Un viaggio della memoria. Domenica 11 maggio, le sezioni ANPD’I di Busto Arsizio, Cremona, Milano, Desio e Lago d’Idro uniranno le loro forze per un’importante missione di commemorazione: onorare i 53 caduti della Tragedia della Meloria, il più grave disastro militare in tempo di pace nella storia dell’Esercito Italiano.
Partiranno alla volta di Livorno per deporre una corona in mare, proprio sulle Secche della Meloria, là dove il 9 novembre 1971 scomparve nel nulla l’aereo Gesso 4 con a bordo 46 paracadutisti della Folgore e 6 avieri britannici.
Il programma della cerimonia
La commemorazione inizierà alle 9 con il minuto di silenzio e la Preghiera del Paracadutista, momento sacro che apre ogni cerimonia militare con profondo rispetto. Successivamente, cinque subacquei – uno per ogni sezione – si immergeranno per pulire il cippo sottomarino e rendere omaggio ai caduti con le foto ufficiali dei labari di sezione.
Al termine della cerimonia in mare, il gruppo si sposterà alla caserma Vannucci, luogo simbolico legato alla memoria della Folgore, per proseguire i momenti commemorativi. La giornata si concluderà con il pranzo alla mensa della caserma, nel segno della fratellanza e dell’unione.
La tragedia che non si dimentica
«Era il 9 novembre 1971 - spiega il presidente della sezione di Busto Arsizio Giovanni Melis - Alle 2 del mattino, nei reparti della Brigata Paracadutisti Folgore, risuonò la sveglia per dare inizio all’Operazione “Cold Stream”, manovra congiunta italo-britannica. Dall’aeroporto San Giusto di Pisa, 10 velivoli della Royal Air Force – tra cui il famigerato Gesso 4 – erano pronti a decollare verso il sud della Sardegna.
Ma qualcosa andò storto. Gesso 4, una volta in volo, scomparve dai radar e si inabissò nelle Secche della Meloria per cause mai chiarite. Nessuno si salvò. Il bilancio fu tragico: 52 vittime subito, cui si aggiunse, il 18 novembre, un incursore paracadutista caduto durante il recupero dei corpi».
Il 53° angelo della Meloria
Pochi ricordano che, nove giorni dopo la sciagura, un altro paracadutista perse la vita. Si trattava di un sottufficiale incursore, esperto di immersioni, incaricato di recuperare i corpi dei compagni dispersi. Durante le operazioni nelle acque profonde e insidiose della Meloria, anche lui rimase vittima del mare. La sua morte, avvenuta il 18 novembre 1971, aggiunse un’altra ferita al cuore della Folgore. Il suo nome si unisce a quello degli altri caduti, e oggi viene ricordato come il 53° Angelo della Meloria, simbolo di un sacrificio estremo e silenzioso.
Le parole del poeta-paracadutista
Nel suo romanzo autobiografico “Tragedia della Meloria – Gli Angeli Dimenticati”, il poeta e paracadutista Pietro Aldo Lamberto, reduce dell’operazione Cold Stream, scrive: “Non sentimmo il rombo dell’aereo. Non vedemmo il cielo lacerato dalla caduta. Ma sentimmo l’anima tremare, quando capimmo che Gesso 4 non rispondeva più. La Meloria non restituì che silenzi e dolore. E quei ragazzi, i nostri fratelli, furono consegnati alla leggenda.”
Parole che pesano come pietre, ma che sanno anche dare forma al ricordo. Lamberto, con la sua penna e il suo vissuto, ricorda che la memoria va nutrita, rispettata, portata avanti. Così come faranno i paracadutisti il prossimo 11 maggio, rinnovando un voto di fratellanza che non conosce tempo né oblio.