Salute - 22 ottobre 2024, 08:41

IL DIBATTITO. «Collaborazione e confronto per poter dar risposte concrete al territorio. L'ospedale unico non riguarda solo Busto o Gallarate»

La vice sindaco reggente di Castellanza sottolinea l’importanza del dialogo per arrivare a ottimizzare i servizi sul territorio: «Per alcuni interventi è necessario che la parte sanitaria cammini di pari passo con il lavoro degli uffici»

IL DIBATTITO. «Collaborazione e confronto per poter dar risposte concrete al territorio. L'ospedale unico non riguarda solo Busto o Gallarate»

L'emergenza medici che ha interessato negli scorsi anni diverse comunità del Bustese ci ha insegnato che, anche quando si parla di sanità, i cittadini vedono nei sindaci un punto di riferimento a cui rivolgersi per segnalare i problemi e per chiedere soluzioni.

È per questo che anche su questo importante tema, come già sottolineato nelle scorse settimane dai primi cittadini di Marnate (leggi QUI) e Solbiate Olona (leggi QUI), è fondamentale il dialogo tra Asst Valle Olona e i comuni, che spesso sono i primi a rilevare le criticità sul proprio territorio di competenza.

Anche la vice sindaco di Castellanza Cristina Borroni è intervenuta sull’argomento, ribadendo l’importanza di coinvolgere i comuni nella Valle Olona nelle valutazioni che precedono le decisioni che riguardano l’ambito sanitario a partire da quelle sul nuovo ospedale unico.

SANITÀ

«Nel 2021 – racconta Cristina Borroni – i primi cittadini dei comuni che fanno parte dell’Azienda Speciale Consortile Medio Olona hanno mandato in Regione una lettera che chiedeva, in sintesi, che il presidente dell’assemblea dei sindaci potesse partecipare agli incontri propedeutici sull’ospedale di Busto e Gallarate, che da sempre è il punto di riferimento sanitario per chi vive nel nostro territorio.

Questa richiesta non è stata accettata perché la nuova struttura non sarebbe sorta all’interno dei confini dei nostri comuni, non comprendendo che quando si parla di ospedale unico non si parla solo di Busto Arsizio o Gallarate, ma anche di tutte le altre comunità che sorgono nelle vicinanze».

Una collaborazione che, secondo la vice sindaco castellanzese, dovrebbe riguardare il mondo della sanità in generale, soprattutto quando questo va ad avere impatti concreti su diversi aspetti della vita di una comunità.

«Castellanza è stata una delle città in cui l’emergenza legata ai pensionamenti dei medici di base è stata più grave – ricorda Cristina Borroni – ed in quel frangente la collaborazione tra il comune e l’Asst è stata fondamentale per far fronte alla situazione.

La riforma afferma chiaramente che l’ospedale non è e non deve essere l’unico presidio sanitario sul territorio e che è necessario creare dei punti di assistenza intermedi a cui i cittadini possano rivolgersi, come ad esempio le case di comunità che faranno sì che non tutto graviti intorno al nosocomio.

Qui a Castellanza dovrebbe sorgerne una su viale Don Minzoni; abbiamo visto che i lavori sono ripartiti, ma non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale in proposito, e non abbiamo nemmeno potuto esprimere le nostre preoccupazioni riguardo le criticità che potrebbero sorgere a livello urbanistico e di viabilità a seguito della presenza della struttura».

La nuova casa di comunità, infatti, sorgerà in un’area dove il traffico è già molto importante e dove le criticità in merito al tema dei parcheggi sono già molte, ed è per questo che più di una volta l’amministrazione castellanzese aveva proposto, senza successo, luoghi alternativi.

Ma viabilità, traffico e parcheggi non sono gli unici temi sui quali sarebbe necessario un confronto sistematico: «Anche per quello che riguarda tutti i servizi socio sanitari – prosegue la vice sindaco – è fondamentale che ci sia più collaborazione, perché si tende a dimenticare che la competenza del comune è relativa all’aspetto sociale e non a quello sanitario.

Per alcuni interventi che rientrano nell’ambito del sociale, però, come nel caso dei minori che necessitano di alcune forme di supporto o del percorso di recupero dalle dipendenze, è necessario che la parte sanitaria cammini di pari passo con il lavoro degli uffici, e che la comunicazione avvenga con regolarità.

Nella fase di ridefinizione dei piani di zona in cui ci troviamo si punta sulla collaborazione tra il mondo del sociale e quello sanitario, ma alla fine questa non si concretizza».

COLLABORAZIONE TRA COMUNI

La vice sindaco reggente di Castellanza, poi, si è focalizzata anche sulla necessità che le diverse amministrazione del territorio lavorino insieme per trovare risposte concrete alle necessità della comunità.

«In Valle sono anni che i comuni sperimentano attraverso l’Azienda cosa significhi collaborare – spiega Cristina Borroni – ma è necessario che questa forma di condivisione venga potenziata, andando definitivamente oltre le logiche di divisione politica e di appartenenza partitica per compiere concretamente quel passo che manca per superare i confini dei propri paesi e città.

È fondamentale iniziare a ragionare con una visione più ampia, che permetta realmente di andare oltre la basilare gestione delle situazioni ed arrivare a trovare nuove e concrete risposte ai nuovi bisogni che provengono dal territorio in cui viviamo.

Solo così sarà possibile iniziare a collaborare non solo per quanto riguarda il sociale, ma anche in tutti gli altri ambiti».

Una direzione che il comune di Castellanza ha già intrapreso, ad esempio, con la decisione di affidare il servizio di igiene urbana a AEMME Linea Ambiente: «La scelta che abbiamo fatto – conclude la vice sindaco – così come quella che è stata fatta anni fa per la gestione del servizio idrico, va proprio in questa direzione, scegliendo di entrare in una partecipata che ci permette di fornire maggiori servizi ai nostri cittadini».

Loretta Girola

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