Cronaca - 17 maggio 2025, 16:17

Remigration Summit, il punto della situazione tra ospiti internazionali, tanta Lega e massima sorveglianza

Dal videomessaggio di Vannacci agli interventi di esponenti della destra radicale europea e statunitense. Rimane alta la tensione fuori dal Teatro Condominio

L'uscita dei partecipanti al Remigration Summit 2025

L'uscita dei partecipanti al Remigration Summit 2025

É terminato al Teatro Condominio il Remigration Summit, il controverso convegno internazionale che ha riunito a Gallarate alcune tra le voci più radicali della destra identitaria europea e nordamericana. L’area circostante il teatro resta sotto stretto controllo da parte delle forze dell’ordine, mentre all’interno si sono conclusi gli interventi dal profilo ideologico e politico.

La giornata si è aperta con un videomessaggio del generale Roberto Vannacci, che ha espresso la propria vicinanza ideale ai temi dell’incontro. Ha parlato di difesa dell’identità nazionale e della necessità di ristabilire ordine e sicurezza nei confini europei (leggi QUI).

A seguire è intervenuta una deputata tedesca di Alternative für Deutschland (AfD), che ha rilanciato la necessità di rimpatri sistematici per proteggere i valori fondanti delle nazioni e ha denunciato la presunta fragilità delle attuali politiche europee in tema di immigrazione. Sul palco è salita poi Eva Vlaar, attivista olandese molto attiva sui social, che ha puntato il dito contro quella che ha definito “la decadenza morale e politica dell’Europa liberale”, chiedendo un ritorno ai principi della sovranità e dell’identità culturale.

Molto tecnico e ideologicamente denso l’intervento di una ricercatrice del think tank statunitense White Papers Institute, che ha tracciato un’analisi comparata tra le dinamiche demografiche europee e nordamericane, indicando nella pressione migratoria una minaccia sistemica alla stabilità dell’Occidente. In un registro più diretto e militante si è espressa invece Jacky Eubanks, esponente del Partito Repubblicano statunitense, già parte della campagna elettorale di Donald Trump, che ha parlato della remigrazione come di una sfida culturale comune a tutto il mondo occidentale, evocando la necessità di un’alleanza transatlantica contro le élite globaliste.

Toni provocatori anche nell’intervento di Dries Van Langenhove, ex parlamentare belga e volto della destra identitaria fiamminga, che sostiene l’avvio di un progetto di remigrazione coordinata a livello europeo. Concetti affini sono stati ripresi da John McLoughlin, teorico irlandese della destra anglosassone, che ha parlato di “erosione culturale dell’Occidente”.

Durante la seconda parte del summit sono stati trasmessi anche i videomessaggi di due esponenti della Lega al Parlamento Europeo. Isabella Tovaglieri, eurodeputata varesina, ha difeso il diritto alla libera espressione politica anche su temi divisivi come l’immigrazione. Silvia Sardone, vice segretario della Lega Salvini Premier ed europarlamentare, ha invece definito l’evento “un atto di coraggio politico”, lodando chi ha scelto di non piegarsi alla cultura del pensiero unico.

Presente fisicamente a Gallarate anche Kenny Smith, leader dello Homeland Party del Regno Unito, che descrive l’Europa come una civiltà sotto assedio. A chiudere la serie di interventi è stato Martin Sellner, noto attivista austriaco e fondatore del movimento identitario nella sua nazione, che ha parlato della sostituzione etnica come minaccia esistenziale.

All’uscita del teatro, piazza Garibaldi e le vie adiacenti restano sotto un controllo serrato da parte delle forze dell’ordine. Finora non si sono registrati incidenti, ma le tensioni restano alte. Alcuni gruppi dell’associazionismo locale stanno valutando nuove forme simboliche di protesta. Intanto, l’evento continua ad alimentare un acceso dibattito politico, destinato a riverberarsi ben oltre i confini di Gallarate. Abbiamo raccolto la testimonianza di Max Ferrari giornalista e militante della Lega fuori da Teatro Condominio.

Alice Mometti

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