La sala consiliare del Comune di Fagnano Olona è stata intitolata oggi, 23 maggio, alla presenza delle autorità e del prefetto di Varese Salvatore Rosario Pasquariello, a Falcone e Borsellino, iI due magistrati che hanno lottato contro la mafia anche a costo della vita.
La cerimonia è avvenuta non in un giorno qualsiasi. Giovanni Falcone è morto proprio il 23 maggio 1992 a Capaci, in Sicilia. E meno di due mesi dopo, il 19 luglio, in via D’Amelio a Palerno la stessa sorte è toccata al collega e amico Paolo Borsellino. E in entrambi i casi a perdere la vita non sono solo stati solo loro.
Sugli scranni della sala hanno preso posto sia gli esponenti dell’amministrazione comunale sia i componenti del consiglio comunale dei ragazzi capitanati dal “loro” sindaco. Questi ultimi hanno presentato i loro lavori e i loro pensieri e hanno evidenziato come l’intitolazione non sia solo un gesto simbolico. Quei valori, hanno detto, sono ancora oggi il fondamento del nostro vivere civile.
All’appuntamento sono intervenuti anche il direttore artistico di Crt “Teatro – educazione” Edartes, Gaetano Oliva, che ha ripercorso la storia e il pensiero dei due magistrati, e Tatiana Galli, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Fermi, che ha sottolineato come anche nella quotidianità si debba mettere in pratica l’insegnamento dei due magistrati siciliani.
Il Prefetto ha illustrato il contenuto di alcuni articoli della Costituzione e ha messo in luce come Falcone e Borsellino abbiano contribuito non solo al progresso materiale, ma anche al progresso spirituale della loro società. «Hanno insegnato – ha dichiarato - che la legalità non è solo un’arma ma un valore, non solo un codice, ma una scelta morale».
«Come tutti i fenomeni umani – ha detto Pasquariello a proposito della mafia - ha un inizio e avrà anche una fine. Quella fine però non arriverà da sola, ma dipende da noi, dalla nostra memoria, dal nostro coraggio, dal nostro impegno».
E ha aggiunto: «Se ognuno nel suo ruolo compirà il proprio dovere con disciplina e onore contribuendo al progrersso materiale e spirituale della società, allora sì che il sacrificio di Falcone e Borsellino non sarà stato vano».
Infine, prima di svelare la targa all’ingresso dell’aula consiliare, ha preso la parola il sindaco Marco Baroffio. «È nostro dovere oggi più che mai – ha affermato - continuare il loro lavoro nelle scuole, nei tribunali, nelle istituzioni nella società civile perché la mafia si sconfigge anche con la memoria, con l’esempio, con la cultura della legalità. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono morti invano. Finché ci saranno cittadini pronti a dire no all’omertà, alla corruzione, alla violenza, loro vivranno e continueranno a camminare accanto a noi».
È stato il parroco don Simone Chiarion ad andare al cuore essenziale della questione. «Prima ancora di che cosa fai – sono state le sue parole – c’è il come lo fai e prima ancora c’è il chi sei, chi vuoi essere, l’uomo».
I due nomi riportati fuori dalla sala quindi non sono solo legati al ricordo, ma, e questo è l’auspicio del sacerdote, devono suscitare una domanda: io che uomo voglio essere?