Cronaca - 17 aprile 2025, 16:53

DELITTO DI SAMARATE. La famiglia di Teresa sceglie il silenzio. I vicini: «Lei era sempre sorridente. Lui educato ma chiuso»

I figli della vittima tornano nella casa del femminicidio per un incontro con i legali. Intanto Samarate piange e si stringe nel dolore

L'avvocato Scalia, legale della famiglia di Teresa, con i carabinieri oggi

L'avvocato Scalia, legale della famiglia di Teresa, con i carabinieri oggi

Oggi è il giorno della consapevolezza, della presa di coscienza lucida e dolorosa. Teresa Stabile, 55 anni, è morta. Uccisa – secondo la ricostruzione dei fatti finora emersa – per aver desiderato una vita diversa, libera dal marito.

È in queste ore che la famiglia della vittima – i figli, i genitori e la sorella – è costretta a fare i conti con la realtà più atroce: la perdita e la ricostruzione di un delitto maturato all’interno delle mura domestiche.  

Secondo quanto trapelato, i familiari sono stati già sentiti dagli inquirenti e hanno conferito con il Pubblico Ministero titolare delle indagini, con i legali di fiducia e con i militari dell’Arma dei Carabinieri, primi ad intervenire sul luogo della tragedia. La Procura sta vagliando l'ipotesi della premeditazione, anche in base a uno scritto del marito che indica la data del 16 aprile (LEGGI QUI).

All’esterno della villetta di via San Giovanni Bosco 55, teatro dell’omicidio, solo poche auto. E sotto una pioggia battente, i giornalisti attendono silenziosamente una dichiarazione, una voce, un dettaglio. Intorno a mezzogiorno, i due figli della vittima hanno fatto ingresso nel cortile della casa, accompagnati dall’avvocato Manuela Scalia, incaricata dalla famiglia per seguire sia l’organizzazione delle esequie sia i primi atti formali per la costituzione di parte civile nel futuro processo penale a carico di Vincenzo Gerardi, 56 anni, marito della vittima e ora ristretto in custodia cautelare nel carcere di Busto Arsizio.

Dentro quella casa si è svolto un primo incontro tra i familiari e i legali per stabilire i prossimi passi. Mentre fuori il maltempo e il silenzio surreale dipingevano l’immagine di una comunità ferita.

Alle 14.30, l'avvocato Scalia ha lasciato la villetta scortata dai Carabinieri. Alla stampa ha rilasciato una sola dichiarazione: «La famiglia ha scelto il silenzio. Una scelta che va rispettata».

I vicini, intercettati dai cronisti, parlano sottovoce. «Sembravano tranquilli, mai avremmo immaginato», «Lui? Educato, ma chiuso. Lei invece era sempre sorridente». Ma lo shock rende le testimonianze frammentarie, confuse, rotte dall’emozione.

Nel frattempo, il sindaco Alessandro Ferrazzi ha indetto una assemblea pubblica per questa sera, un momento di riflessione e memoria dedicato a Teresa e a tutte le vittime di violenza di genere (LEGGI QUI). La giunta ha proclamato tre giorni di lutto cittadino, dal 17 al 19 aprile, con bandiere a mezz’asta e annullamento degli eventi pubblici.

Davanti al cancello della villetta, alcuni mazzi di gerbere – fiori che rappresentano la forza e l’amore puro – sono stati lasciati in segno di lutto. Un gesto semplice ma potente, che testimonia come l’intera comunità voglia reagire, non rimuovere, non dimenticare. 

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Alice Mometti

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