Quella sera del 19 maggio all’Istituto Falcone di Gallarate, musica, emozione e solidarietà si sono fuse in un unico slancio collettivo. Sul palco, la band gallaratese Fottuta Marmellata, capitanata dal musicista e produttore Luca Chiaravalli, ha travolto il pubblico con energia e sentimento. In platea, decine e decine di cittadini, amici e sostenitori hanno risposto con generosità all’appello di Barbara Baronti, instancabile promotrice dell’iniziativa.
L’obiettivo era ambizioso: raccogliere fondi per realizzare un ambulatorio medico nella missione di Eluru, in India. E il traguardo è stato raggiunto in poche ore, con 10mila euro raccolti grazie alle donazioni e al contributo diretto di chi ha partecipato alla serata. Un risultato reso possibile anche dal prezioso intervento della Croce Rossa Italiana – Sezione di Gallarate, che ha messo a disposizione medicine e presìdi sanitari destinati alla missione.
«Senza di voi, questo progetto non sarebbe mai diventato realtà – sottolinea Barbara –. La vostra partecipazione ha reso possibile la costruzione dell’ambulatorio e della fisioterapia di Virendra: siete stati parte essenziale del nostro sogno».
Il ritorno a Eluru: emozioni e incontri
Con quei fondi e quel carico di materiali, Barbara è tornata a Eluru con un misto di attesa e gratitudine. «Portare con me il frutto del mio impegno è stato motivo di realizzazione e orgoglio» racconta. «Il ritorno è stato una gioia pura: rivedere luoghi, suoni e colori familiari è stata un’esperienza intensa, come riabbracciare una parte di me che avevo lasciato lì».
Davanti all’ambulatorio completato, la commozione è diventata palpabile. «Sapevo che era un traguardo importante, ma vederlo lì, pronto ad accogliere i pazienti, è stato un colpo al cuore. Ho pensato a quante vite potrà migliorare, a quante persone riceveranno cure che prima non esistevano».
Ma le emozioni più forti sono arrivate dall’incontro con la comunità. «Il medico e le suore erano grate, le persone del villaggio si avvicinavano con le lacrime agli occhi. Per loro la gratitudine è un gesto sacro: ti baciano i piedi, come una benedizione. Un’anziana mi ha preso le mani, piangendo, e mi ha detto “per noi è un dono prezioso”. In quel momento ho pianto anch’io, di gioia e di umiltà».
Volti, storie e lezioni di vita
Barbara ha ritrovato anche Virendra, il bambino disabile che lo scorso anno aveva ricevuto una carrozzina grazie a una precedente raccolta fondi. «Vederlo ancora più forte e sorridente è stata una miscela di emozioni e gioia: quando vuoi bene a qualcuno, ogni suo progresso diventa una vittoria anche tua».
È tornata nella colonia dei lebbrosi, dove il tempo non ha portato miglioramenti clinici, ma ha rafforzato legami umani: «Appena mi hanno vista si sono ricordati di me e hanno voluto che dessi loro da mangiare. È un gesto semplice, ma carico di significato. Lì capisci che a volte la vicinanza emotiva è la cura più potente».
Le condizioni di vita, tuttavia, restano durissime: «In 15 metri quadrati vivono anche 15 persone, senza servizi igienici. È una povertà che ti costringe a rimettere in discussione le tue priorità. Eppure, loro sorridono sempre, con una dignità incredibile. Questa è una lezione che porto a casa e che tutti dovremmo imparare».
Guardando al futuro
Per Barbara, la missione non è finita. «Ci sono molti progetti da realizzare, alcuni costosi. Stiamo valutando quelli più fattibili con le risorse a disposizione, ma voglio continuare a sensibilizzare più persone possibili. Ieri, ad esempio, abbiamo aiutato una famiglia a comprare tutori per la loro bambina di otto anni, tetraplegica, in modo che possa stare in piedi e camminare. Sono piccole grandi vittorie che danno senso a tutto».
E il ringraziamento finale torna a chi ha reso tutto possibile: «Il vostro sostegno ha costruito non solo un ambulatorio, ma un ponte di solidarietà tra Gallarate e l’India. E questo, credetemi, è un dono che vale più di qualsiasi cifra».