Ieri... oggi, è già domani - 28 giugno 2025, 06:00

“Giugn l'e dre 'ndò” - “Giugno se ne sta andando”

Vedo un pizzico di malinconia, mentre Giusepèn mi accoglie a casa: e gli sorrido. Tutto finisce, l'importante è seguire il tempo col cuore in pace...

“Giugn l'e dre 'ndò” - “Giugno se ne sta andando”

Vedo un pizzico di malinconia, mentre Giusepèn mi accoglie a casa: "giugn l'e dre 'ndò" e gli sorrido. "tuscossi ga finissi, Giusepèn - impurtanti l'e 'ndaghi dre cunt'ul coi in pasi" (tutto finisce, Giusepèn - importante è seguire il tempo col cuore in pace) - medita, Giusepèn per qualche istante, poi sbotta "t'e ghe rasòn" (hai ragione) - "a fò pulidu, t'è ciopi 'na cai canelòa, ma dopu a veitò l'à turna a pressa" (a comportarsi bene, prendi qualche delusione, ma dopo, la verità torna a galla).

Non voglio cadere nel pietismo e nemmeno nella polemica - glielo dico chiaro e tondo - ciascuno, esercita il "potere" come gli è congeniale e, in base a ciò che sa: "i miacul i u fò dumò'l Signui" (i miracoli li compie soltanto il Signore).

Giusepèn cambia registro, nel suo commentare - lo so quanto gli preme il nostro Dialetto Bustocco da strada - tuttavia, è colpa di nessuno se la nostra Parlata si spegne - avrei voluto (gli dico) si fossero aiutati i nostri figli e i nostri nipoti, ad apprendere a Scuola, il nostro idioma naturale; invece, come abbiamo agito? - semplicemente tentando di "imporre" l'italiano - ma con quale criterio?

Conoscevamo benissimo il Dialetto Bustocco con tutte le "sfumature" che impone. Tuttavia, una Legge Nazionale ha imposto, voluto, controllato che ogni Dialetto sparisse (proprio così, SPARISSE), senza badare alle conseguenze deleterie, prodotte nelle rispettive Regioni - quindi, abbiamo insegnato male (non conoscendolo) l'ITALIANO, infarcendolo con vocaboli dialettali e si è preteso di allevare una generazione che misconoscesse il Dialetto Locale e imparasse subito a essere... ITALIANI - solo il Maestro Manzi, col suo "non è mai troppo tardi" ha portato avanti un che di Culturale, quanto meno per "far di conto" agli analfabeti che dovevano pure pensare e scrivere in un modo differente da come gli hanno insegnato per comunicare.

Senza allargare il giro, Giusepèn, guardiamo la nostra realtà: siamo rimasti poco più di mille a Busto Arsizio, ad avere appreso il Dialetto Bustocco e ad essere "costretti" a imparare l'italiano - chi ha potuto tramandarlo, ha dovuto subire la Legge e ha insegnato il Dialetto Bustocco, mettendoci dentro parole "estere" che con la Parlata Rustica avevano nulla a che vedere - quindi, il Dialetto dei "sciui" (ricchi) si è infarcito di termini milanesi, varesini e di altri Dialetti.

Restano tuttavia testimonianze, per qualche appassionato "nato Bustocco - vissuto Bustocco", poi chissà... un giorno o l'altro, qualcuno si accorgerà, con stupore che in una Regione occupata e custodita dai Celti (la Lombardia), esisteva una enclave di "sapore Ligure" che non si è adattata alla... semplicità del sapere, ma che ha voluto difendere (finchè ce l'ha fatta) al... sapere romanico, di profumo italiano!

Quando ci salutiamo, Giusepèn ed io, avvertiamo il nostro sollievo-ruspante, lieto di avere offerto il nostro modesto contributo, all'autenticità di Busto Arsizio.

Gianluigi Marcora

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