Politica - 14 ottobre 2025, 18:10

La commissione regionale in visita al carcere di Busto: «Sovraffollamento, ma tanti detenuti lavorano»

Celle sovraffollate e personale sottorganico sono problemi cronici. Ma, insieme a questi, i consiglieri che oggi hanno visitato il penitenziario bustocco e quello di Varese hanno trovato anche positivi esempi di impegno e riscatto. Allarme per l’aumento di maltrattamenti e stalking tra i giovani. La voce dei rappresentanti del territorio

La commissione regionale in visita al carcere di Busto: «Sovraffollamento, ma tanti detenuti lavorano»

Celle sovraffollate e personale sottorganico sono i problemi cronici delle carceri italiane e quelle di Varese e Busto Arsizio non fanno eccezione. Lo hanno potuto constatare i consiglieri regionali della commissione Carceri e quelli varesini che oggi, martedì 14 ottobre, hanno visitato i due penitenziari. Ma oltre ai problemi, ci sono anche segnali positivi, in particolare sul fronte lavorativo. Ecco la voce dei rappresentanti del territorio.

Luci e ombre

Nel carcere di Varese il sovraffollamento raggiunge il 190 per cento, a Busto il 200,5. La commissione ha visitato l’istituto di pena del capoluogo in mattinata e, nel pomeriggio, quello bustocco.
«La struttura è in buone condizioni – afferma la presidente della commissione, Alessia Villa (Fratelli d’Italia), in riferimento al secondo –. È evidente che serve qualche accorgimento, come in altre strutture lombarde. Ma c’è una buona notizia: su una popolazione di circa 430 detenuti, oltre 150 lavorano. E questo per noi è un dato molto importante, visto che stiamo focalizzando l’attività della nostra commissione sulla formazione e il reinserimento lavorativo dei detenuti, che crediamo essere lo strumento principe per dare una seconda opportunità e reinserire persone migliori nella nostra società».

Da parte di Giuseppe Licata (Forza Italia) un plauso alla professionalità del personale: «Mi complimento per l’impegno e il duro lavoro, che non è assolutamente facile sul piano operativo e psicologico. Ci sono delle criticità che vanno affrontate insieme alle istituzioni. La nostra presenza oggi serve a questo, a raccogliere delle istanze per poterle poi approfondire e dare un contributo per la loro risoluzione. Oltre al sovraffollamento, è importante tutelare l’aspetto rieducativo del carcere e il benessere di chi ci lavora, che non è secondario. Su questi fronti va focalizzato l’impegno delle istituzioni e di Regione Lombardia in particolare.

I numeri così elevati dei detenuti, evidenzia Samuele Astuti (Partito Democratico), rendono «impossibile garantire spazi adeguati e percorsi di rieducazione efficaci», con criticità importanti anche per il personale. Un personale «straordinariamente impegnato, con tanti progetti che dimostrano come anche in situazioni così difficili si possa lavorare per restituire dignità e prospettive. Sempre più il carcere diventa un luogo dove le persone si possono riscattare dagli errori fatti». 
Prosegue Astuti: «Le carceri lombarde sono allo stremo e richiedono interventi strutturali e coordinati da parte di Regione e governo: edilizia, personale, sanità penitenziaria e percorsi di reinserimento devono diventare priorità». Il consigliere varesino e i colleghi dem accolgono positivamente la notizia dell’incremento dei fondi regionali destinati al reinserimento sociale dei detenuti, comunicato oggi dalla giunta lombarda, ma sottolineano che «non bastano risorse episodiche o interventi frammentati, ma serve una programmazione stabile e un impegno costante per affrontare in modo organico le criticità del sistema penitenziario lombardo».

Allarme stalking tra giovanissimi e i problemi strutturali a Varese

Anche da parte di Romana Dell’Erba (Fratelli d’Italia) «un plauso a entrambe le direzioni», per l’attenzione al detenuto e le politiche dei trattamenti. A partire dal lavoro «come forma di attività professionalizzante per dare una seconda chance a chi si mette a disposizione ed è collaborativo in questo senso».
Dell’Erba evidenzia anche che Varese «spicca come rete “all’esterno”, nell’organizzazione associativa e imprenditoriale che collabora a questa forma di riqualificazione».

Se «i dati sono confortanti dal punto di vista del reinserimento», per l’esponente di Fratelli d’Italia «fa riflettere un aspetto posto alla nostra attenzione da parte della direzione di Varese, che ha parlato di una detenzione di tipo psicosociale, con un aumento delle forme di detenzione dovute a maltrattamenti, stalking, sex offendere, soprattutto nell’età giovanile, nella fascia compresa tra i 18 e i 25 anni. Questo è un aspetto che dobbiamo affrontare e cercare di attuare delle politiche sociali più incisive».

«In entrambi i casi ci sono i problemi cronici che ha tutto il sistema carcerario lombardo-italiano – osserva Luca Ferrazzi (gruppo misto) –. Sicuramente Busto, per dimensione e gestione della struttura, è un carcere che non ha particolari problemi. C’è un’importante attività, a partire dalla cioccolateria che ormai è un’attività storica di questo presidio. Varese ha invece tanti problemi strutturali di cui si parla da anni. Ci sono diversi progetti per la riqualificazione sempre più necessari. Negli ultimi vent’anni sono stati accantonati i progetti che ipotizzavano il trasferimento del carcere e oggi verranno fatti degli investimenti strutturali. Io rimango perplesso sul fatto che quella struttura possa essere pienamente riqualificata: è richiesto un enorme esborso finanziario e, sia per ubicazione che per vetustà di questa realtà, non so se sia la scelta migliore. La situazione va migliorata, ma occorre riflettere su una possibile destinazione diversa».

Riccardo Canetta

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