Da don Alessio Casoni riceviamo e pubblichiamo questo stupendo ricordo di don Giovanni Mariano, storico parroco di Sant'Edoardo a Busto Arsizio negli anni Novanta, scomparso a 79 anni (LEGGI QUI).
Nel cercare di raccogliere un quadro sul nostro amato ex parroco don Giovanni Mariano, che ebbi la fortuna di conoscere nella mia infanzia nel lontano 1992, quando è arrivato nella nostra amata chiesa e parrocchia di S. Edoardo Re e Confessore in Busto Arsizio il 1° novembre, fino alla sua partenza per il nuovo incarico di prevosto di San Martino in Bollate tra il novembre e dicembre dell’anno 2000, non mi è facile ricostruire la ricca memoria di tutto quanto ha donato nel suo mettersi in gioco da sacerdote (fortemente credente), giornalista ed economista, così leggo in merito alla sua formazione accademica in un trafiletto autobiografico di un sua produzione scritta sulla figura del santo patrono della nostra chiesa e parrocchia.
Come tratti memoriali, in “punta di piedi”, oserei affermare per quello che ho assaporato nel cammino di crescita di iniziazione cristiana vissuta in quegli otto anni di sua presenza fra noi, un forte radicamento nella Parola ed Eucaristia, curata dai vari momenti di formazione catechetica, culturale, pastorale e missionaria che, sotto azione dello Spirito Santo, oltre che per zelo e coraggio personale da lui proposto, intrecciando molte relazioni con esperti e testimoni venuti in parrocchia.
In quel periodo degli anni novanta del secolo scorso, alle porte del Nuovo Millennio, abbiamo respirato un'ansia missionaria ed ecclesiale da “sentirci a casa” nella nostra parrocchia e da una volontà di crescita, alimentata dal suo bagaglio culturale da uomo giornalista e amante dello studio della storia, basti guardare l’innovazione e la modalità previrtualmediatica di quel periodo nelle varie, vaste e accurate pubblicazioni di articoli, proposte e testi del “Giornale di S. Edoardo trimestrale” e del “Giornale di S. Edoardo settimanale” sostenute da una sua capacità di studio e approfondimento dei documenti storici, letterali e giuridici e di vantaggio, per quanto riguarda la ricerca appassionata delle radici storiche e di fede dell’allora giovane parrocchia e quartiere, nel vivere il contatto quotidiano con quei laici adulti e anziani, ormai per la maggior parte oggi riposanti nella Patria del Cielo, che han visto nascere la Chiesa, la Parrocchia alla presenza dei primi due parroci: don Ambrogio Gianotti e don Eugenio Bertolotti, quest’ultimo suo immediato predecessore, senza dimenticare la presenza cinquantennale delle Suore di Maria Ausiliatrice, oggi non più esistenti per carenza vocazionale e delle laiche Ex Allieve Salesiane e di laici consacrati o di buoni padri e madri di famiglie che han collaborato e che oggi continuano a collaborare.
Nel coraggio e zelo, come oso affermare in merito a don Giovanni, come non dimenticare il frutto di questa passione che passava nella cura forte e, a volte non sempre facile, delle cose esteriori delle vita parrocchiale che richiamano quelle interiori: dai riti liturgici e celebrazioni eucaristiche, dalle preghiere in comune con la gente, dalle strutture fisiche come: la chiesa, l’oratorio, la casa parrocchiale e delle suore e i vari spazi parrocchiali, segno di quella vitalità tipica del pastore zelante e ben radicato nella fede, che cerca di far sentire il suo gregge ben accolto e accompagnato con l’aiuto di altri e altre che Dio pone al fianco, avendo cercato di portarci con tutte le forze ed entusiasmo all’ingresso degli anni duemila.
Per concludere, di cose ce ne sarebbero tante da raccontare, vorrei riproporre le immagini della realtà parrocchiale, da lui elaborate con gli altri sacerdoti e collaboratori laici, richiamando la sua personalità di fede e cultura, che lui ci ha offerto nel lontano 1998 nella redazione di: “ Noi siamo cristiani così - regola di vita del cristiano ambrosiano di Sant’Edoardo” sotto impulso episcopale del Cardinal Martini:
-un cristiano inquieto: nel senso di ricerca appassionata di Dio, della Verità e di come meglio collaborare alla salvezza del mondo
- riconoscere i doni che ci sono trasmessi nella nostra Chiesa Ambrosiana: il cristiano ambrosiano di S. Edoardo sa che “TRADITIO” è la proposta della Fede che Dio ci dona, attraverso tutto quello che dice e vive la nostra Chiesa Ambrosiana, a partire dall’età apostolica, richiamando la fede alla luce della Parola e il dono della fede battesimale;
- accoglienza dei doni ricevuti nella preghiera, nella Parola di Dio studiata, nei Sacramenti che guariscono e fortificano, nella Messa o Celebrazione Eucaristica Domenicale;
- restituzione di ciò che si è ricevuto: partecipazione alla vita parrocchiale con la formazione, nei servizi parrocchiali, nell’accoglienza di nuovi parrocchiani e di farsi prossimi con persone che vivono emergenze gravi o di emarginazione…
In questo “dipinto” molto ricco e poco approfondito, per la complessità dei doni lasciati da don Giovanni, restituisco alla mia comunità natale, l’immagine e la memoria di questo sacerdote che ha accompagnato la mia crescita e non solo, come persona di fede, sfociando nella personale scelta vocazionale al ministero presbiterale, alimentata anche dalla sua testimonianza, ringraziando Dio di averla donata alla nostra comunità parrocchiale, in particolare alla mia persona, di cui ho avuto piacere di condividere con lui personalmente, ben otto anni fa nel 17 giugno 2017, con la sua presenza fisica alla mia ordinazione presbiterale presso la Cattedrale di S. Ambrogio in Vigevano.
Grazie don Giovanni! Prega per noi da lassù con Maria e i santi, in particolare, il nostro amato Sant’Edoardo Re e Confessore coi Santi Magi copatroni.
Don Alessio Casoni