Cultura - 20 maggio 2025, 08:01

VIDEO. Una sinfonia di speranza: al Manzoni la musica incontra il pensiero

Una serata di musica, riflessione e dialogo con la Filarmonica di Sacconago in un concerto ispirato alla speranza, arricchito dagli interventi di monsignor Luca Raimondi. Protagonisti anche giovani di scuole, oratori e associazioni, con domande su pace, ambiente, lavoro e carcere. Un evento corale che ha intrecciato emozione, spiritualità e impegno civile. Pienone al Manzoni

In un tempo in cui le notizie si rincorrono come onde cariche di incertezza, una serata al teatro Manzoni di Busto Arsizio ha saputo restituire luce, bellezza e fiducia. È successo lunedì 19 maggio alle 21.15: un appuntamento che ha unito arte, spiritualità e impegno civile, avvolgendo il pubblico in un abbraccio fatto di note, parole e riflessioni.

Il sipario si è alzato su “Temi di speranza, per un mondo migliore”, concerto della Filarmonica di Sacconago diretta da Marco Ferrario. Ma non è stata solo una serata musicale: è stato un viaggio, un dialogo profondo tra coscienza e bellezza, tra emozione e responsabilità. Sul palco, accanto agli strumenti, la voce limpida e ispirata di monsignor Luca Raimondi, che ha alternato alle esecuzioni musicali momenti di meditazione intensa, coinvolgendo il pubblico in un percorso spirituale e sociale.

Il programma, variegato e potente, ha attraversato culture, epoche e messaggi universali: dalle danze popolari israeliane Rikudim, piene di energia e comunità, al Coro degli schiavi ebrei dal Nabucco di Verdi, struggente inno alla libertà. Dalle moderne composizioni di Siro Merlo alla colonna sonora di Pearl Harbor di Hans Zimmer, fino all’energia di Jesus Christ Superstar e all’impegno civile dei Modena City Ramblers con I cento passi, in memoria di Peppino Impastato. Il crescendo finale ha portato in scena You Raise Me Up e Io vagabondo, che hanno chiuso la serata con un’ondata di emozione condivisa.

Ma il cuore pulsante dell’evento è stato il dialogo con le nuove generazioni. In prossimità del 2 giugno, l’iniziativa è stata sostenuta da Anpi, Soci Coop e Libera, intrecciando musica e testimonianze sociali. Ragazzi di scuole, oratori, scout e associazioni hanno lavorato nei mesi precedenti su temi cruciali, ponendo domande vere e profonde a monsignor Raimondi.

Gli adolescenti dell’oratorio San Filippo si sono interrogati sulla speranza. «Non è ottimismo né utopia – ha detto Raimondi – ma visione del possibile. Oggi il grande tabù non è il sesso, ma la morte. La speranza ci insegna a guardare oltre».

Gli scout del gruppo Busto 1 Agape hanno affrontato il tema di pace e guerra. «Tutti dicono di volere la pace – ha sottolineato – ma senza giustizia non esiste riconciliazione vera».

Sul tema dell’ecologia integrale, Raimondi ha ricordato: «La pace, per noi cristiani, è armonia con il creato. Ecologia viene da ecos e logos, casa e senso: dobbiamo lasciare il mondo come lo abbiamo trovato, anzi, meglio».

Gli studenti dell’Istituto Torno hanno riflettuto su emarginazione e dignità del lavoro, mentre l’associazione Combinazione ha posto l’accento sull’immigrazione: «Chi è cristiano – ha ribadito monsignor Raimondi – non può ridurre questo tema a un problema sociale: accoglienza e sicurezza vanno coniugate, ma ricordiamoci sempre che siamo fratelli».

Infine, la comunità della Valle di Ezechiele ha aperto una riflessione sul carcere, tra sanzione e possibilità di riscatto: «Il carcere è lo specchio della società – ha detto il relatore – e va pensato come luogo di recupero, non solo di punizione».

Il pubblico ha seguito con attenzione, emozione e partecipazione. E in un momento di lieve stanchezza… don Luca ha sorpreso tutti invitando la platea ad alzarsi, muoversi, alzare le braccia e girare su se stessi. Una risata collettiva, un respiro condiviso: segno che anche nelle serate più serie c’è spazio per la leggerezza, se è fatta di umanità.
Dulcis in fundo, monsingor Raimondi ha intonato “Io vagabondo” dei Nomadi.

Una serata intensa e luminosa, capace di accendere domande, seminare pensieri e – forse – risvegliare una speranza più viva e concreta.

Laura Vignati

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