Cronaca - 03 giugno 2025, 14:53

Smantellata la banda delle truffe porta a porta: sei arresti. Colpivano anziani fingendosi carabinieri o tecnici

Smantellata una banda responsabile di decine di truffe porta a porta contro anziani: sei arresti in provincia di Varese. L’operazione “Luma” dei Carabinieri di Luino ha ricostruito oltre 30 colpi per un bottino superiore ai 500mila euro

È stata smantellata la banda responsabile di decine di truffe porta a porta ai danni di anziani nel Varesotto e in altre province del Nord Italia: sei persone sono finite in carcere al termine di una complessa operazione dei Carabinieri, che le ritengono responsabili di almeno una trentina di colpi, 26 dei quali avvenuti solo in provincia di Varese.

L’operazione, denominata “Luma”, si è conclusa questa mattina con l’esecuzione delle sei misure cautelari in carcere, tutte a carico di cittadini italiani di etnia sinti. I provvedimenti sono stati disposti dal gip del Tribunale di Varese, Marcello Maria Buffa, a seguito di un’indagine condotta fin dal novembre 2024 dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Luino, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Varese.

L’indagine ha permesso di ricostruire l’attività di un’associazione a delinquere specializzata in furti in abitazione realizzati con le modalità tipiche delle cosiddette “truffe agli anziani o a persone in condizioni di minorata difesa”: reati particolarmente odiosi, per il grave impatto psicologico e la compromissione del senso di sicurezza delle vittime.

L’operazione, avviata all’alba, ha coinvolto diverse decine di militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri di Varese, Novara, Biella, Vercelli, La Spezia e Torino, con il supporto delle unità cinofile del Nucleo di Casatenovo e di un elicottero del 1° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Volpiano.

L’attività investigativa è partita da accertamenti condotti nel territorio di Luino per contrastare l’ondata di furti in abitazione e truffe perpetrate da finti carabinieri, tecnici comunali o incaricati di controlli su forniture domestiche. Un fenomeno in forte ripresa, non solo nel Varesotto, ma anche nelle vicine province di Milano e Como.

In uno di questi episodi, i Carabinieri di Luino sono riusciti a individuare un’autovettura sospetta, usata sistematicamente per commettere i reati, sempre con targhe clonate diverse. Questo elemento ha dato il via a una serie di servizi di osservazione, pedinamenti e attività tecniche che hanno consentito di identificare i membri del gruppo e ricostruire l’intera struttura dell’associazione. I componenti risultano domiciliati nelle province di Novara, Biella, Vercelli, Pavia e Torino.

Il sodalizio criminale operava con una precisa suddivisione dei ruoli: leader, telefonista, autista, finto carabiniere o operatore pubblico. Le indagini sono state rese particolarmente complesse dalle accortezze adottate dagli indagati, come l’utilizzo di numerose targhe clonate e il nascondiglio del veicolo principale all’interno di un box nel Novarese, sorvegliato da un sistema di videosorveglianza collegato a uno smartphone per il controllo in tempo reale degli accessi.

L’analisi dettagliata delle denunce raccolte in provincia di Varese e nelle aree limitrofe ha permesso di ricostruire oltre 30 episodi di furti andati a segno in soli otto mesi, per un bottino complessivo che supera i 500.000 euro. Di questi, 26 sono avvenuti in provincia di Varese, due a Como e due a Milano. Altri 20 casi sono attualmente al vaglio degli investigatori per verificare un possibile collegamento con la stessa banda.

Nel corso dell’operazione sono state effettuate nove perquisizioni: sei nei confronti dei destinatari delle misure cautelari e tre a carico di altri indagati residenti nelle province di Vercelli e La Spezia, con l’obiettivo di sequestrare beni mobili e immobili riconducibili ai profitti illeciti e avviare le procedure di confisca. In particolare, una perquisizione ha interessato un soggetto sospettato di essere un ricettatore abituale della refurtiva.

I sequestri eseguiti comprendono sei veicoli, oltre 14.000 euro in contanti, due orologi Rolex e materiale di interesse investigativo, tra cui oggetti per il camuffamento, attrezzi da scasso, spray al peperoncino, quindici targhe clonate, uno scanner per intercettare le comunicazioni delle forze dell’ordine e un dispositivo per simulare guasti domestici come le fughe di gas.

Le indagini non sono ancora concluse: gli investigatori stanno cercando ulteriori riscontri su altri episodi simili avvenuti in Lombardia e Piemonte, oltre a identificare altri ricettatori e fiancheggiatori, per completare il quadro dell’organizzazione criminale.

Tutti gli arrestati sono stati condotti in carcere e rimangono a disposizione dell’autorità giudiziaria, che dovrà ora pronunciarsi sulle responsabilità contestate.

Redazione

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