Un’eliminazione ai calci di rigore che brucia nel risultato, ma non nello spirito. È questo il messaggio lanciato da Leandro Greco, al termine della sfida del primo turno di Coppa Italia di Serie C persa ai rigori contro l'Alcione. Nonostante l'esito sfavorevole, il tecnico biancoblù ha analizzato la prestazione con lucidità, sottolineando gli aspetti positivi di una squadra ancora in piena fase di costruzione.
Un percorso appena iniziato: «Non è un alibi, ma una consapevolezza»
Il primo punto toccato da Greco riguarda il poco tempo avuto a disposizione per amalgamare un gruppo profondamente rinnovato. «Veniamo da un percorso figlio di una retrocessione e abbiamo iniziato a lavorare insieme da poco - ha spiegato l'allenatore - Domani sarà un mese, ma di fatto, con i ragazzi arrivati man mano, non è neanche quello. Questo non è un alibi per noi, ma solo la consapevolezza del percorso che dobbiamo fare. All'interno di questo contesto, oggi i ragazzi sono stati bravi».
L'analisi della partita è un mix di realismo e incoraggiamento: «Ho visto delle cose buone e altre meno buone. Hanno avuto il coraggio di provare determinate giocate, potevano far meglio su altre, ma globalmente mi sento soddisfatto, soprattutto dell'atteggiamento».
Versatilità e fiducia nel gruppo
Greco ha poi elogiato la rosa costruita dalla società, evidenziando la versatilità tattica come un punto di forza per il futuro. «Sono contento del lavoro del direttore, perché mi ha dato la possibilità di scegliere. Abbiamo più caratteristiche per fare più cose», ha affermato, prefigurando diversi moduli. «Non è escluso che potremo giocare con una punta e tre trequartisti, o con due punte pesanti. Questo mi permette di scegliere le caratteristiche giuste anche in base all'avversario».
Un messaggio ai tifosi: «L'atteggiamento è la cosa determinante»
Il tecnico ha voluto mandare un messaggio chiaro anche all'ambiente e ai tifosi, consapevole che la strada per tornare competitivi sarà lunga e non priva di ostacoli. «Spero di poter accelerare il percorso, ma avremo degli alti e bassi, è fisiologico. Non è mettere le mani avanti, è la realtà», ha dichiarato. «Quello che ho chiesto ai ragazzi oggi era l'atteggiamento. Sono sicuro che la gente, che non è stupida, capisce quando una squadra dà tutto, al di là delle idee tattiche. Oggi credo che qualcosa sia passato, e questa è la cosa determinante».
Infine, una chiosa finale sulla necessità di costruire non solo una squadra, ma anche un'identità e un'autostima. «Questa è una squadra che va costruita totalmente, anche dal punto di vista emotivo e dell'autostima. Va spinta e aiutata. Se riusciremo ad avere pazienza nel lavoro e ad agganciare qualche risultato, vedrete che questa squadra ha valore».
Cosa aspettarsi dal mercato?
«Con il direttore (ndr Turotti) c'è grande condivisione. Potrebbe ancora arrivare qualche pedina per completare la rosa, ma vedremo. Chi inseriamo deve avere delle determinate caratteristiche, non solo tecniche ma anche morali. E' da qui che si parte, come mi ha insegnato il mio amico e ispiratore Ivan Javorcic».