Si terrà nella giornata di domani, lunedì 30 giugno, un passo fondamentale per le indagini sull'omicidio di Davide Gorla, il commerciante di 64 anni assassinato mercoledì scorso nel suo negozio di via Milano. Sul corpo della vittima verrà eseguita l'autopsia, un esame dal quale gli inquirenti si attendono risposte cruciali per delineare con esattezza la dinamica del delitto e fare luce sui punti ancora oscuri della vicenda.
Dall'esame autoptico, infatti, non emergerà soltanto la causa esatta del decesso, ma si potranno ottenere indicazioni preziose sull'arma utilizzata. Che si tratti di un coltello è quasi certo, dato che la vittima è stata raggiunta da fendenti letali, in particolare al collo. Ma di che tipo di lama si trattava? Un oggetto portato dall'aggressore o un utensile, magari un fermacarte, trovato sul posto e usato in un impeto di violenza? La risposta a questa domanda è decisiva per stabilire se l'omicidio sia stato premeditato o il tragico epilogo di una lite degenerata.
Nel frattempo, il principale sospettato, Emanuele Mirti, 50enne di Castellanza, resta in stato di fermo. Durante l'interrogatorio di sabato davanti al Gip Stefano Colombo, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una scelta strategica, come spiegato dal suo legale, l'avvocato Roberta Bono, motivata dalla presenza di "indizi non concordanti tra loro che sono meritevoli di essere approfonditi". La difesa ha inoltre contestato la convalida del fermo per un presunto "vizio procedurale oggettivo".