Economia - 06 ottobre 2025, 18:44

In sette mesi 97 morti sul lavoro in Lombardia e 70.662 incidenti

Indagine della Uil regionale che ha elaborato i dati su Open Data Inail: in aumento anche del 19.4% le denunce di malattie professionali. La segretaria confederale Dacquino: «I dati confermano quanto ancora siamo distanti da una prevenzione efficace, quotidiana, verificabile». Preoccupa anche il numero delle denunce degli studenti

(foto d'archivio)

(foto d'archivio)

In Lombardia, da gennaio ad agosto 2025 le denunce di infortunio sono state  70.662. I casi con esito mortale 97, mentre le malattie professionali denunciate aumentano  sensibilmente, attestandosi a 3.286 (+19,4%). 

«Questi dati – dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia – confermano quanto ancora siamo distanti da una prevenzione efficace, quotidiana, verificabile. La sicurezza va resa  esigibile. La prevenzione non si predica, deve essere praticata nei luoghi di lavoro, deve uscire dai  documenti ed entrare nell’organizzazione del lavoro. Una crescita così netta delle malattie professionali 
ci dice che i rischi "invisibili" — chimici, ergonomici, organizzativi — vengono ancora sottovalutati e che la prevenzione quotidiana, dalla valutazione dei rischi alla sorveglianza sanitaria, è ancora troppo spesso sulla carta». 

Particolare attenzione meritano le denunce di infortunio degli studenti: la Lombardia concentra quasi un quarto delle denunce nazionali, che nei primi otto mesi dell’anno sono state 50.232 (+2,5%), e 1.229  hanno riguardato studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO).  La Lombardia è la regione che presenta più denunce riferite agli studenti, 11.694 (il 23% del totale 
nazionale; +4,4% sul 2024), di cui 2 con esito mortale (1 in occasione di attività scolastica, 1 in itinere).

«La sicurezza deve essere parte del percorso educativo, con ambienti idonei e sicuri, tutor e docenti  formati, controlli. I PCTO vanno qualificati: non si apprende in sicurezza se la sicurezza non è garantita» aggiunge Dacquino.

A Regione Lombardia il sindacato lancia la proposta di un Patto “Lombardia Sicura”.
«Obiettivi misurabili e condizionalità ferrea – conclude Dacquino – nell’uso delle risorse e negli appalti: chi investe in sicurezza deve essere premiato, chi gioca al ribasso o viola le norme deve restare  fuori. La sicurezza è un diritto: o è esigibile o è uno slogan. Noi pretendiamo che diventi pratica viva in ogni impresa e in ogni contesto lavorativo». 

C.S.

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