Busto Arsizio - 09 luglio 2025, 09:47

A PIEDI NUDI NEL PARCO. “Bosco San Giuseppe”: l’oasi sconosciuta ai più, per ora

Un accesso da via Bellini, l’altro da via Galvani, si trova tra il parco di viale Stelvio e quello del Tessile. Ha una vocazione didattica, grazie agli alberi da frutto e a mini orti rialzati, ma più che da bambini è frequentato da adulti in cerca di tranquillità. E da cani con i loro padroni. Alcuni frequentatori: «Potrebbe essere un posto più vivo, frequentato». Altri: «Se così fosse, addio pace». IMMAGINI, VIDEO E IDENTIKIT

D'estate più che mai, un parco o un giardino pubblico rappresenta un rifugio, un luogo dove trovare refrigerio e compagnia, fare attività fisica da soli o insieme. Abbiamo deciso di viverli a fondo con voi, cogliendone pregi, opportunità, situazioni da migliorare. Abbiamo scherzosamente ribattezzato questa inchiesta "A piedi nudi nel parco", come il film degli anni Sessanta con Robert Redford e Jane Fonda. Seguiteci, segnalateci, commentateci!

Il Bosco San Giuseppe è, a suo modo, un piccolo segreto: l’ultimo arrivato tra gli spazi verdi che punteggiano Busto deve ancora essere pienamente scoperto dalla cittadinanza. Non che si presti ad accogliere masse di frequentatori, si tratta pur sempre di un’area dalle dimensioni contenute, ma l’impressione è che il suo potenziale, a poco più di un anno dall’inaugurazione e dall’intitolazione a Emanuela Loi, agente di Polizia caduta nella strage di via D’Amelio, non sia ancora del tutto espresso. Complice la sua “riservatezza”: l’accesso di via Bellini non si trova direttamente sulla strada, per arrivarci bisogna attraversare il parcheggio che fronteggia l’asilo Crespi. Sul lato opposto, in via Galvani, l’area è delimitata da un muro che custodisce gelosamente il giardino, ben visibile solo se si raggiunge la porta d’ingresso.

Il Bosco San Giuseppe (primo a credere nelle potenzialità dell’area, sostanzialmente incolta, fu l’assessore Mario Cislaghi, il consigliere Orazio Tallarida ha contribuito a perfezionare il progetto) si presta alla fruizione soprattutto, non esclusivamente, degli adulti. Non ci sono giochi per i più piccoli, ad esempio, presenti invece nelle più ampie aree vicine, il parco di viale Stelvio da una parte, quello del Tessile dall’altra. E in effetti le mamme con bambini spesso non si fermano e si limitano ad attraversare il parco. «È normale – riflette Isabella, frequentatrice abituale con la signora Anna – perché passando di qui gli abitanti dei condomini di via Galvani, o oltre, arrivano in un attimo dalle parti dell’asilo Crespi. Le famiglie che portano i figli lì, o alle elementari attaccate all'asilo, hanno preso l’abitudine di “tagliare”, anche a scuole chiuse».

L’opinione generale sullo spazio è più che positiva: «Sarà che è nuovo, nel complesso si vede una certa cura». Come prevedibile, del resto, basta scavare un po’ perché qualche magagna salti fuori. «I ragazzi che si allenano: c'è chi si comporta in modo impeccabile. E chi no. Fra l'altro ne ha fatto le spese un pero». Isabella tocca due temi un una frase. Il primo: il bosco è dotato di installazioni per fare esercizio fisico, anche se un attrezzo è transennato, rotto da tempo (pare per l'utilizzo "creativo" di qualche bambino). Seconda questione, il bosco ha una vocazione didattica pensata innanzitutto per il plesso delle Crespi, grazie alla presenza di alberi da frutto e mini-orti rialzati. «È un peccato che si veda qualche danneggiamento. Posso testimoniare, fra l’altro, la qualità della frutta, almeno in parte. Quando un ramo è stato rotto e lasciato a terra, mi sono portata a casa il suo "carico". È bastato avere un po’ di pazienza, le pere sono maturate ed erano ottime. Comunque non si vedono molti bambini che vogliano imparare qualcosa. Prevalgono gli adulti, magari con i loro cani. E gente che si rilassa, che legge».

