Salute - 18 giugno 2025, 14:19

VIDEO - Cure palliative: sotto la lente, soddisfazione degli operatori e una complicata sostenibilità economica

Luci e ombre su hospice e unità che erogano cure a domicilio nel primo convegno annuale dell’Osservatorio di Liuc Business School. Il direttore, Antonio Sebastiano: «Emerge il bisogno di tariffe pubbliche diverse, soprattutto per gli hospice. Evidente la consapevolezza con cui gli operatori scelgono di lavorare in questo settore»

Primo convegno annuale dell'Osservatorio Cure Palliative Liuc Business School

Primo convegno annuale dell'Osservatorio Cure Palliative Liuc Business School

Il primo convegno annuale dell’Osservatorio Cure Palliative di Liuc Business School arriva dopo un anno di attività. Un unicum, l’osservatorio, come sottolinea Luca Moroni, coordinatore regionale della Commissione Cure palliative Uneba (l’Unione nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza sociale è partner, con la Federazione Cure Palliative): «Non ci sono, in questo momento, altri soggetti che aggreghino i dati a questo livello, dati utili a fotografare un sistema, quello lombardo, in cui si è costruito molto ma che ha bisogno di crescere ulteriormente». «L’osservatorio – la sottolineatura di Luca Trama, direttore de “La Provvidenza” e presidente di Uneba Varese – conta su numeri importanti: 25 hospice e 30 unità di cure palliative domiciliari. C’è l’occasione di riunirci, di confrontarci, di fare rete in un settore che finora ha visto iniziative un po’ isolate».

Tra i temi affrontati nel corso dei lavori, introdotti dal presidente dell’Osservatorio, Andrea Venegoni, la sostenibilità economica degli enti e il benessere organizzativo degli operatori. Luci e ombre sul primo punto, sviscerato, per l’Osservatorio, da Umberto Restelli e Roberto Pigni. Ricavi e costi sono stati analizzati nel triennio 2021-23. Restelli ha focalizzato l’attenzione sugli hospice ed evidenziato un incremento del tasso di saturazione, dei ricavi (provenienti innanzitutto dai finanziamenti regionali) dei costi (la voce più cospicua è di gran lunga quella per il personale) con questi ultimi che risultano in modo piuttosto omogeneo superiori rispetto alle entrate. Parzialmente diverso il quadro delle cure domiciliari dipinto da Pigni, con alcune unità di offerta che vedono il segno più nel raffronto tra ricavi e costi ma, spesso, grazie a entrate straordinarie, non garantite nel tempo. «Emerge – sintetizzava, a margine, il professor Antonio Sebastiano, direttore dell’Osservatorio – il bisogno di tariffe pubbliche diverse, in generale ma in modo più marcato per gli hospice».

Lo stesso Sebastiano ha illustrato i risultati della ricerca sul benessere organizzativo degli operatori. Campione composto da 520 lavoratori di 34 tra unità di offerta cure domiciliari e hospice, in prevalenza di donne e full time, età media 44 anni. Al netto di indicazioni su carichi di lavoro percepiti come pesanti e progressioni, nel complesso i risultati sono positivi, tira le conclusioni Sebastiano, anche oltre le attese, «…soprattutto se confrontati a dati ottenuti per altri setting socio-sanitari. Risulta evidente come gli operatori delle cure palliative scelgano questo ambito con consapevolezza».

Panoramica su presente e prospettive affidata a Gianpaolo Fortini, presidente della Società Italiana di Cure Palliative. Il quale, in un quadro non privo di aspetti positivi, ha sottolineato un’importante discrepanza tra teoria e realtà. Nella prima, c’è un lungo percorso che porta dalla fragilità della persona alla progressiva complessità della sua situazione, fino alla terminalità. Nella seconda, risulta una compressione, uno schiacciamento dell’ultima, brevissima fase, fatta di pochi giorni. Sottolineati alcuni dati sul ricorso agli ospedali da parte dei pazienti che ricevono cure palliative (pochissimi quelli che arrivano ai Pronto Soccorso, ancora meno quelli che lì muoiono, di «qualità della morte come parte del nostro divenire, valore sociale e percorso, non attimo, che va rispettato» ha fra l'altro parlato Luca Degani, presidente Uneba Lombardia) ecco la conclusione: «Le cure palliative fanno risparmiare? Ma come è possibile che lo facciano fino in fondo se arrivano negli ultimi 15 giorni di vita?». E sul volontariato (ha approfondito il tema Tania Piccione, presidente Federazione Cure Palliative): «Ben venga, è prezioso. Ma non bisogna deresponsabilizzare le istituzioni».

Stefano Tosi

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