Economia - 19 novembre 2024, 07:00

Intervento di correzione dell’alluce valgo: cosa aspettarsi nel post operatorio?

L’alluce valgo è una problematica con numeri molto grandi e diffusa soprattutto nella popolazione di sesso femminile

Intervento di correzione dell’alluce valgo: cosa aspettarsi nel post operatorio?

L’alluce valgo è una problematica che presenta numeri molto elevati e diffusa soprattutto nella popolazione di sesso femminile. Nonostante le numerose informazioni scientifiche che girano sul web, sono ancora tante le persone che non prendono nemmeno in considerazione la possibilità dell’intervento, prese dal timore di avere a che fare con un post operatorio disagevole.

Al giorno d’oggi, grazie soprattutto alle importanti evoluzioni tecniche che hanno riguardato la chirurgia, la gestione del postoperatorio è ben lontana da quanto appena descritto.

Premettendo l’importanza di rivolgersi tempestivamente, nei casi in cui il dolore rendesse difficile la conduzione di una vita quotidiana serena, a ortopedici verticalmente esperti in problematiche del piede, vediamo, nelle prossime righe, cosa aspettarsi dal post operatorio dell’intervento di correzione dell’alluce valgo.

Preoccupazione per le recidive? Un ricordo del passato

Il primo motivo per cui è il caso di affrontare tranquillamente il post operatorio della correzione dell’alluce valgo riguarda il fatto che, grazie alla tecnica mini-invasiva di nuova generazione MICA (Minimally Invasive Chevron Akin), oggi considerata gold standard per la correzione dell'alluce valgo, si ricorre ai mezzi di sintesi, che permettono di contrastare efficacemente quelle forze che possono comportare il ritorno della deformità.

Accanto a questo approccio, c’è anche quello di alluce valgo intervento mini invasivo: sul sito Camillamaccario.it è possibile trovare tutte le informazioni sul profilo di una delle principali specialiste del settore in Italia, un faro ormai da anni nella chirurgia ortopedica che riguarda il piede e la caviglia.

In medicina e in chirurgia non esiste l'assenza completa di complicanze o risultati garantiti al 100%. L'evoluzione delle tecniche chirurgiche, però, ha permesso oggi grazie alla tecnica percutanea MICA, di ridurre in modo significativo il rischio di ritrovarsi ad affrontare di nuovo il problema alluce valgo a causa di una recidiva.

Carico immediato

Quando si valuta se sottoporsi o meno all’intervento per la correzione dell’alluce valgo, è bene sapere che non c’è ragione di temere di non poter camminare da subito. Al giorno d’oggi, infatti, il paziente può riprendere la deambulazione il giorno successivo all'intervento.

Per questi momenti importantissimi, si ricorre ad una scarpa ad hoc, un modello simile ad un paio di sneakers. Essenziale è sottolineare che la camminata - con carico completo - pressoché immediata nel post operatorio ha un ruolo cruciale ai fini del raggiungimento del risultato previsto per l’intervento.

Si tratta, infatti, di uno step essenziale per ottimizzare e velocizzare il processo di guarigione.

Bendaggi e controlli

Concluso l’intervento di correzione dell’alluce valgo della durata di circa 15-20 min, si procede all’applicazione di un bendaggio, che viene mantenuto per 30 giorni. Con una cadenza di circa 10 giorni, il paziente viene invitato a sottoporsi a controlli da parte del chirurgo che ha eseguito l’intervento per rinnovare la medicazione.

In media, dopo un mesetto dall’operazione è possibile iniziare a indossare scarpe comode di tipo non ortopedico.

Molto spesso non si tratta della calzatura elegante che, in molti casi, è parte integrante degli outfit femminili. Nell’arco dei primi 30 giorni dopo l’atto chirurgico, infatti, è normale avere a che fare con un quadro di gonfiore.

Si tratta di una complicanza? Assolutamente no! Anche se può sembrare strano, parliamo di un segnale del fisiologico processo di guarigione.

In particolare, è spia della guarigione dei tessuti molli che, rispetto a quelli ossei, richiedono un po’ più di tempo per tornare alla situazione precedente l’intervento.

Rientrato il gonfiore, è possibile indossare praticamente tutte le scarpe. Nei casi in cui l’operazione venga effettuata nei mesi caldi, è naturale chiedersi se sia possibile ricorrere all’infradito. Nessuno lo vieta ma, per amor di precisione, è il caso di ricordare che non si tratta della tipologia di scarpa più raccomandata.

Quando si può riprendere a guidare la macchina?

Nella maggior parte dei casi, si può riprendere a guidare la macchina più o meno un mese dopo l’intervento. Lo spartiacque dei 30 giorni è decisivo per la ripresa di diverse abitudini che caratterizzano la quotidianità della persona tra lavoro, vita privata e scelte relative all’outfit.

Essenziale è ovviamente rivolgersi a un chirurgo esperto, che garantisca la pratica quotidiana della sopra citata tecnica.

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