Gianna, in effetti, ha scelto di mettersi sui libri a metà di un pomeriggio afoso, soffocante. «Sono una studentessa attempata – scherza – abito qui vicino e ho pensato che sotto un albero sarei stata meglio che a casa. L'idea funziona abbastanza, anche se qualche difetto, qui, è evidente. Deiezioni canine, per esempio: il punto in cui mi sono messa a studiare è la mia seconda scelta, quello che avevo individuato appena entrata era sporco. Va detto che nelle vie intorno i marciapiedi sono messi ben peggio…».

«Serve cultura un po’ per tutto, anche per creare, valorizzare o mantenere un posto come questo». Parola di Oliviero, seduto su una panchina, affiancato dal fido Jack, sei anni di pelo e voglia di giocare. Oliviero si porta dietro uno zaino colmo di tutto ciò che serve perché l’amico a quattro zampe abbia sull’ambiente circostante un “impatto zero”. E rigira tra le mani un pezzo di vetro raccolto da terra, per buttarlo nel primo cestino disponibile: il parco è in ordine ma qualche piccolo segno di inciviltà si vede anche qui. «Questo posto non è male, ci vengo spesso e spero che si mantenga. Certo, qualche compagnia di ragazzi non si comporta alla grande. Questi gruppi si sono visti soprattutto quando faceva più fresco (Oliviero parla nel mezzo della calura che ha imperversato a fine giugno, Ndr). Poi ci sarebbe da ragionare sull'accessibilità degli spazi, sui marciapiedi. Tanti sono malconci, anche qui intorno, prima di arrivare a godersi un posto come questo un anziano deve fare viaggi non proprio agevoli. Io stesso, in passato, ho dovuto tirare su una signora da terra, dalle parti di viale Stelvio».  

Qualche domanda volante ed emergono possibili, ulteriori migliorie, oltre a critiche e pareri discordanti. Due minorenni che hanno appena finito di allenarsi esprimono apprezzamento per il posto ma lamentano l’impossibilità di bere. La fontanella dell’acqua, funzionante, è a dieci metri. Più fondata è la sottolineatura sui servizi igienici (ci sono delle postazioni dall'aspetto simile a quello dei bagni chimici ma non risultano accessibili), anche se si riconosce subito il problema di un loro possibile uso scorretto. Condivisa l'idea che qualche tavolo servirebbe, magari per giocare a carte o appoggiarci libri e quaderni. Promosse le rastrelliere per le biciclette (però poco utilizzate) e le panchine, nuove e in ottimo stato. Da lì, dalle panchine, le prospettive differiscono: «Questo potrebbe essere un posto molto più vivo, frequentato. Basterebbe pubblicizzarlo, promuoverlo». A due metri di distanza: «Meglio che le cose restino così. Se arrivano in tanti, addio pace».

Bosco San Giuseppe - L'identikit

Ubicazione: vicinanze del centro, con ingressi in via Galvani e via Bellini

Accessibilità: presenti piste ciclabili e ciclopedonali nel vicino viale Stelvio e nella via Galvani. Buona disponibilità di parcheggio sia in via Bellini che in via Galvani

Passeggini - Sedie a rotelle: il parco è attraversato da un comodo e ampio vialetto

Videocamere di sorveglianza: no

Chiosco - Bar: no, ma la predisposizione è presente

Fontanelle acqua:

Servizi igienici: no

Stato delle panchine: ottimo

Giochi per bambini: no

Attrezzatura per fare sport:

Segni particolari: presenti numerosi alberi da frutto e mini orti rialzati. Il parco è intitolato a Emanuela Loi, giovane agente della scorta di Paolo Borsellino, caduta nella strage di via D'Amelio

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Stefano Tosi

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