Rissa a colpi di pugni e lanci di bottiglie: tre giovani denunciati dalla polizia

La Polizia di Stato di Gallarate ha individuato e deferito all’Autorità Giudiziaria tre giovani, per aver attivamente partecipato ad una rissa avvenuta la sera dell’8 luglio scorso a Gallarate.

Nella serata dello scorso 8 luglio le Volanti del Commissariato erano intervenute sotto i portici di Piazza Giovanni XXIII, a seguito di numerose segnalazioni pervenute al numero d’emergenza 112, che riferivano di una violenta rissa in corso. All’arrivo dei poliziotti, però, i partecipanti si erano già dileguati, fuggendo in direzioni diverse.

Al fine di ricostruire nel dettaglio gli eventi, gli agenti hanno raccolto le testimonianze dei presenti ed hanno acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza cittadina, attraverso le quali si è constatata la dinamica della violenta zuffa, avvenuta tra cinque soggetti.

L’azione violenta ha avuto origine quando uno dei componenti, senza apparente motivo, ha colpito al volto un giovane presente. Tale gesto ha scatenato una violenta colluttazione, durante la quale i cinque hanno iniziato a malmenarsi e lanciarsi bottiglie di vetro prelevate dai cestini, usandole come armi improprie.

Gli operatori hanno identificato tre dei cinque partecipanti alla colluttazione e li hanno deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di rissa. Si tratta di due cittadini marocchini di 27 e 30 anni, quest’ultimo già colpito da avviso orale del Questore di Varese, ed un italiano di origine tunisina di 19 anni, soggetti già noti poiché gravati da vari precedenti penali e di polizia. Sono in corso ulteriori indagini volte a identificare gli altri due partecipanti alla colluttazione.

Inoltre, su proposta del Commissariato cittadino e a seguito dell’attività istruttoria della Divisione Anticrimine, il Questore della provincia di Varese ha emesso nei confronti dei tre soggetti il provvedimento del cosiddetto “DASPO Willy”, con il quale viene loro inibito l’accesso e lo stazionamento nei pressi dei locali e degli esercizi pubblici situati nella zona per due anni, nonché la misura di prevenzione dell’avviso orale nei confronti dei due indagati che ancora ne erano privi.