Economia - 10 settembre 2025, 07:00

Pinsa romana: tradizione e innovazione in cucina

La pinsa romana, nata nel 2001, ha conquistato rapidamente il pubblico grazie al suo impasto leggero e digeribile, diventando un'icona moderna tra tradizione e innovazione gastronomica

Pinsa romana: tradizione e innovazione in cucina

La pinsa romana è una creazione recente che ha saputo conquistare ristoratori e consumatori grazie alla sua leggerezza e al carattere deciso. Assaggiandola, scopriamo un equilibrio raro: croccantezza e morbidezza, tradizione e modernità, tecnica e passione. Non è un caso che la pinsa romana autentica sia diventata, in pochi anni, un fenomeno tra cultura gastronomica e piacere quotidiano.

Dall’intuizione alla tavola

Immaginiamo Roma all’inizio degli anni Duemila. In un panorama dominato dalla pizza, Corrado Di Marco, decide di tentare una strada diversa, rielaborando l’arte bianca per rispondere a un’esigenza precisa: creare un impasto più leggero, più digeribile, capace di sposare gusto e benessere. È il 2001 quando nasce la pinsa.

All’inizio è una curiosità per pochi appassionati. Poi qualcosa cambia: ristoratori e chef intuiscono che quell’impasto ovale, così diverso dalla pizza tradizionale, può diventare un’alternativa intrigante. Nel giro di pochi anni la pinsa si diffonde nelle pinserie specializzate, nei ristoranti e persino nelle versioni street food. Non resta confinata alle cucine professionali: approda anche nei supermercati, sotto forma di basi precotte pronte da completare in casa. È il segno che un’idea, se buona, riesce ad attraversare i confini della nicchia per diventare parte delle abitudini quotidiane.

La storia della pinsa è quella di un’invenzione recente che ha trovato spazio nel cuore delle persone. Ed è forse proprio questa sua modernità a renderla così autentica: nasce da un’intuizione, si nutre di ricerca e incontra la sensibilità dei consumatori contemporanei.

Un impasto che parla di leggerezza

A prima vista, la pinsa sembra familiare. Eppure, rivela una natura diversa. La forma ovale rompe lo schema del disco perfetto, la superficie è segnata da bolle e avvallamenti, come se raccontasse il suo processo di lievitazione. Poi arriva il morso: croccante fuori, morbida dentro, con una struttura che non appesantisce.

Il segreto sta nell’impasto, frutto di una miscela calibrata di tre farine. Il frumento dà corpo ed elasticità, la soia regala morbidezza e un sapore più pieno, il riso aumenta l’idratazione. È un equilibrio studiato con precisione, capace di creare un risultato diverso da ogni altro prodotto da forno.

Ma è l’acqua a svolgere un ruolo fondamentale. L’impasto della pinsa contiene una quantità d’acqua molto superiore a quella di una pizza tradizionale, fino all’80%. Questo spiega l’alveolatura ariosa, la leggerezza al palato e la digeribilità che tanti consumatori apprezzano. Durante la cottura, il vapore sprigionato rende la crosta sottile ma fragrante, mentre l’interno resta soffice.

E poi c’è il tempo. Non poche ore, ma tre giorni di maturazione. Una lievitazione lenta che trasforma gli amidi, sviluppa aromi complessi e regala al palato un sapore rotondo. È un processo che richiede pazienza e competenza, ma che restituisce un risultato inconfondibile.

Il trend della pinsa

Roma è il posto in cui è nata, ma oggi la pinsa è ovunque. Camminando per le strade della Capitale non è difficile imbattersi nelle pinserie che espongono grandi teglie pronte a essere condivise, servite calde, condite in mille varianti, da quella classica alla più creativa.

La sua versatilità è uno dei motivi del successo. Con un impasto leggero e una base saporita, la pinsa si presta a interpretazioni che vanno dal semplice pomodoro e mozzarella alle combinazioni gourmet con ingredienti ricercati. È un terreno di sperimentazione che attira chef e appassionati, desiderosi di giocare con abbinamenti sempre nuovi.

Nelle corsie dei supermercati ci sono basi precotte che si completano in pochi minuti di forno: un modo semplice per portare a casa la fragranza e la morbidezza di un prodotto da professionisti.

Quello che colpisce è la capacità della pinsa di parlare a pubblici diversi: il gourmet curioso, il consumatore attento alla leggerezza, la famiglia che cerca un pasto veloce, il giovane che ordina dallo smartphone. Riesce a conservare la sua identità, rimanendo fedele al principio con cui è nata: unire gusto e leggerezza.

Un prodotto recente destinato a fare la storia

La pinsa romana è una nuova tradizione in divenire. In appena due decenni ha conquistato uno spazio stabile nel panorama gastronomico italiano e internazionale. Il suo segreto sta nell’equilibrio tra innovazione tecnica e richiamo simbolico: il gesto antico del forno si unisce alla sensibilità contemporanea verso cibi più digeribili e leggeri. Chi oggi assaggia una pinsa partecipa a una storia che ha ancora molto da raccontare. Una storia fatta di farine, acqua e tempo, ma anche di creatività e di desiderio di innovare. 



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