieri al presidio davanti a Palazzo Pirelli.
“È già tutto previsto”
Presentando la proposta di deliberazione di non passaggio all’esame degli articoli, Gallera ha sostenuto che il “principio di universalità” è già contenuto nell’attuale sistema normativo: «L’unico punto in cui la pdl si discosta da quanto già contenuto nella legge del 2009 in vigore – ha detto – è la soppressione dell’equivalenza tra strutture pubbliche e private, che rappresenta da sempre un aspetto qualificante del sistema lombardo». Per il resto, si tratta di un testo «descrittivo dell’esistente», come evidenziato anche da Patrizia Baffi (Fratelli d’Italia), presidente della commissione Sanità. Insomma, è già tutto previsto, parafrasando Cocciante.
L’appello delle minoranze
La legge non è stata dunque esaminata in ogni articolo. Il dibattito però c’è stato ed è durato ore. «Non va tutto male, ma la sanità lombarda è più debole di cinque-dieci anni fa», ha osservato nel corso della discussione Carlo Borghetti (Pd). «Se per ottenere una visita in tempi giusti devo pagare, non sto garantendo l’universalità – ha aggiunto la collega di partito Maria Rozza –. E non è vero che pubblico e privato sono equivalenti da sempre, lo sono dalla legge Moratti-Fontana».
«Questa è una proposta per riorganizzare il sistema affinché non vinca logica del profitto del privato ma il diritto dei cittadini a essere curati», ha detto il capogruppo dem Pierfrancesco Majorino, battibeccando con i colleghi di maggioranza.
«Abbiamo il dovere di approfondire articolo per articolo quello che ci viene chiesto dall’esterno di quest’aula», ha sostenuto il capogruppo del Movimento 5 Stelle Nicola Di Marco, ricordando che il governatore Attilio Fontana aveva invocato un tavolo tecnico con tutte le Regioni per rivedere la legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale.
Anche Onorio Rosati (Alleanza Verdi Sinistra) e Luca Paladini (Patto Civico) si sono schierati per esaminare nel dettaglio la pdl: non farlo sarebbe un «segnale bruttissimo della politica», ha sostenuto il secondo, domandandosi come possa «non essere centrale il fatto che sette lombardi su cento rinunciano a curarsi».
Maggioranza al contrattacco
Il capogruppo di Fratelli d’Italia Christian Garavaglia ha espresso «rispetto per chi ha sottoscritto documento». «Ma – ha aggiunto – i contenuti di questa legge ricalcano quelli dell’attuale normativa sanitaria, non aggiungono niente all’impalcatura delle norme vigenti, non danno un valore ulteriore rispetto a quanto già ben detto». Non c’è niente di nuovo, per Garavaglia, se non una diversa visione su «sussidiarietà e complementarietà tra pubblico e privato, con governance pubblica», che ha permesso di ottenere risultati importanti.
Dello stesso avviso il capogruppo della Lega Alessandro Corbetta: «Abbiamo già definito questo testo “fuffa”. Ho rispetto per i cittadini che hanno firmato, ne ho poco per chi i cittadini li prende in giro. Se da domani cancellassimo tutta la sanità privata, il pubblico non avrebbe la forza di resistere, in Lombardia come in altre regioni. Gli attacchi della sinistra fanno finta di non vedere che il problema della sanità è nazionale e ha radice in scelte politiche fatte soprattutto dai governi nazionali guidati tra il 2012 e il 2018 da Monti, Letta, Renzi, Gentiloni».
«Quella paginetta scarna molto teorica pensavo fosse un volantino fatto girare tra gli iscritti del Pd, invece è proprio la vostra proposta sanitaria – ha punto il leghista Emanuele Monti –. La sinistra ha mancato l’appuntamento: abbiamo discusso ampiamente di riforma sanitaria nel 2021, ma da parte loro non è arrivato un progetto di legge da discutere. Questa è la realtà, il resto sono solo proclami. E attenzione a dire che il sistema ha fallito per le liste di attesa, che ci sono ovunque: è stata la legge Bindi del 1999 ad aprire al privato, all’attività intramoenia, anziché aumentare gli stipendi dei medici e del personale sanitario. A questo governo, invece, potete dire tutto, ma non che non abbia trovato i soldi per la sanità: su questo fronte battiamo 3 a 1 i governi del Pd». In una nota, aggiungerà che «il progetto della minoranza è inutile e ideologico».
Il commento di Astuti
Intervenendo in aula dopo aver sentito dai colleghi alcune testimonianze delle difficoltà dei cittadini in ambito sanitario, il consigliere varesino Samuele Astuti - coordinatore del Forum sanità del Pd lombardo – ha osservato che «questi esempi dicono che non siamo tutti uguali davanti sanità lombarda. Il sistema sanitario non è più in grado di rispondere alle domande di salute dei lombardi. Il sistema, così com’è, non funziona più».
Nel video le parole di Astuti raccolte davanti a Palazzo Pirelli.