Ci sono ritorni che hanno il sapore della semplice routine di calendario, e altri che smuovono ricordi, emozioni. Quello di Giovanni Cusatis allo stadio Speroni appartiene senza dubbio alla seconda categoria. Domenica, alla guida del suo Alcione, sfiderà la Pro Patria nel primo turno della Coppa Italia di Serie C, ma per lui (e anche per noi) non sarà mai una partita come le altre.
Non può esserlo per chi, nella stagione 2011/12, fu l'artefice di una delle Pro Patria più amate ed entusiasmanti degli ultimi anni: una squadra che, in Seconda Divisione, fece più punti di tutti sul campo, vedendosi però negare la promozione diretta a causa di una penalizzazione ereditata dalla gestione societaria precedente. Una stagione molto particolare che ha creato un affetto reciproco poi mai scalfito tra il tecnico, la squadra e la piazza.
«Ho passato tre anni belli e fa sempre piacere ritornare in un posto dove si è stato bene», esordisce Cusatis (al quinto anno sulla panchina dell'Alcione), confermando un legame che il tempo non ha sbiadito. Domenica sarà la sua terza volta da avversario a Busto: la prima con l'Alessandria nel 2012/13 (vittoria biancoblù per 3-2), la seconda proprio l'anno scorso, quando il confronto tra Tigrotti e Alcione terminò a reti inviolate.
Una sfida di inizio stagione
L'Alcione si presenta all'appuntamento reduce dal ritiro precampionato. «Siamo tornati a casa ieri - spiega il mister - e come tutte le squadre in questo periodo non siamo al 100%. Sappiamo che sarà una partita difficile. Il direttore Turotti avrà sicuramente allestito una squadra all'altezza della situazione, anche se magari sono partiti un po' dopo. Ci aspettiamo una partita complicata, in un campo che sarà difficilissimo per tutti».
La squadra milanese si presenta ai nastri di partenza profondamente rinnovata. «Abbiamo fatto parecchi cambiamenti - ammette Cusatis - Avevamo bisogno di avere linfa nuova dopo cinque anni. Il cambiamento è stato sia tecnico che mentale. Avevamo bisogno di cambiare un po' di energie. Il nostro obiettivo è cercare di migliorare quello che abbiamo fatto l'anno scorso, pur sapendo che non è facile».
Un ricordo speciale: «Quello spogliatoio e il bicchiere di vino»
Quando gli si chiede quale angolo dello Speroni guarderà con maggior affetto, Cusatis non ha dubbi e svela un aneddoto che racconta molto del suo modo di creare un gruppo.
«Penso allo spogliatoio, dove organizzavamo le nostre riunioni. Era una cosa goliardica che facevamo», racconta sorridendo. E non mancava anche qualche bicchiere di vino: «Era un modo per poter tenere tutti compatti, uniti, staff compreso, per cercare di raggiungere il nostro obiettivo. Era una cosa a cui tenevo a fare perché volevo coinvolgere tutti: da chi tagliava il campo a chi puliva il bagno. Se si vogliono fare certe cose, bisogna coinvolgere le persone dall'inizio alla fine, in tutti i settori. Quella è una parte che mi porterò dentro, emotivamente parlando è stata molto importante».
Domenica, però, i ricordi lasceranno spazio al campo. Per novanta minuti, Giovanni Cusatis sarà un avversario da battere. Ma per i tifosi della Pro Patria, resterà per sempre il condottiero di un campionato, se non con i punti, vinto almeno col cuore.