“Siamo qui a volto scoperto e a testa alta. Non ci facciamo intimorire”. Con queste parole la consigliera Margherita Silvestrini ha aperto la conferenza stampa che questa mattina alle 11 ha visto riuniti davanti a Palazzo Borghi tutti i rappresentanti delle minoranze in Consiglio comunale a Gallarate. Un appuntamento convocato per ringraziare i cittadini e le realtà associative che hanno espresso solidarietà dopo le minacce ricevute via social da parte di un noto estremista di destra, a seguito delle posizioni espresse dai consiglieri contro il Remigration Summit del 17 maggio.
“Difendiamo valori fondanti per comunità inclusive e accoglienti – ha proseguito Silvestrini – e condanniamo tutto ciò che ha reso possibile questo clima. È stato legittimato un evento che ha offerto cittadinanza all’indicibile”.
Una critica netta, dunque, non solo verso il contenuto dell’evento, ma anche verso chi ha reso possibile che si tenesse nella sala teatrale comunale. Punto sul quale è tornato con durezza il consigliere Giuseppe Pignataro:
“Quanto accaduto dopo il Consiglio comunale non può essere addebitato a una persona squilibrata, ma è frutto di precise scelte politiche compiute da chi governa Gallarate. Il sindaco ha autorizzato l’utilizzo del teatro e non potrà negarlo. L’ha fatto per convenienza politica. E il problema riguarda anche gli altri consiglieri di maggioranza, perché con il loro atteggiamento hanno creato un terreno fertile per le minacce che stiamo ricevendo”.
Pignataro ha inoltre voluto dedicare un passaggio specifico all’ultimo Consiglio comunale del 4 giugno, soffermandosi in particolare sugli interventi dei consiglieri Aspesi e Galluppi:
“Aspesi è intervenuto senza nemmeno aver letto l’emendamento presentato. Colombo ha chiesto la sospensione. Galluppi, da parte sua, ha sostenuto che bisognasse dare spazio ai ‘bravi ragazzi’ per parlare. È questo il problema: si è difeso l’indifendibile”.
La distanza tra la narrazione ufficiale e le conseguenze politiche è stata ribadita da Davide Ferrari:
“Dal video dell’estremista emerge un’argomentazione ben diversa da quella espressa dal sindaco. Lì c’è l’idea che noi siamo i buonisti e loro quelli con i piedi per terra. Ma noi siamo qui a fare i conti con la realtà. Il sindaco è in carica da otto anni, e l’unica cosa che ha fatto per la sicurezza è mettersi una stella di latta e andare in giro da sceriffo. Non sanno gestire, o forse non vogliono. Così si alimenta una spirale negativa che fa male a tutti”.
L’attacco alla conduzione dell’ultimo Consiglio comunale del 4 giugno è stato frontale anche da parte del consigliere Massimo Gnocchi, che ha definito la seduta “gestita male e condotta in modo imbarazzante”.
“Abbiamo assistito a difese impensabili su questioni indicibili. Bastava ammettere che si è commesso un errore. Invece si è preferito irrigidirsi. Le idee deboli sono pericolose, perché la politica deve saper arginare gli estremismi. Nulla potrà riparare ciò che è accaduto in città. Ecco perché invito la maggioranza a fare finalmente una mossa. Questa non è una battaglia ideologica, ma di civiltà”.
Tra gli episodi denunciati, anche le reazioni derisorie di alcuni consiglieri di maggioranza alla richiesta di sospensione del Consiglio per valutare un emendamento: “Abbiamo assistito a un atteggiamento che va oltre la politica – ha aggiunto Pignataro –. C’è chi ha ironizzato, chi ha sminuito, chi è tornato in aula a stracciarsi le vesti dopo aver sostenuto la necessità di dialogare con chi parlava di ‘nuove fasce d’Italia’”.
Gnocchi ha voluto poi ricordare il vero oggetto della mozione presentata: “Non era un attacco al sindaco, ma alla concessione della sala. La lista Cassani ha votato contro se stessa, contro ciò che aveva dichiarato il giorno del Remigration. Abbiamo chiesto che si cancellasse la parola ‘sindaco’ dal testo. Non l’hanno voluto. È chiaro che volevano trasformarla in uno scontro politico. Ma noi non siamo qui per le crociate ideologiche: siamo stati eletti per occuparci della città”.
Il consigliere ha poi lanciato una proposta concreta: “Incontriamoci al Teatro Condominio, parliamo di sicurezza con i cittadini. Nessuno ha mai difeso l’immigrazione clandestina. Ma un conto è affrontare il problema, un altro è strizzare l’occhio all’estremismo”.
In conclusione, un appello al senso di responsabilità: “Quello che è successo dimostra che chi oggi è in Consiglio comunale in maggioranza non rappresenta più la città. Che lo dicano, se hanno il coraggio: ‘Abbiamo detto cose di cui oggi ci vergogniamo’. Se un nostro collega è stato minacciato, potremmo esserlo tutti. È ora che qualcuno, tra loro, abbia la dignità di fare i nomi e prendersi la responsabilità di quanto accaduto”.