Busto Arsizio - 16 ottobre 2025, 07:55

Controllo di vicinato, la sicurezza parte dal quartiere. A Busto 17 gruppi

A Sant’Edoardo il vice commissario della Polizia locale Alessandro Morelli ha spiegato in che cosa consiste il progetto. Il prossimo appuntamento è quello del 21 ottobre ai Molini Marzoli per i commercianti. Ecco come i cittadini possono fare la differenza

Controllo di vicinato, la sicurezza parte dal quartiere. A Busto 17 gruppi

Il controllo di vicinato è uno strumento di prevenzione a cui partecipano attivamente i cittadini. Perché sono proprio le persone che vivono in un determinato quartiere a conoscere meglio di tutti quel territorio.

A spiegare in che cosa consiste il progetto è stato, mercoledì sera, nella sala parrocchiale di Sant’Edoardo in viale Alfieri, il vicecommissario della Polizia Locale di Busto Arsizio, Alessandro Morelli, in occasione della prima delle due serate informative organizzate dall’assessorato alla sicurezza insieme alla stessa Polizia locale (il 21 ottobre si svolgerà invece l’incontro dedicato ai commercianti).

Il controllo di vicinato ha l’obiettivo di favorire la coesione sociale e di rendere più sicuro il quartiere grazie ad una attività che si svolge nella vita quotidiana e che si sostanzia nell’osservare, nell’ascoltare e nel chiamare, in maniera quanto più tempestiva e precisa possibile, le forze dell’ordine. Segnalare ad esempio una situazione inusuale o un’automobile sconosciuta parcheggiata da tanto tempo nello stesso posto possono fare la differenza.

«Noi conosciamo la città – ha detto Morelli – ma nessuno la conoscerà bene come ciascuno il proprio quartiere».
Tra i punti di forza del progetto ci sono la cooperazione ed anche la consapevolezza di quali sono i “punti deboli” della propria zona, cioè i fattori di rischio ambientale: ad esempio la scarsa illuminazione, la vicinanza ad aree boschive o la presenza di edifici abbandonati.

Il vicecommissario ha illustrato anche che cosa il controllo di vicinato non è: non è una ronda, non comporta alcun rischio, non è prevista alcuna forma di addestramento specifica, non deve tramutarsi in una scusa per spiare il proprio vicino, e non si sostituisce alle Forze dell’ordine.

Importantissima è la rete, sia con la Polizia locale sia con gli altri cittadini. Oltre a mettersi in contatto con la Polizia locale, la rete serve anche a mettere in guardia le persone da un capo all’altro della città. Se ad esempio in un quartiere è avvenuta una truffa, darne notizia tramite gli appostiti canali WhatsApp anche a chi abita in un’altra zona può essere d’aiuto. A fare da “intermediari” sono i coordinatori dei diversi gruppi, figure che fungono da punto di riferimento per ogni nucleo.

Morelli ha fornito ai presenti anche alcuni consigli pratici per difendere le proprie abitazioni. Tra questi: installare luci esterne, piantare una siepe di piante spinose, non lasciare aperta la porta di casa (nemmeno quando si sta portando dentro la spesa), non andare via senza accertarsi che il cancello sia chiuso, non lasciare aperto il capanno degli attrezzi, dotarsi di un videocitofono.

I numeri di Busto

Il progetto bustocco vede attualmente attivi 17 gruppi. «L’obiettivo è far sì che il controllo di vicinato sia sempre più capillare» ha affermato Morelli.

I coordinatori sono 38 e, come hanno confermato alcuni di loro, intervenuti alla serata informativa, all’interno dello stesso nucleo dei rappresentanti c’è grande collaborazione.

Per aderire al progetto ci si può rivolgersi al gruppo di controllo di vicinato del proprio quartiere o, in mancanza, si può decidere di crearne uno. Per informazioni è possibile rivolgersi alla Polizia locale.

Mariagiulia Porrello

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