Un patrimonio che racconta una vita. Una biblioteca che parla di teatro, di letteratura, di arte, di storia. Una raccolta di volumi che porta con sé l’impronta di una donna che ha fatto del Teatro Sociale di Busto Arsizio la sua casa e la sua missione: Delia Cajelli.
Dal 1982 al 2015, anno della sua scomparsa, Delia è stata l’anima instancabile del Sociale. Regista, organizzatrice, visionaria: a lei si devono anni di spettacoli, incontri, stagioni culturali capaci di trasformare un luogo in un punto di riferimento per l’intera città. Oggi, però, la sua biblioteca rischia di andare dispersa.
Con la nuova fase, libri, documenti e oggetti legati a Cajelli sono stati momentaneamente messi da parte. Non dimenticati, ma custoditi in attesa di trovare una nuova collocazione. In quelle pagine, però, continua a vivere la sua voce, la sua passione, la sua storia.
Gli ex rappresentanti di Educarte, che a lungo hanno condiviso il cammino con Delia, lanciano ora un appello alla cittadinanza: venite a prendere quei libri, fateli vivere nelle vostre case, conservateli come frammenti di un’eredità preziosa. Non è un’operazione nostalgica, ma un gesto di cura. Un modo per dire che la memoria di una grande regista e donna di cultura appartiene a tutti.
Chi lo desidera può rivolgersi direttamente a Danilo Menato e Daniele Geltrudi: basterà contattarli al numero 348.8125218 per scegliere qualche volume. La donazione è gratuita, perché Educarte regala questi libri nella convinzione che la cosa più importante sia mantenerne vivo il valore.
Un appello semplice, senza polemiche, solo con la forza di un invito: salvare i libri di Delia Cajelli significa continuare a raccontare la storia del Teatro Sociale e, insieme, quella di Busto Arsizio. È una corsa contro il tempo, ma anche un’occasione per sentirsi parte di una comunità che non dimentica le sue radici culturali.
Chiunque abbia conosciuto Delia, chiunque ne abbia ammirato il lavoro o anche solo ascoltato il suo nome, oggi può fare qualcosa. Prendere in mano un libro, aprirlo, portarlo con sé. E lasciare che le sue pagine continuino a vivere.