La prevenzione si fa anche fuori dagli ambulatori. E si può fare anche parlando di arte, attorniati dalla bellezza o ascoltando musica di qualità.
È questo il concetto alla base de “La Cultura del vivere bene, la Cultura per vivere bene”, il progetto promosso da Regione Lombardia e Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt).
Dopo il primo appuntamento al Maga di Gallarate con Mogol, l’iniziativa che unisce benessere e arte – ideata e sostenuta in particolare dall’assessore lombardo alla Cultura Francesca Caruso – coinvolge ora il direttore della Pinacoteca di Brera Angelo Crespi e si sposta ora a Busto Arsizio. Dove, tra l’altro, inizia davvero a prendere forma il progetto della nuova sede della Lilt, che sorgerà nella zona dell’ospedale. Il sindaco Emanuele Antonelli: «Mi piacerebbe inaugurarla prima della scadenza del mandato», nel 2027.
La serata al Campus Reti
La tappa bustocca dell’iniziativa è in programma al Campus Reti, negli spazi in via Mazzini 11 dove è ospitata una galleria d’arte moderna.
In particolare, la serata verterà sul tema della prevenzione dei tumori alla mammella e ginecologici. Oltre al direttore Crespi e all’assessore Caruso, interverranno Ivanoe Pellerin, presidente provinciale della Lilt; Paolo Ceriani, medico chirurgo responsabile della Brest unit dell’Asst Valle Olona; Giacomo Colombo, direttore dell’Unità operativa di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Busto.
L’incontro sarà accompagnato dalle note dell’orchestra “StradiVari” diretta dal maestro Fabio Gallazzi.
Sinergia vincente
L’iniziativa è nata a seguito di un dialogo tra Caruso e Mogol, che da tempo riflette sul rapporto tra medicina, salute e cultura. Dopo il successo della prima tappa a Gallarate proprio con l’autore di tanti successi di Battisti e non solo, questa volta viene coinvolto Angelo Crespi, che peraltro – da bustocco – gioca in casa.
«È un progetto molto importante e ambizioso – sottolinea l’assessore regionale –. Il prossimo appuntamento sarà a Luino, ma andremo in tutta la provincia di Varese per cercare di diffondere la cultura del volersi bene. E non vedo l’ora di vedere la collezione Paneghini al Campus Reti».
Il presidente della Lilt Pellerin parla di una «sinergia estremamente produttiva. Dobbiamo impegnarci di più in questa direzione, perché purtroppo anche lo screening regionale registra un numero di “fidelizzazione” non eccelso. Dobbiamo cercare di diffondere l’attenzione al proprio organismo. Un tumore si manifesta in modo impercettibile e progressivo. Abbiamo un po’ di tempo per identificarlo e arrivare prima ci permette di avere terapie più facili, interventi meno invadenti, una qualità di vita migliore. È importante anche trasmettere un messaggio di tranquillità, che parta dai giovani, purtroppo a loro volta interessati da malattie oncologiche, diversamente da quello che molti pensano».
«La buona salute è la norma, la malattia è un’eccezione. E curarsi è un dovere», è il mantra del numero uno provinciale della Lilt.
«Anche questa iniziativa mostra l’importanza della rete tra un ente pubblico, il terzo settore e la parte produttiva-economica del territorio, uniti per unico fine – evidenzia l’assessore bustocca all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni –. Questo è il futuro, l’intreccio tre nature diverse porta a un risultato più concreto rispetto a percorrere le singole strade. E questo connubio tra cultura e prevenzione e tra bello e malattia è importante. Spesso la capacità di reazione è legata alla capacità emozionale e psicologica del paziente. Accostare anche il bello visivo aiuta nella risposta alla cura. È la prima volta che la prevenzione socio-sanitaria viene portata avanti come “cultura”».
Martina Raimondi, responsabile del welfare aziendale di Reti Spa, aggiunge che «siamo felici di ospitare un evento importante come questo. La prevenzione ha un ruolo chiave e il benessere deve partire dall’azienda. Da tre anni collaboriamo con la Lilt, che svolge un lavoro egregio nel territorio».
Tra l'altro, il 24 giugno, in occasione della festa patronale, il camper dell’associazione tornerà in un quartiere di Busto per fare prevenzione.
«L’assessore Caruso ha avuto un’idea meravigliosa - afferma il sindaco Antonelli -. Coniugare cultura e scienza è fondamentale. In questo caso si unisce la bellezza al “mostro”, come lo chiamo io. È importante, perché vivere in mezzo alle cose bella aiuta, sempre. Sono contento che il progetto faccia tappa a Busto dopo il successo dell’evento con Mogol a cui ho partecipato».
La nuova “casa” della Lilt
La conferenza stampa in municipio è stata l’occasione per il sindaco per fare il punto sulla nuova sede provinciale della Lilt. L’associazione è stata l’unica a partecipare al bando per l’assegnazione dell’area comunale nella zona dell’ospedale, vicino alla Croce rossa.
«Anche la Cri lavora meglio nella nuova sede – ha detto il primo cittadino –. Dovete fare una cosa bellissima, so che l’assessore Caruso, anche se non è la sua delega, ci aiuterà. Intanto i bustocchi incominceranno a pensare di dare una mano. Tra due anni il mio mandato scade, mi piacerebbe inaugurarla».
Pellerin ringrazia per «il fortissimo appoggio da parte dell’amministrazione di Busto. Siamo impegnati a realizzare una cosa bella che serva a tutti come riferimento».
Da parte dell’assessore Caruso, i complimenti alla Lilt per l’impegno ma anche all’amministrazione «per la sensibilità dimostrata nel dare loro una casa».