Busto Arsizio - 21 maggio 2025, 14:22

Senzatetto allontanati da Malpensa, Sos Stazione: «I disperati si aiutano, non si cacciano»

Il volontario Emilio Lonati si è recato all’aeroporto qualificandosi come clochard e a sua volta ha ricevuto un ordine di allontanamento. «Chi è senzatetto è senza tutto», afferma, preoccupato per l’avvicinamento delle Olimpiadi invernali. Annunciato un esposto al prefetto

Ieri sera, tra le persone identificate e allontanate dall’aeroporto di Malpensa, c’era anche Emilio Lonati, responsabile della Rete Sos Stazione (che unisce Caritas, Croce Rossa, Comunità Giovanile, Cristiani Evangelici), impegnata al fianco dei senza fissa dimora.
«Faremo un esposto al prefetto – fa sapere il volontario –. I disperati si aiutano, non si cacciano». 

Un’operazione analoga si era verificata lo scorso febbraio ed era stata criticata da Lonati che ieri, avvisato da un «amico clochard», si è precipitato in aeroporto qualificandosi a sua volta come «clochard che da alcuni giorni dorme in aerostazione».
Il suo sforzo, insieme a quello degli altri volontari, per aiutare chi è in difficoltà è massimo e gli è stato riconosciuto dal Comune di Busto che lo scorso anno, nell’ambito della festa patronale, gli ha attributo il premio Olga Boni destinato a persone e associazioni che fanno del bene senza apparire.

Oggi racconta che, dopo aver consegnato i documenti agli agenti, è stato «fatto entrare in questa stanza dove ho trovato una decina di amici clochard che, compilato il verbale di Daspo, venivano poi allontanati dalla Malpensa».
Trentotto gli ordini di allontanamento notificati, come si legge nel comunicato diramato dalla questura

Il volontario ha riavuto i documenti intorno a mezzanotte, ricevendo «il verbale di Daspo che prevede una sanzione pecuniaria da 100 a 300 euro e l’obbligo immediato di allontanamento dall’aeroporto per 48 ore. La motivazione: bivaccando impedivo la libera accessibilità alle infrastrutture aeroportuali».

Prima di firmare il verbale, ha chiesto di aggiungere una dichiarazione sul fatto che «questa operazione  contrasta col protocollo firmato in prefettura a Varese nel luglio del 2023». «In particolare –aggiunge – con le fasi 3, 4 e 5 che prevedono una mano tesa, l’ingaggio di queste persone, la presa in carico e l’accompagnamento verso soluzioni abitative esterne all’aeroporto».

«Vorrei ricordare che chi è senza tetto è senza tutto – prosegue il volontario di Sos Stazione –. Hanno perso famiglia, lavoro, spesso la salute. A volte sono disperati. I disperati si aiutano, non si cacciano in nome del decoro o delle Olimpiadi invernali che si avvicinano».
Lonati è preoccupato proprio dal conto alla rovescia scattato per i Giochi: «Se le fasi 3, 4, 5 del protocollo non vengono applicate, temo che presto si arrivi allo sgombero totale». 

Essendo impegnato in prima persona su questo fronte, riconosce che «portare fuori queste persone con i percorsi previsti dal protocollo è difficile, perché non ci sono soluzioni sul territorio». I quaranta o poco più posti disponibili tra i dormitori di Busto e Gallarate, dice, sono insufficienti: «C’è un sottodimensionamento inaudito».
Qualcosa però si può fare, e la rete Sos Stazione ci sta riuscendo, compatibilmente con i mezzi a disposizione: «Nel nostro piccolo, negli ultimi mesi abbiamo portato fuori dalla Malpensa quattro persone. Una è in comunità, una in famiglia, due in dormitorio. Bisogna seguire queste persone proponendo percorsi reali. I disperati non si cacciano, si aiutano», ribadisce. 

Nel frattempo, annuncia, «faremo un esposto al prefetto su quanto accaduto. Il signor prefetto dovrebbe spingere perché vengano trovate soluzioni abitative concrete per i senza fissa dimora che si vedono costretti a dormire in Malpensa».

Riccardo Canetta