Sport - 06 settembre 2025, 09:00

Quando Armani permise a Busto di vincere il suo primo “scudetto”

Re Giorgio, grazie al suo compagno e socio Sergio Galeotti, fu sponsor dei Frogs nel football americano. A metà degli anni '80, la “franchigia” di Legnano fu bustocca per tre stagioni, proprio nel periodo legato allo stilista appena scomparso, e vinse il Super Bowl del 1984

La scomparsa di Giorgio Armani ha lasciato un vuoto nel mondo della moda, del design e dell'imprenditoria italiana. Ma per una storica squadra di football americano, i Frogs Legnano, la sua morte ha riacceso il ricordo di un capitolo glorioso e quasi leggendario, un'epoca in cui il Re della moda scese in campo al loro fianco. A raccontare quella storia è Ettore Guarneri, all'epoca giocatore e oggi presidente della società, che svela i retroscena di un legame nato non sotto i riflettori delle passerelle, ma su un campo d'allenamento di provincia.

La figura chiave, il vero artefice di questo sodalizio, fu Sergio Galeotti, storico socio e compagno di vita di Armani. «Era la mente finanziaria e organizzativa dietro l'impero», ricorda Guarneri. L'incontro avvenne in modo quasi cinematografico alla fine del 1983. «Una sera, al campo di allenamento di Arsago Seprio, si presentò questo signore a bordo di una Mini Minor. In maniera del tutto informale, ci disse che cercava una squadra da sponsorizzare e che era interessato a noi». Quel signore era Sergio Galeotti, che si presentò come rappresentante della Giorgio Armani S.p.A.

Mentre Armani era il genio creativo, lo stilista che stava ridisegnando l'eleganza mondiale, Galeotti era il visionario che ne intuiva le potenzialità commerciali. Aveva già legato il marchio ai Seamen Milano e, venuto a conoscenza di questa squadra altra squadra di football, di ottimo valore ma in cerca di supporto, decise di puntare anche sui Frogs.

La squadra in quel periodo si trasferì da Gallarate a Busto e proprio in città gioco per ben tre stagioni, conquistando anche il titolo italiano del 1984.

Sebbene Galeotti fosse il contatto principale, la presenza di Giorgio Armani non fu affatto marginale. Lo stilista, pur con la sua proverbiale riservatezza, si appassionò alla squadra. «L'avrò visto due o tre volte», racconta Guarneri, «ma i suoi interventi erano significativi». L'aneddoto più incredibile riguarda una semifinale del 1984. «Armani e Galeotti vennero a vedere la partita. Prima del match, si fermarono entrambi a casa mia per un caffè».

Questo dettaglio rivela un lato inedito dello stilista: un uomo capace di gesti semplici e di un'eleganza che andava oltre gli abiti, manifestandosi in una presenza discreta ma potente. Sotto l'egida di Armani, i Frogs non solo trovarono stabilità economica, ma vissero anche un'esperienza stilistica unica. «Per la semifinale dell'84, giocata allo Stadio Speroni di Busto, ci vestì completamente, dalle scarpe al cappellino. L'outfit fuori dal campo era interamente firmato da lui», ricorda Guarneri. Fu proprio lo stilista a disegnare le divise da gioco, con i colori nero, argento e giallo che avrebbero accompagnato le loro vittorie.

Il culmine di quella stagione fu la vittoria del Super Bowl IV a Rimini contro i Warriors Bologna. Fu l'unico titolo vinto sotto il marchio Armani perché, nell'agosto del 1985, Sergio Galeotti morì prematuramente. Fu un colpo durissimo per Armani, che decise di onorare la memoria del suo compagno con un gesto indimenticabile: «In autunno fummo convocati nel suo atelier a Milano - prosegue Guarneri - Galeotti, prima di morire, aveva avuto l'idea di far realizzare per noi degli anelli di campione, proprio come della NFL, meravigliosi. E fu Armani in persona a consegnarceli, in memoria del suo socio».

Dopo la scomparsa di Galeotti, Armani decise di ridurre l'impegno sportivo e dovette scegliere tra Seamen e Frogs, dando la precedenza alla formazione di Milano, la sua città d'adozione. La sponsorizzazione con la formazione (che proprio nell'87 passò da Busto a Legnano) terminò, ma quel periodo rimase scolpito nella storia del club. Non si trattò solo di un aiuto economico; fu l'incontro tra due mondi, la dimostrazione che la visione di un grande creativo come Giorgio Armani, unita alla lungimiranza del suo compagno, poteva lasciare un'impronta indelebile anche su un campo da football. E oggi, nel ricordarlo, i Frogs non piangono solo un ex sponsor, ma un uomo che, con la sua eleganza e il suo sostegno, li aiutò a diventare campioni.

Giovanni Ferrario

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