Sport - 19 giugno 2025, 19:50

VIDEO. Da Busto ad Assisi pedalando per la sicurezza: «La strada è di tutti, basta con la guerra tra automobilisti e ciclisti»

Venti atleti del Gsc Borsano sono partiti dal municipio per l'Umbria: domenica l'incontro con la famiglia di Michele Scarponi. Obiettivo importante, promuovere iil progetto scuola: «Il nostro scopo comune è cercare una linea di correttezza, rispetto e condivisione della strada»

VIDEO. Da Busto ad Assisi pedalando per la sicurezza: «La strada è di tutti, basta con la guerra tra automobilisti e ciclisti»

Venti atleti che pedalano verso luoghi splendidi con un messaggio importante: la strada è di tutti, automobilisti e ciclisti, ma anche motociclisti e pedoni.

Il Gsc Borsano ha voluto lanciare questo percorso dal municipio di Busto Arsizio fino ad Assisi, passando da Filottrano, paese di Michele Scarponi, l'atleta morto in un incidente. Stasera (la partenza reale sarà poi domani mattina) all'incontro erano presenti il vicesindaco Luca Folegani, la presidente del consiglio comunale Laura Rogora e la presidente dell'Assb Cinzia Ghisellini.

«Un passaggio importante è quello che ci vedrà  sostare domenica 22 giugno a Filottrano , paese del compianto ex ciclista professionista Michele Scarponi per il quale il fratello Marco ha creato una fondazione a suo nome - spiega il presidente Antonio Sechi - Lo scopo della fondazione è cercare una linea di correttezza, rispetto e condivisione della strada. Quelle strade non troppo larghe, quelle strade non troppo curate, quelle strade del centro cittadino affollate di pedoni, bici, monopattini, carrozzine e passeggini, anziani e bambini, una città a misura di uomo». Senza dimenticare lo sport giovanile, che deve avere lo spazio per gli allenamenti, visto che non c'è un campo di calcio o una palestra per questa disciplina.

Pedalare fino a Filottrano, dalla Fondazione Scarponi, significa questo. Divertirsi, certo, ma seminare il futuro e  raccogliere il testimone del Progetto Scuola, riportandolo poi all'attenzione di Busto e degli istituti.  Inoltre, dal mese di settembre verrà organizzata una cena solidale per raccontare l'esperienza e raccogliere dei fondi in sostegno alla Fondazione e alle scuole che vorranno aderire.  

Per avere una strada accogliente, di tutti e per tutti, occorre una nuova cultura. Questo significa ridistribuire lo spazio stradale partendo dai più vulnerabili (i bambini, i pedoni, i ciclisti, i disabili) e pretendere maggiori controlli per “cambiare il paradigma vigente”, scansando l’automobile dal vertice della mobilità umana. Per arrivare ad una nuova mobilità, sostenibile e sicura, serve un patto educativo forte tra chi vive la strada ogni giorno. Questo accordo è possibile solo se i valori di una mobilità vengono dichiarati e condivisi, difesi, insegnati e esaltati in tutta la loro forza.

Marco Scarponi, Fondazione Michele Scarponi



 

Redazione

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