In Lombardia, da gennaio ad agosto 2025 le denunce di infortunio sono state 70.662. I casi con esito mortale 97, mentre le malattie professionali denunciate aumentano sensibilmente, attestandosi a 3.286 (+19,4%).
«Questi dati – dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia – confermano quanto ancora siamo distanti da una prevenzione efficace, quotidiana, verificabile. La sicurezza va resa esigibile. La prevenzione non si predica, deve essere praticata nei luoghi di lavoro, deve uscire dai documenti ed entrare nell’organizzazione del lavoro. Una crescita così netta delle malattie professionali
ci dice che i rischi "invisibili" — chimici, ergonomici, organizzativi — vengono ancora sottovalutati e che la prevenzione quotidiana, dalla valutazione dei rischi alla sorveglianza sanitaria, è ancora troppo spesso sulla carta».
Particolare attenzione meritano le denunce di infortunio degli studenti: la Lombardia concentra quasi un quarto delle denunce nazionali, che nei primi otto mesi dell’anno sono state 50.232 (+2,5%), e 1.229 hanno riguardato studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO). La Lombardia è la regione che presenta più denunce riferite agli studenti, 11.694 (il 23% del totale
nazionale; +4,4% sul 2024), di cui 2 con esito mortale (1 in occasione di attività scolastica, 1 in itinere).
«La sicurezza deve essere parte del percorso educativo, con ambienti idonei e sicuri, tutor e docenti formati, controlli. I PCTO vanno qualificati: non si apprende in sicurezza se la sicurezza non è garantita» aggiunge Dacquino.
A Regione Lombardia il sindacato lancia la proposta di un Patto “Lombardia Sicura”.
«Obiettivi misurabili e condizionalità ferrea – conclude Dacquino – nell’uso delle risorse e negli appalti: chi investe in sicurezza deve essere premiato, chi gioca al ribasso o viola le norme deve restare fuori. La sicurezza è un diritto: o è esigibile o è uno slogan. Noi pretendiamo che diventi pratica viva in ogni impresa e in ogni contesto lavorativo».