Sala piena al Centro Congressi Ville Ponti per il convegno “Materiale di risulta del verde pubblico e privato – Valorizzazione, buone pratiche e strumenti di tracciabilità per le aziende agricole, artigiane e le Amministrazioni pubbliche”, promosso da Assofloro con Coldiretti, Federforeste e Associazione Florovivaisti Varesini, con il patrocinio di Regione Lombardia. Un confronto operativo su tracciabilità, semplificazione e casi pratici per trasformare sfalci, ramaglie e scarti florovivaistici da problema a sottoprodotto capace di generare valore.
Hanno partecipato e sono intervenuti Giorgio Maione (Assessore Ambiente e Clima Regione Lombardia), Giacomo Cosentino (Vice Presidente del Consiglio regionale della Lombardia), Fabio Scordo (Ten. Col., Comandante Gruppo Carabinieri Forestale Varese), Nada Forbici (Presidente Assofloro), Andrea Pellegatta (Vicepresidente Assofloro), Pietro Luca Colombo (Presidente Coldiretti Varese). Lorenzo Bazzana (Agronomo, Area Economica Coldiretti) ha condotto e moderato i lavori, mentre Pellegatta ha illustrato il percorso tecnico, con focus sugli strumenti di tracciabilità messi a disposizione di imprese e amministrazioni da Coldiretti e Assofloro.
Ad aprire i lavori Pietro Luca Colombo, presidente Coldiretti Varese: «La provincia di Varese è terza in Lombardia per numero di aziende florovivaistiche e il capoluogo è una vera “città giardino” non solo per vocazione ma per densità imprenditoriale. Le nostre imprese sono oltre il centinaio: questo tessuto produttivo merita regole chiare. Il materiale di risulta deve essere considerato un sottoprodotto da valorizzare: da generatore di costi deve diventare — e può essere — generatore di valore. Le nostre aziende sono già troppo oberate da concorrenza sleale e interpretazioni difformi delle norme: basta incertezze, valorizziamo ciò che può essere una risorsa molto utile».
Nada Forbici, presidente Assofloro: «La legge c’è, va applicata e riconosciuta. Oggi abbiamo gli strumenti, in particolare il formulario, perché i sottoprodotti delle produzioni vivaistiche siano riconosciuti come base di una economia circolare e non come rifiuto. Come si fa a considerare legno, foglie, rami come rifiuti? Difendiamo un principio: abbattere la burocrazia, applicando in modo coerente la normativa nazionale. Una volta raccolto il materiale di risulta e verificata la sua pulizia, può entrare in filiera, generare altri materiali e economie di scala. Deve essere altrettanto chiaro che il sottoprodotto non è la nostra attività: la nostra attività è la manutenzione del verde. Ciò che ne deriva è sostanza organica da valorizzare secondo un percorso tracciato e conseguente».
Nel corso dell’incontro. Pellegatta ha presentato i passaggi tecnici per la gestione corretta dei materiali verdi, mentre Fabio Scordo ha inquadrato gli aspetti di legalità e controllo legati alla filiera del verde. L’assessore Maione ha richiamato le indicazioni operative regionali (Delibera n. 2415/24) e il sostegno ai percorsi di semplificazione, con l’invito a una collaborazione stabile tra imprese e istituzioni. Giacomo Basaglia Cosentino ha sottolineato il ruolo della filiera come volano per qualità urbana e servizi ecosistemici.