Sabato scorso, la presenza della segretaria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein ha richiamato alla festa dell’Unità di Varese oltre cinquecento persone. La leader dem ha parlato al suo popolo per circa un’ora. «Nel suo discorso c’è stata un’attenzione particolare al tema degli ultimi», sottolinea Paolo Pedotti, segretario cittadino del Pd di Busto Arsizio e membro della segreteria provinciale. Dal palco della Schiranna si è parlato a più riprese delle elezioni varesine, ma nel 2027 si vota anche a Busto…
Che cosa le ha lasciato il discorso della segretaria di sabato a Varese?
«Intanto è importante che il segretario nazionale sia presente sui territori. La vicinanza è un aspetto fondamentale, noi siamo l’estremo nord del paese e abbiamo dei problemi molto diversi da quelli di altre regioni italiane.
Sicuramente nel discorso di Elly Schlein c’è stata un’attenzione particolare al tema degli ultimi. Siamo un partito di centrosinistra che non si nasconde e deve ritrovare non solo i suoi valori tradizionali, come l’attenzione al lavoro povero, ma anche dare una discontinuità rispetto a una stagione che ha vissuto il Pd dieci anni fa e che finalmente è archiviata. Oggi si guarda verso un mondo che ha bisogno di interventi a tutela di salute, scuola, ambiente. Quello che ha sempre fatto e deve continuare a fare il centrosinistra. Elly è riuscita bene a raccogliere gli elementi di difficoltà del nostro periodo e a dare un’alternativa di governo. Perché l’obiettivo del centrosinistra è andare a governare e dare un governo migliore al paese».
Dal palco si è parlato più volte del voto a Varese, ma nel 2027 anche Busto andrà a elezioni. Sono già in corso dei ragionamenti?
«I ragionamenti sono sempre in corso. In una realtà come la nostra il rapporto con chi si impegna per la cosa pubblica è fondamentale. Quello che vogliamo è intraprendere un percorso di dialogo e ascolto con tutte le forze politiche che oggi si trovano in minoranza come noi. Alla luce di quello che è accaduto anche questa estate, tra scarsa manutenzione del verde e le ultime alluvioni, crediamo che i bustocchi siano arrivati a verificare con la propria esperienza la situazione di difficoltà che registra l’attuale amministrazione cittadina e che quindi sia necessario un cambiamento guidato da quelle che sono oggi le forze politiche di minoranza.
È importante che ci sia anche una partecipazione di qualità da parte dei cittadini. La cosa pubblica è oggetto di attenzione anche da parte del mondo civico e dei cittadini che non si riconoscono in formazioni politiche particolari ma che vogliono spendersi per migliorare la propria città. Una bella città che oggi non è amministrata come dovrebbe».
Per quanto riguarda il candidato sindaco: nel 2016 la scelta era ricaduta su una figura esterna al Pd come Gianluca Castiglioni, cinque anni dopo su una interna come Maurizio Maggioni. Il risultato per il centrosinistra è stato negativo in entrambi i casi. Ora quale può essere la strada su cui iniziare a ragionare?
«Noi stiamo ragionando su un percorso che non sia soltanto quello di trovare una figura. In passato si sono fatti dei percorsi che hanno portato a individuare nel candidato sindaco la figura che avrebbe dovuto riscattare Busto dall’amministrazione di centrodestra che governa la città da trent’anni. Il punto è ragionare diversamente, riuscire a fare il modo che ci sia un movimento che parte dai cittadini e che possa realmente andare a creare le condizioni perché poi si individui quella figura che possa contendere realmente l’amministrazione al centrodestra. Quindi invertire l’ordine dei fattori: creare partecipazione e poi individuare una o più figure e soprattutto una squadra che riesca a lavorare assieme. È fondamentale che non ci sia un uomo solo (o una donna sola) al comando. Noi rifiutiamo questo schema. Serve innanzitutto una squadra che sappia governare bene Busto e non che cambi ogni due anni, come purtroppo sta accadendo con l’attuale sindaco, visto che ogni due anni c’è un rimpasto».
A Busto, paradossalmente, ci sono state le primarie del centrodestra, caso forse unico in Italia, ma mai del centrosinistra. Questa volta le primarie potrebbero essere un’opzione da valutare?
«Intanto non è un paradosso, nel senso che il centrodestra ha fatto le primarie perché c’erano più candidature e hanno fatto questa scelta per selezionare la figura da candidare.
