È stata presentata oggi, al 13° piano di Palazzo Lombardia, la candidatura congiunta di Varese e Gallarate a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2027. Un progetto ambizioso e strutturato che mira a valorizzare il territorio varesino come crocevia della creatività contemporanea, mettendo in sinergia istituzioni, spazi culturali, artisti e cittadini.
La presentazione si è tenuta nella Sala Opportunità alla presenza del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, dell’assessore alla Cultura Francesca Caruso, del sindaco di Varese Davide Galimberti, del primo cittadino di Gallarate Andrea Cassani, del direttore dei Beni FAI Marco Di Luccio e del presidente del Museo MA*GA Mario Lainati.
Ad aprire i lavori l’intervento dell’assessore alla Cultura Francesca Caruso, che ha messo in evidenza il valore strategico della proposta: «Si può dire che la cultura oggi unisce ed esalta una "visione" che risponde sicuramente al progetto: quella di fare uscire la cultura dai luoghi tradizionali. Faccio i complimenti perché ho apprezzato la visione strategica di fare rete tra pubblico e privato, ma anche tra istituzioni, amministratori e amministrazioni anche di colori differenti. È un valore aggiunto. Credo fortemente nell’arte contemporanea come strumento di crescita di una comunità, di un territorio, dell’identità. Tanto è vero che ho voluto all’interno della mia segreteria un’esperta di arte contemporanea. Varese ha come genius loci la capacità di coniugare natura, tecnica e arte. Spero davvero che questa candidatura vada a buon fine. Grazie a tutti coloro che hanno lavorato tanto in questi mesi. Incrociamo le dita».
Al centro del progetto un sistema culturale integrato che unisce le eccellenze artistiche delle due città - dal Museo MA*GA di Gallarate a Villa Panza e al Castello di Masnago di Varese, passando per fondazioni, atelier, gallerie, parchi, luoghi industriali rigenerati e spazi pubblici. Un mosaico di esperienze che punta a una narrazione condivisa.
«Dopo la candidatura di Gallarate per il 2026, che si è conclusa con un meritato piazzamento in finale ma con la vittoria andata a Gibellina - ha ricordato Andrea Cassani, sindaco di Gallarate – abbiamo deciso di rilanciare con ancora più forza, unendo le forze con Varese. La cultura non ha confini comunali e oggi più che mai serve fare squadra». E ha aggiunto: «Grazie a questa candidatura aggregata delle due città. Questo è il secondo bando a cui partecipiamo. Siamo arrivati in finale, c’è mancato poco. È un riconoscimento per entrambe le città di quello che si è fatto per il territorio».
Il sindaco di Varese, Davide Galimberti, ha sottolineato il valore del lavoro congiunto: «È molto significativo anche per il fatto che Varese e Gallarate sono l’unica realtà lombarda che compete a questo importante bando del Ministero. Questo è indice di quanto questa parte della provincia di Varese abbia una rete molto consolidata nell’ambito dell’arte contemporanea. Abbiamo il FAI e il MA*GA, due realtà straordinarie conosciute in tutto il mondo». Galimberti ha poi voluto citare uno dei progetti emblematici inclusi nel dossier: «Uno degli elementi forti è l’individuazione dell’ultimo piano della caserma Garibaldi, da destinare all’Archivio del Moderno. È un lavoro che portiamo avanti da anni con Regione Lombardia e rappresenta un tassello importante nella valorizzazione culturale del nostro territorio».
Il sindaco ha voluto anche rimarcare il valore politico e sociale dell’operazione: «Davanti all’interesse generale del territorio, anche in prospettiva economica, c’è stata una condivisione trasversale, a prescindere dalle casacche politiche. È la dimostrazione di un metodo che in Lombardia funziona e funziona bene. Questo percorso di collaborazione avviato in questi mesi sarà una carta da giocare anche in futuro, a prescindere dal risultato finale. Quando potremo divulgare in modo puntuale i contenuti del dossier, emergerà chiaramente quanto questo territorio sia forte, creativo e coeso».
Anche l’assessore Caruso aveva sottolineato questo aspetto: «Il valore di una candidatura così articolata non sta solo nella proposta culturale, ma nel metodo con cui è stata costruita: dialogo, ascolto, visione condivisa».
Il contributo del territorio è emerso anche dalle parole di Mario Lainati, presidente del Museo MA*GA: «Varese ci ha cercato, la Regione ci ha confermato, noi ci siamo messi a disposizione di tutti dando il nostro contributo. Partecipiamo con un progetto elaborato egregiamente». Mentre il FAI con Marco Di Luccio ha ricordato: «La provincia di Varese è la provincia italiana con più beni del FAI, ben sei. Siamo qui per arrivare al traguardo da vincenti. Abbiamo in serbo tante belle cose».
A rafforzare e chiudere l'unità di questa candidatura davvero istituzionale, l’intervento di Attilio Fontana: «Questa candidatura - ha detto il presidente della Regione - rappresenta una grande occasione per la Lombardia e per un territorio, quello del Varesotto, che ha saputo nel tempo coniugare innovazione e identità». Poi ha aggiunto, con una nota di entusiasmo: «Partecipare è bello, ma vincere lo è di più. Già con Gallarate siamo arrivati in finale, adesso con il sostanziale e sostanzioso apporto di Varese le possibilità di vincere saranno ancora più alte».
La candidatura sarà formalizzata nei prossimi mesi e prevede, in vista del 2027, un programma articolato di mostre, residenze d’artista, installazioni site-specific, workshop, eventi performativi e percorsi partecipativi, con l’obiettivo di lasciare un’eredità concreta e duratura al territorio.
Un dossier, dal nome “Oltre il Giardino: Traiettorie armoniche tra arte, industria e paesaggio”, si propone come modello di rete territoriale e culturale, con lo sguardo rivolto al futuro ma radicato in una lunga tradizione di ricerca artistica e impegno civile.