Un pomeriggio di bellezza e consapevolezza ha illuminato la premiazione del concorso “Sole d’Autunno”, giunto alla sua XXI edizione e tenutosi sabato 24 maggio al Fratello Sole, davanti a un pubblico emozionato e partecipe. Il tema scelto quest’anno, “L’Uomo, la Terra e l’Universo in una contemporaneità consapevole”, ha stimolato riflessioni profonde e versi potenti, capaci di raccontare l’oggi con lo sguardo rivolto all’infinito.
La cerimonia, intensa e toccante, ha visto il trionfo di Maria Francesca Giovelli, vincitrice del primo premio nella sezione Adulti, che si è distinta anche con un secondo componimento ex aequo al terzo posto, seguita da Giorgio Baro di Torino e Fabiola Ballini di Verona. Il Premio della giuria è stato assegnato a Bruno Bianco di Montegrosso d’Asti, per l’originalità e la forza evocativa dei suoi versi.
Nella sezione dedicata ai più piccoli, si è imposta Gloria Falciglia della classe V°C della scuola Tommaseo, davanti alla compagna di classe Giulia Morandi, mentre il terzo posto è stato assegnato congiuntamente ad Adem, Manzi, Megale e Rainoldi della V°A, che si è aggiudicata anche il Premio della giuria per un intenso lavoro collettivo.
La voce e l’anima del concorso, Benedetta Sarrico, ha illustrato lo scopo dell'iniziativa: «È un concorso a tema che ha l’obiettivo di aiutare a vivere la bellezza e l’essenza di ciò che ci circonda, riconoscendo nella vita di ciascuno il contenuto e il contenente di un istante». E ancora: «Le poesie ricevute quest’anno, sezione adulti, raccontano di una nostalgia della bellezza, di muri da frantumare, e di una immensa solitudine nell’incapacità di rapportarsi agli altri».
Colma di gratitudine, emozione e senso di responsabilità verso le nuove generazioni, Benedetta ha voluto dare risalto anche alle voci più giovani: «Le poesie dei bambini e dei ragazzi commuovono perché raccontano di noi bambini-adulti e di ciò che abbiamo perso. Parlano del cielo, della terra, della Luna e della famiglia, riconoscono la natura sofferente e, implicitamente, sottolineano la responsabilità di noi grandi che diventa al contempo rammarico e sprone».
Il momento più poetico è arrivato proprio grazie al lavoro dei più piccoli, che Benedetta ha descritto con una metafora che è già immagine: «Nelle poesie dei bambini e ragazzi ci sono poi lavori di gruppo che pensiamo come piccoli stormi a cinguettare sull’acqua di una fontana». E infine, con la sua voce limpida, ha dichiarato ciò che rappresenta l’essenza del concorso: «Il nostro intento è sottolineare il bisogno di poesia e come essa faccia parte del nostro respirare nel mondo».
Il “Sole d’Autunno” continua dunque a splendere, alimentando con parole autentiche una semina silenziosa ma potente, che anno dopo anno coltiva consapevolezza, meraviglia e senso di appartenenza al mistero dell’esistere.