C’è chi lascia un segno. E poi c’è chi lascia un’impronta profonda, impressa nella terra e nei cuori. Olinda Mimma Ardini vedova Olivato era così: non passava, restava. Con un sorriso, una parola di conforto, un gesto di carità, una preghiera silenziosa. Se ne è andata all’età di 96 anni, portando con sé una storia di dedizione, coraggio e fede che ha attraversato guerre, dolori, e rinascite.
Presidente per tre volte del Pasfa: un caso unico in Italia
Mimma Ardini è stata una figura centrale nella vita spirituale e associativa della caserma Nato “Ugo Mara” di Solbiate Olona. Tre volte presidente del Pasfa – Patronato Assistenza Spirituale Forze Armate – ruolo che ha ricoperto per ben nove anni, unica in Italia, ha saputo essere punto di riferimento in un periodo di trasformazione profonda, quando la caserma si apriva al comando Nato.
In quegli anni difficili, Mimma fu capace di reinventare il Pasfa, tessendo rapporti con il Corpo d’Armata, l’Ordinariato militare e la sede nazionale dell’associazione. La sua determinazione, unita a un’eleganza naturale e a un’intuizione acuta, fu più volte lodata anche pubblicamente: Mimma era la donna delle soluzioni, del dialogo, della fede applicata alla concretezza della vita quotidiana.
Dalla cappella alla comunità: la missione di Mimma
Il Pasfa di Busto Arsizio era stato fondato nel 1964 da Mimma Ughi, che volle fortemente la costruzione di una cappella all’interno della caserma per permettere ai giovani soldati di leva di partecipare alla messa senza doversi recare in città. Molti anni dopo, un’altra Mimma, Olinda Ardini, avrebbe raccolto quel testimone spirituale, custodendolo e rinnovandolo con visione e amore.
Una vita tra accoglienza, dedizione e fede
Nata a Massa, Mimma si era sposata nel duomo della sua città nel 1948 con Guido Olivato, sergente maggiore dell’esercito italiano. Visse in caserma per gran parte della sua vita: prima alla “Teulié” di Milano, poi alla “Ugo Mara”, fino al 1975. Rimasta vedova a soli 44 anni, con quattro figli da crescere, non si arrese mai.
Per dieci anni fu assistente di studio del ginecologo Camillo Fana, ma la sua vera vocazione fu sempre quella dell’accoglienza. Nonna di otto nipoti, bisnonna di otto pronipoti, Mimma incarnava il valore dell’amore pratico: una carità concreta, un abbraccio per chiunque fosse in difficoltà.
Il ricordo del figlio Tito: “Donna mia madre”
A raccontare il suo spirito con parole toccanti è Tito Olivato, figlio di Mimma e presidente dell’associazione “Riabitare”:
«Donna Leonessa
Donna di Fede
Donna d’amore
Donna tenace
Donna di Speranza
Donna solare
Donna sorridente
Donna di Carità
Donna risoluta
[…]
Ogni problema una soluzione
Ogni questione un abbraccio
Ogni rimprovero un bacio
Donna di vita
Donna di mare
Donna d’amore
Donna di Dio
Donna adDio»
Un ritratto poetico e intenso di una madre che è stata anche guida, roccia, maestra di vita.
Protagonista anche della memoria storica
Mimma compare anche tra i protagonisti del libro POW, scritto dal figlio Tito, in cui si racconta la vera storia del marito Guido Olivato, sottufficiale italiano deportato nei campi di prigionia inglesi dopo la tragica battaglia di Cheren, durante la seconda guerra mondiale. Una vicenda drammatica e spesso dimenticata dalla narrazione storica ufficiale, ma che Mimma ha custodito con orgoglio e dignità, mantenendo viva la memoria di quei giorni terribili e dell’eroismo silenzioso di tanti italiani.
L’ultimo saluto
I funerali di Mimma Ardini si terranno sabato 24 maggio alle 15.30 nella chiesa parrocchiale “San Luigi” di Beata Giuliana, a Busto Arsizio. Il rosario sarà recitato alle 15.15. Mimma riposa ora alla casa funeraria “Le Origini” in viale Sicilia 5.