Come ogni anno, la Regione assegna la più alta onorificenza ad associazioni e personalità che hanno dato lustro alla Lombardia. Nel corso della cerimonia tenutasi il 29 maggio al Palazzo della Regione il Presidente Attilio Fontana ha insignito del Premio Rosa Camuna anche l’associazione City Angels.
L’associazione è stata fondata a Milano nel 1994 grazie all’intuito e alla volontà di Mario Furlan con lo scopo di aiutare le persone bisognose ed i più deboli, autentico punto di riferimento basato sulla sicurezza, deterrente contro la delinquenza. Oggi l’Associazione ha sedi in 20 città italiane e due svizzere contando su 600 volontari attivi. Una storia fatta di passione e dedizione, di sacrificio, di determinazione, di bontà, ormai riconosciuta grazie ai segni distintivi del basco blu (simbolo delle forze Onu) e dalla maglietta rossa (colore dell’emergenza).
A ricordare questo percorso è Mario Furlan, docente universitario di Motivazione e crescita personale, fondatore del Wilding, l’autodifesa istintiva. Lo abbiamo incontrato a margine della cerimonia di premiazione della Rosa Camuna e l’approccio è un sorriso amichevole, la prima cosa che traspare incontrando il “papà dei City Angels”.
Mario, Regione Lombardia mette il sigillo ad oltre trent’anni di impegno sociale. Con quale sentimento hai appreso la notizia di questo riconoscimento?
«È una grande soddisfazione per tutti i volontari ed un riconoscimento di quanto abbiamo fatto in questi 31 anni in 22 città: un sentimento di grande soddisfazione».
Gli inizi, leggendo la vostra storia, sono stati difficili ed anche circondati da scetticismo. Concordi però che il “seme del bene” vince contro ogni avversità? In questo senso quanto ha contato l’esempio di Fratel Ettore, con cui hai iniziato questa splendida avventura nel 1994 nella Chiesa del Carmine?
«È stato un punto di riferimento per me; infatti, quando sono arrivato a Milano dopo la maturità (avevo diciott'anni) ed ho visto i senzatetto in Stazione Centrale, ho chiesto chi li aiutasse e mi dissero: “Guarda, va in fondo a via Sammartini e lì c'è un frate che ha un centro dove li aiuta”. Fratel Ettore aveva il suo rifugio ed io per anni ho collaborato con lui. Poi quando siamo nati ed abbiamo iniziato a fare la nostra attività di volontariato lui è stato un punto di riferimento per me. Quando poi gli ho detto che era mia intenzione fondare i City Angels mi ha incoraggiato dicendomi “…è una cosa benedetta e Dio ti sosterrà in questa tua impresa”. Mi ha fatto anche piacere che la Curia di Milano mi abbia chiamato per il processo di beatificazione di fratel Ettore ed abbia potuto contribuire con la mia piccola testimonianza per far sì che Fratel Ettore, che era una persona fuori dal comune, possa diventare beato e magari un domani un Santo».
Tu ed i volontari avete percorso in questi 30 anni l’evoluzione (o involuzione) del disagio sociale a Milano, un osservatorio privilegiato, se vogliamo, dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo. Cosa è mutato camminando nella notte tra le strade della città?
«Milano è una città che ha sempre avuto problemi. I problemi non sono solo a Milano, li abbiamo in tutte le città italiane: in questi 31 anni sono aumentati a Milano, a Roma, a Torino, a Genova, Parma, dappertutto e posso dire che rispetto a quando siamo partiti ci sono meno problemi legati alla droga. Allora (gli anni ’90) erano gli anni dell'eroina e dei tossici che ti rapinavano per farsi una dose. Oggi questo fenomeno si osserva meno mentre è aumentata l'immigrazione incontrollata sulla strada. Buona parte dei reati vengono commessi da immigrati non integrati e poi è aumentato il numero delle persone che vanno in giro col coltello: una volta era relativamente raro trovare qualcuno che ti aggredisse con un coltello, oggi è molto comune anzi è quasi più facile che ti aggrediscano con un coltello che senza! Poi sono aumentate le baby gang, che una volta erano un fenomeno raro ed è aumentato parecchio il numero delle persone violente con disagio psichico. Il disagio psichico è aumentato molto in questi anni nella nostra società, soprattutto dal covid in poi e notiamo che è aumentato anche il numero delle persone malate di mente che vanno in giro per strada e che possono essere molto aggressive. Sì, questa è un è stato una involuzione, quasi una mutazione genetica, ma in negativo».
I bisogni sono sempre tanti di fronte a nuove piaghe che crescono con il disagio (tra le quali la violenza sulle donne). Che messaggio vuoi portare a chi intende avvicinarsi alla vostra Associazione?
«Il nostro è un volontariato molto particolare. Peraltro, il volontariato è una delle ricchezze dell'Italia, noi siamo un Paese dove il volontariato è molto sviluppato e questo credo che faccia parte del carattere nazionale italiano. Gli italiani sono un bel popolo che tende ad essere empatico, ha voglia di aiutare chi ha bisogno. Il nostro volontariato è particolare perché è l'unico che unisce la solidarietà alla sicurezza in quanto noi collaboriamo con le forze dell'ordine sulla strada, per il presidio del territorio, oltre ad aiutare i senzatetto per strada e nei centri d'accoglienza. Penso che tutti dovrebbero fare una qualche forma di volontariato ma non tutti sono adatti ad entrare nei City Angels. Se però qualcuno legge questo articolo e dice - mi piace questo volontariato che sposa la solidarietà con la sicurezza - ci può scrivere a cityangels@cityangels.it. Noi siamo molto selettivi nella scelta dei volontari quindi accettiamo meno della metà di quelli che si propongono, ma se una persona ha voglia di proporsi e noi notiamo che è una persona seria, affidabile, che ha testa ma anche cuore. saremo felici di averlo con noi».
Incontrare Furlan è come immergersi nel vero cuore della solidarietà, quella che trasmette, con il suo abbraccio amichevole e rassicurante, a chiunque incontra. Questo approccio è diventato “virale” se si pensa al successo non inteso come “stare alla ribalta” ma come messaggio vincente di un atteggiamento che diventa gesti semplici ma concreti, con un sorriso, con una bevanda calda, con una coperta, con l’ascolto spesso sfogo ad un disagio non solo fisico ma anche interiore.
City Angels è la risposta alla parte bella di Milano e della nostra Italia, un patrimonio che i premi certificano ma che vive soprattutto della serenità d’animo dei volontari che sono l’ossatura di questo “esercito” le cui armi sono le più belle che l’uomo possa aver creato: solidarietà, vicinanza ed amore per il prossimo.