Cronaca - 30 aprile 2025, 11:04

Imprenditrice cinese evade il fisco e impiega lavoratore clandestino: le Fiamme Gialle di Como sequestrano 200mila euro

Indagine della Guardia di Finanza lariana nei confronti di una donna residente nell'area dell'Erbese titolare di un'azienda operante nel settore metalmeccanico, durante la quale sono emerse numerose irregolarità: l'imprenditrice è stata anche denunciata per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte

Imprenditrice cinese evade il fisco e impiega lavoratore clandestino: le Fiamme Gialle di Como sequestrano 200mila euro

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Como, su delega della Procura della Repubblica locale, hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per un valore superiore a 200.000 euro, disposto dal Giudice per le indagini preliminari nei confronti di un’imprenditrice cinese residente nell’area erbese.

 L’attività investigativa ha preso avvio a seguito di un controllo fiscale effettuato dalla Compagnia di Erba nei confronti di un’azienda operante nel settore metalmeccanico, durante il quale sono emerse numerose irregolarità. All’atto dell’accesso, i Finanzieri hanno riscontrato la presenza di due lavoratori “in nero”, uno dei quali di nazionalità cinese, irregolare sul territorio nazionale e già destinatario di un provvedimento di espulsione. Quest’ultimo è stato denunciato per inottemperanza al decreto di espulsione, mentre la titolare è stata segnalata per aver impiegato manodopera straniera priva di permesso di soggiorno. 

L’azienda è stata inoltre sanzionata con la sospensione dell’attività, poiché oltre il 10% dei lavoratori risultava impiegato senza regolare comunicazione di assunzione. Nel corso dell'ispezione fiscale è emerso che l’impresa aveva indebitamente dedotto costi del tutto estranei all’attività d’impresa – tra cui l’acquisto di ingenti quantità di carne suina e di riso destinati ad un ristorante gestito da un familiare, diversi capi d’abbigliamento firmati, dispositivi Apple e giocattoli – e aveva utilizzato fatture per operazioni inesistenti, emesse da altri imprenditori di origine cinese, con l’obiettivo di evadere imposte dirette e IVA.

Sulla base degli elementi raccolti, la Procura ha richiesto e ottenuto dal GIP il sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni fino a concorrenza dell’imposta evasa. Durante l’esecuzione del provvedimento, è stato inoltre accertato che la titolare aveva tentato di sottrarre i propri beni al sequestro simulando l’affitto dell’azienda a una società di capitali, formalmente amministrata da un connazionale ma, di fatto, gestita interamente da lei. Gli accertamenti bancari hanno confermato che era la stessa imprenditrice a versare gli stipendi sia ai dipendenti sia all’amministratore della nuova società, dimostrando così la creazione fittizia della società con l’intento di eludere le azioni di riscossione coattiva. Per questo è stata anche denunciata per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Redazione

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