Dal 1923 Triennale Milano organizza ogni tre anni le Esposizioni Internazionali, invitando figure di primo piano del design, dell’architettura e dell’arte provenienti da tutto il mondo a confrontarsi con un tema. Si tratta dell’unica manifestazione culturale riconosciuta in via permanente dal BIE–Bureau International des Expositions, l'organizzazione intergovernativa che gestisce le Esposizioni Universali e Internazionali.
L’edizione 2025 completa una trilogia avviata nei precedenti appuntamenti che si sono concentrati su sostenibilità e misteri dell’universo e dello spazio cosmico, affrontando ora il tema delle diseguaglianze. La 24ª Esposizione Internazionale è un progetto collettivo che attraverso, mostre, progetti speciali, partecipazioni internazionali, performance ed eventi del public program (a cura di Damiano Gullì con la collaborazione di Fondazione Eni Enrico Mattei) si interroga sulle sfide globali legate alle differenze presenti in vari ambiti dell’esistenza: da quello economico a quello etnico, dalla provenienza geografica al genere.
Un programma vasto ed ovviamente complesso che Triennale Milano ha condensato attraverso un lavoro profondo, raccogliendo pensieri, idee e proposte di ricercatori, creativi e studiosi di varie discipline provenienti da diverse parti del mondo. Ricordiamo Norman Foster, architetto vincitore del Pritzker Architecture Prize, Beatriz Colomina, storica dell’architettura alla Princeton University, Mark Wigley, architetto e docente della Columbia University di New York, Hans Ulrich Obrist, direttore delle Serpentine di Londra e curatore tra i più influenti, Theaster Gates, artista interdisciplinare che unisce pratica sociale, performance e scultura. Vengono esposti i progetti di alcuni dei più importanti architetti al mondo, tra cui i vincitori del Pritzker Prize Kazuyo Sejima e Alejandro Aravena; Elizabeth Diller, dello studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro; Boonserm Premthada, architetto e artista fondatore del Bangkok Project Studio; oltre al contributo dell’artista e regista Amos Gitai, uno dei punti di riferimento del cinema contemporaneo. I temi focali sono stati la geopolitica delle diseguaglianze e la biopolitica delle diseguaglianze. Sul primo aspetto si è curata in particolare la contrapposizione tra ricchezza e povertà spesso visibile anche nelle nostre città. Relativamente alla biopolitica si è presa in considerazione l’osservazione delle abitudini, degli stili e delle aspettative di vita nella società contemporanea.
A dare un respiro mondiale al ricco programma realizzato ed a fornire una visione il più possibile diversificata dei temi trattati, sono presenti ben 17 Nazioni (Repubblica d’Armenia, Angola, Austria, Australia, Cile, Cina, Cuba, Repubblica Ceca, Guinea-Bissau, Libano, Perù, Polonia, Porto Rico, Qatar, Arabia Saudita, Togo e Ucraina) e 3 Organismi internazionali (Partecipazione Transfrontaliera del Polo Nord, Nazione Rom & Sinti, UNSDG Nazioni Unite).
La mostra
Inequalities è composta da 8 mostre curate da: Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa; Beatriz Colomina e Mark Wigley; Marco Sammicheli e Nic Palmarini; Nina Bassoli; Hans Ulrich Obrist e Natalia Grabowska; Seble Woldeghiorghis, Damiano Gullì, Jermay Michael Gabriel (Black History Months Milano); Norman Foster e Norman Foster Foundation; Telmo Pievani; 10 progetti speciali realizzati da: Amos Gitai; ElizabethDiller/Diller Scofidio + Renfro; Theaster Gates; Federica Fragapane; Filippo Teoldi; Maurizio Molinari; Kimia Zabhiyan (Grenfell Next of Kin); Jacopo Allegrucci; DAStU e CRAFT, Politecnico di Milano; Donatella Sciuto, Politecnico di Milano. Coinvolti anche, per la prima volta, 5 atenei milanesi: Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università Bocconi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Politecnico di Milano e Università degli Studi di Milano.
“Dentro le sale della nostra Triennale – ricorda Stefano Boeri, presidente di Triennale - per sei mesi parleremo di diseguaglianze. Lo faremo parlando di città e spazi, ma anche di corpi e vite. Lo faremo grazie a una serie di esposizioni che mostreranno come ricchezze immense siano oggi nelle mani di un minuto pugno di individui. E di come oggi nascere poveri sia una condizione irreversibile per milioni e milioni di abitanti del pianeta. Lo faremo raccontando di come le diseguaglianze–quelle con cui nasciamo e quelle che incontriamo o addirittura creiamo nel corso del tempo–agiscano sulle aspettative di vita e di salute di ciascuno di noi. Parleremo dei ghetti e delle guerre, massima espressione di diseguaglianze così rigide, così profondamente ingiuste, da trasformarsi in crudeli dispositivi di morte. Ma nella mostra che visiterete incontrerete anche le buone idee, le politiche attente, i progetti migliori che sanno a volte trasformare le diseguaglianze in fertili differenze, in qualità condivise che permettono a individui pur differenti di scambiarsi valori, arricchendosi reciprocamente. Con Inequalities, Triennale Milano non pretende dunque di esaurire un tema, ma piuttosto, come ha sempre fatto, di suggerire delle riflessioni e di proporre alcune soluzioni”.
In occasione di Inequalities vengono realizzate due pubblicazioni. La prima, edita da Electacon il progetto grafico di Pentagram e disponibile dall’apertura dell’Esposizione, rappresenta il vero e proprio catalogo della manifestazione e presenta i contributi dei curatori, artisti e designer coinvolti. La seconda, disponibile dall’autunno, è affidata alla redazione di “Lotus”, con cui Triennale ha avviato una collaborazione che ha portato alla realizzazione di tre numeri della rivista sul tema delle diseguaglianze. Verrà prodotto un doppio numero di “Lotus” che offrirà una serie di riflessioni critiche e approfondimenti su alcune delle tematiche affrontate in mostra.
Inequalities
13 maggio – 9 novembre 2025
Triennale di Milano
Viale Alemagna 6 – Milano
Orari da martedì a domenica 10.30 – 20.00 (lunedì chiuso)