Le primarie possono essere un metodo da utilizzare per selezionare il candidato all’interno della squadra, così come possono essercene altri. La scelta di tutto il percorso per dare un’alternativa all’amministrazione della città dovrà essere la più aperta, ampia e condivisa possibile. Le primarie non devono essere escluse ma non sono neanche un obbligo. Siamo aperti ma è più importante capire prima qual è il percorso e quali sono le persone che vogliono impegnarsi, poi si valuteranno tutte le possibilità».
Ma nella quinta città della Lombardia, non vorreste essere voi, come principale partito di centrosinistra, a esprimere il candidato sindaco? Oppure non è un prerequisito?
«Non lo è. Il candidato sindaco non deve per forza avere la tessera del Pd in tasca. In molte realtà governiamo con sindaci che non hanno la tessera del Pd e che hanno dimostrato di saper governare bene. È importante, viceversa, che non ci sia alcun tipo di veto sulle figure che il Pd può avere al proprio interno e può proporre».
Guardando ai partiti con cui intraprendere questo dialogo, per lei è più naturale parlare con i 5 Stelle, come avvenuto nel 2021, o con realtà di centro come Italia Viva e Azione?
«Il dialogo è naturali con tutti coloro che oggi sono in minoranza. Noi non abbiamo preferenze, sono tutti interlocutori ed è importante che con loro si instauri una discussione positiva. Il campo largo che molto spesso viene citato è una realtà che ci auguriamo funzioni a livello nazionale, mentre qui noi vogliamo individuare quella che è la formula che possa governare bene Busto».
Ha citato prima il rimpasto. L’ex assessore alla Mobilità sostenibile Loschiavo, che di recente non ha risparmiato qualche critica all’amministrazione, è stato tacciato da alcuni esponenti del centrodestra come “di sinistra”. Lui può essere un vostro interlocutore?
«L’ex assessore Loschiavo non è a capo di una forza politica, quindi noi ad oggi non lo abbiamo come interlocutore. Sicuramente ha dimostrato nel corso del mandato di percepire anche istanze e osservazioni che venivano dal mondo ambientalista e in parte anche dal centrosinistra. Però, per noi, è evidente che ha la responsabilità politica di essersi candidato e aver appoggiato la giunta Antonelli. Giunta che aveva promesso il Pums, che non è arrivato e forse arriverà. Dopo quattro anni siamo senza un Pums e con i parcheggi sempre più a pagamento. Sul lato della mobilità sostenibile ho visto molto poco. Sono contento se ci sarà la possibilità di parlarci, ma c’è questa responsabilità politica. Difficilmente si riesce a costruire un’interlocuzione se ci sono dei precedenti dove si sono tenute certe posizioni politiche».
Il sindaco Antonelli ha detto che non intende concedere distrazione “elettorali” con il lento avvicinamento al voto ma vuole che si lavori intensamente fino all’ultimo giorno. Qual è il giudizio del suo operato fino a oggi?
«Il giudizio è più negativo che positivo. Sappiamo le difficoltà che ci sono e siamo tutti realistici sul fatto che il Comune non può fare tutto. Però, su alcuni ambiti, qualche sforzo in più probabilmente andava fatto. Pensiamo alle opere del Pnrr: per alcune sembra si riesca ad arrivare a scadenza, ma per altre – come Borri, Conventino e l’ex macello che ha visto lo stralcio dell’Its – c’è stata la revisione di progetti strategici per la città e che hanno cambiato la vocazione originale. Questo denota una difficoltà nel dare una visione e costruire qualcosa di realmente utile e persistente per la città.
Abbiamo assistito anche a una minore attenzione rispetto ai cittadini. Lo abbiamo visto anche con l’introduzione della nuova tariffa puntuale che è stata poco graduale e ha visto cancellare numerose agevolazioni, come quella per gli over 70.
Ci sono delle difficoltà sul fronte dei servizi, penso al caso delle tariffe per le mense, per non parlare dell’accesso alla piscina invernale che sarà interdetto per altri mesi, speriamo non anni.
Sul fronte dell’attenzione ai cittadini, dunque, per noi il giudizio è fortemente negativo. Sul fronte economico ci sono dei processi in atto, anche ad esempio a livello legale per recuperare le somme dei derivati. Speriamo che in questo campo ci siano risultati più positivi che negativi».