Anche in Provincia di Varese si discute – e ci si divide – sul Remigration Summit. È stata la maggioranza a portare il caso nell’assise di Villa Recalcati con una mozione firmata dal presidente Marco Magrini e dai capigruppo Michele di Toro (Civici e Democratici) e Matteo Marchesi (La Provincia al Centro) che “condanna” il raduno dell’estrema destra tenutosi a Gallarate.
Il testo è stato approvato col voto contrario dell’opposizione di centrodestra, che non ha risparmiato critiche agli alleati di governo (nazionale, non provinciale) di Forza Italia: «Il “vostro” ministro Tajani sostiene il rimpatrio».
E Leslie Mulas (Lombardia Ideale) ha ribadito il concetto quando si è discusso dei tagli alle province: «Mi stupisce che una mozione politica sia votata da Forza Italia» .
Bellaria presenta la mozione
A presentare il testo non poteva che essere Stefano Bellaria, consigliere di Civici e Democratici nonché sindaco di Somma Lombardo che aveva espresso tutta la propria contrarietà rispetto alla possibilità che il Summit si tenesse – come previsto inizialmente – in un hotel della città da lui amministrata. «Quando si parla di remigrazione – ha detto – si prevede il rimpatrio non solo delle persone che hanno commesso dei crimini o che sono qui illegalmente, ma anche di chi è già integrato, arrivando fino alla terza generazione. Si è parlato di libertà di espressione, ma qui si tratta di idee che promuovono l’odio». Bellaria ha contestualmente condannato chi, per contestare il convegno, ha protestato in maniera violenta o oltraggiato le forze dell’ordine. Un punto aggiunto alla mozione dopo un confronto con la minoranza, mentre gli altri emendamenti suggeriti da Marco Colombo (FdI) non hanno trovato l’adesione dei proponenti.
La mozione chiede di condannare fermamente «ogni forma di propaganda politica che, pur celandosi dietro il principio della libertà di espressione, promuova idee contrarie ai valori fondamentali della Costituzione».
Sottolineando, tra l’altro, «l’importanza, per ogni rappresentante delle istituzioni, di farsi promotore di un linguaggio rispettoso, responsabile e costruttivo, capace di generare fiducia, coesione e visione comune».
Centrodestra all’attacco
«Il can can mediatico nasce da un pregiudizio ideologico nei confronti di un termine che non piace – ha osservato Leslie Mulas (Lombardia Ideale) –. Si continua a parlare di fascismo o nazismo mentre al convegno hanno partecipato giovani uomini e donne fuori dalle vecchie categorie e che vogliono capire come fronteggiare un problema. E nessuno ha parlato di deportazione, cosa che forse in questo momento sta facendo solo Netanyahu. Non dobbiamo squalificare un dibattito serissimo su come vogliamo diventi la nostra società nei prossimi anni. E non capisco gli amici di Forza Italia che stanno portando avanti politiche di contrasto all’immigrazione clandestina e ora si vanno ad appiattire così».
Per Colombo, che si è alzato in piedi per pronunciare il proprio intervento, si tratta di una «mozione invotabile»: «Si etichettano tutti quelli che non fanno parte del pensiero unico. È una mozione pensata male, scritta peggio e presentata in maniera inaccettabile. È solo uno strumento per imbonirsi un certo pensiero collettivo». Da presidente del Consiglio comunale di Gallarate, ha rimarcato che in città «c’è il 15 per cento di stranieri, in provincia il 9. Non si può dire che non sia inclusiva». Agli «amici» di Forza Italia: «Perché sottoscrivere una mozione del genere, quando il ministero degli Esteri è un fermo sostenitore della remigrazione, o rimpatrio se preferite: quello che viene fatto in Albania è questo». E ha citato il romanzo Sottomissione di Houellebecq, in cui un partito musulmano prende la guida della Francia: «Sono preoccupato per il futuro del nostro paese».
«In che razza di mondo vivete? – ha attaccato il capogruppo leghista Sergio Ghiringhelli rivolgendosi alla maggioranza –. È possibile non capire i rischi per il futuro di questo Paese per i nostri figli? Spesso subiamo l’immigrazione selvaggia che mina in tanti casi le fondamenta del nostro vivere sociale. I flussi devono essere controllati: ben venga la manodopera di lavoratori. Ma ci sono interi quartieri anche in Italia in cui uscire la sera diventa pericoloso. Questa mozione è pericolosa, giustifica tutto, anche a difesa di quelli che delinquono». E qui, dai banchi della maggioranza, si è alzato un coro di «no».
Per Ghiringhelli, «l’identità di un popolo è il contrario di un mosaico di culture. Oggi se c’è qualcuno che fa violenza nel nostro paese è una certa sinistra che ogni volta che ne ha l’occasione delinque e spacca. E negare l’accesso alla parola è pericoloso. Se non fosse un termine abusato, direi che sarebbe una posizione fascista».
Forza Italia precisa
Chiamati in causa dagli altri partiti di centrodestra – alleati a Roma ma non a Villa Recalcati – Forza Italia ha precisato, con il vicepresidente della Provincia Giacomo Iametti, che «siamo d’accordo che ci sia un problema di sicurezza, i tribunali sono invasi da denunce contro extracomunitari. Però stiamo parlando di altro. Togliere la parola è un atto di illiberalità, ma prendere come relatori gente che nega l’Olocausto… Certi linguaggi e relatori non ha senso che ricevano una sponda. Noi il Remigration non l’avremmo fatto nella nostra città».
Per Chicco Vettori, a sua volta forzista, «il Remigration Summit mostra un disagio di fronte a un tema ed è compito della politica governarlo. Ed è questo che non si sta facendo, in Italia e in Europa».
Prima del voto, Magrini ha precisato che «non è un attacco a Gallarate e al suo sindaco. Ma la Provincia pensa che la democrazia significhi il rispetto della Costituzione». «A Gallarate non si è fatto nulla di illegale, altrimenti il prefetto o il questore lo avrebbero vietato», ha replicato Colombo.