L’ufficio o comunque il luogo di lavoro come avamposti di stili di vita corretti, utili a vivere a lungo e meglio, in particolare contenendo incidenza ed effetti delle patologie croniche. È il principio alla base del progetto Workplace health promotion, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, declinato in Provincia di Varese da Ats Insubria, “sposato” da Confindustria, ospitato, con patrocinio, dal Comune di Busto: ai Molini Marzoli si è svolto nel pomeriggio di oggi, 14 ottobre, un convegno sul tema che ha coinvolto referenti di circa 60 aziende del territorio.
Occorre, questa l'idea di fondo, fare sì che i luoghi di lavoro offrano occasioni per farsi del bene, magari offrendo cibi sani o la possibilità di praticare del movimento. Fantascienza? Pubblico invitato ad alzarsi e a cimentarsi in una “pausa attiva”, a compiere, sul posto, esercizi brevi quanto utili alla muscolatura e alle articolazioni. Meno di cinque minuti, neanche il tempo di una pausa caffè, ma la ripetizione con costanza, ovviamente, può fare la differenza. E la pratica direttamente sul luogo di lavoro aiuta a superare uno scoglio classico, cioè la mancanza di tempo, ostacolo reale o presunto rispetto a certe prassi.
Oltre al movimento (si pensi a quello che possono offrire o proporre le aziende a livello di attività o benefit, dai tornei sportivi tra dipendenti alle convenzioni con palestre) si è toccato, fra l’altro, il tema alimentazione, con cenni a cibi sani da mettere a disposizione nei distributori automatici o creando menu bilanciati nelle mense.
Al valore di una pratica che segua puntualmente la teoria ha fatto riferimento, in apertura dei lavori, il sindaco, Emanuele Antonelli, facendo presente l’azione portata avanti a livello scolastico (anche con protocollo specifico) e dichiarando massima disponibilità istituzionale a «…sostentere, favorire, valorizzare attività a favore della salute», nella convinzione che questa componga un connubio con lavoro e qualità della vita.
«Abbiamo sposato da tempo il progetto Whp – la sottolineatura di Franco Maruccio, responsabile area Sicurezza sul lavoro di Confindustria Varese – e siamo convinti che, per le aziende, aderire sia una possibilità e un vantaggio (…) Solo 10 o 15 anni fa, tra gli argomenti principali in un colloquio di lavoro c’erano ovviamente retribuzione e bonus. Oggi, chi fa selezione sa che tra le prime richieste ci sono quelle sul clima aziendale e sui benefit, dalla formazione alle convenzioni. Il benessere e il welfare contano».
Salvatore Gioia, direttore generale di Ats: «La sfida è lavorare per il benessere in tutti i luoghi in cui viviamo. La salute è un bene e un diritto, ovviamente collegato a dei doveri. Occorre garantire la sostenibilità di un sistema, fra l’altro retto dalle tasse che paghiamo. Di qui l’importanza di stili di vita corretti, per esempio con le “Scuole che promuovono salute”, anche a Busto. Anni di monitoraggio tra i ragazzi ci portano dati allarmanti, per esempio sull’obesità, su giovanissimi che rischiano di essere i malati, precoci, del futuro. Ma bisogna andare anche oltre. Appunto, sui luoghi di lavoro».