Lombardia - 01 ottobre 2024, 15:32

Intitolazione sala di Palazzo Pirelli a Luigi Ganna. Monti (Lega): «Omaggio a un grande campione e all’importanza dello sport per la vita e la prevenzione»

«Questo evento è un tributo non solo alla straordinaria carriera di un campione, ma anche al legame profondo che Ganna ha sempre avuto con la sua terra natale, la provincia di Varese, e con i valori dello sport come disciplina e prevenzione» ha dichiarato il consigliere della Lega e Presidente della Commissione Welfare del Consiglio regionale della Lombardia, presente all'inaugurazione

Intitolazione sala di Palazzo Pirelli a Luigi Ganna. Monti (Lega): «Omaggio a un grande campione e all’importanza dello sport per la vita e la prevenzione»

“Oggi è stata intitolata la Sala 5 del quinto piano di Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia, a Luigi Ganna, il primo vincitore del Giro d'Italia e simbolo indiscusso dello sport italiano. Questo evento è un tributo non solo alla straordinaria carriera di un campione, ma anche al legame profondo che Ganna ha sempre avuto con la sua terra natale, la provincia di Varese, e con i valori dello sport come disciplina e prevenzione” ha dichiarato il consigliere della Lega e Presidente della Commissione Welfare del Consiglio regionale della Lombardia, Emanuele Monti, presente all’inaugurazione.

"E’ con grande emozione che oggi celebriamo Luigi Ganna, una figura che ha portato in alto il nome di Varese e dell’Italia intera, dimostrando che attraverso lo sport si possono raggiungere traguardi straordinari. Ganna è un esempio di determinazione, coraggio e forza di volontà, valori che oggi più che mai dobbiamo trasmettere alle giovani generazioni. Lo sport non è solo competizione, ma è anche un potente strumento di prevenzione e benessere fisico e mentale”.

L’intitolazione della sala vuole ricordare non solo il primo Giro d'Italia vinto da Ganna nel 1909, ma anche le sue umili origini come muratore nella provincia varesina, prima di diventare uno dei più grandi ciclisti della storia.

"L’esempio di Luigi Ganna deve ispirarci tutti, non solo nello sport ma anche nella vita quotidiana," ha concluso Monti. "Come istituzione, vogliamo continuare a promuovere iniziative che favoriscano l'attività fisica come strumento di prevenzione e salute per i cittadini lombardi. È un impegno che dobbiamo alle nuove generazioni, affinché comprendano che lo sport è una chiave fondamentale per una vita sana e attiva".

Alla cerimonia di intitolazione, oltre a Federico Romani (presidente del consiglio regionale) e Emanuele Monti, sono intervenuti l’Amministratore delegato di RCS Sports Paolo Bellino e il campione del mondo nella prova di ciclismo su strada a Varese nel 2008 Alessandro Ballan: ad aprire il momento inaugurale è stata una video intervista “immaginaria” realizzata a Luigi Ganna grazie all’intelligenza artificiale e realizzata da Pasquale Diaferia, Paolo Del Prato e Federico Facchini.

Erano presenti anche il giornalista Sandro Brambilla, Stefania Bardelli promotrice dell’evento e la bisnipote di Luigi Ganna Ilaria Marzoli. Con loro il Vice Presidente del Consiglio regionale Giacomo Cosentino, l’Assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso, numerosi Consiglieri regionali, il Vice Presidente del CONI Lombardia Claudio Pedrazzini, il Presidente della Società ciclistica “Alfredo Binda” di Varese Renzo Oldani e gli artisti Enrico Dicò, Andrea Ravo Mattoni, Vittore Frattini e Fausto e Felice Boga che hanno presentato le opere a tema da loro realizzate e dedicate a Luigi Ganna ed esposte sulle pareti della sala.  

L’opera di Enrico Dicò, che si intitola “Il campione è ritratto in chiave moderna, con la tecnica della materia e combustione”, rappresenta un tricolore che alle sue spalle lo spinge metaforicamente verso il traguardo”; Fausto e Felice Boga hanno rappresentato il “Re del fango”, come era soprannominato Luigi Ganna, con gli occhi puntati al traguardo senza curarsi degli avversari alle sue spalle; Andrea Ravo Mattoni ha omaggiato Ganna con un ritratto a spray su tela che riprende una rara foto in cui il campione sorrideva; Vittore Frattini ha presentato un’opera composta da linee ripetute all’infinito, che rappresentato il percorso che i ciclisti affrontano per arrivare al traguardo.

Nella sala al quinto piano del Pirellone è stato posizionato il Trofeo “Senza Fine” - 37 esemplari in tutto il mondo - il secondo postumo dopo quello di Marco Pantani, realizzato da La Gazzetta dello Sport e RCS Sport e consegnato ai nipoti di Ganna durante l’ultimo Giro d’Italia, nella tappa lombarda di Livigno.

Luigi Ganna (Induno Olona, 1º dicembre 1883 – Varese, 2 ottobre 1957) è stato uno sportivo e imprenditore lombardo di successo, uno dei pionieri dello sport italiano, il primo vincitore del Giro d’Italia nel 1909. Nello stesso anno ha trionfato nella Classica delle classiche, la Milano Sanremo, un'impresa straordinaria considerando l’epoca. Dopo il ciclismo si è dedicato alla gestione della fabbrica di biciclette che ha portato il suo nome contribuendo così anche all'evoluzione tecnica del ciclismo. 
“Il muratore varesino Luigi Ganna è alto e forte, ha il viso aperto e gioviale del semplice: sotto la camiciola inzaccherata di calce s’indovina il torso possente”. Gianni Brera immaginava così quel ragazzotto che ai primi del Novecento si presentò al “Club Granida” di Piazza d’Armi a Milano, dove corridori più o meno improvvisati si sfidavano per alimentare le scommesse del pubblico. Luisun era nato nel rione San Cassano di Induno Olona il primo dicembre 1883 e aveva una forza taurina: a diciassette anni faceva il pendolare dalla Valceresio a Milano in bicicletta. Pedala e pedala, eccolo attratto dal ciclismo. Diventa dilettante nel 1905 e debutta professionista alla prima edizione del Giro di Lombardia (è terzo dietro al “Diavolo rosso” Gerbi e a Rossignoli).

Partecipa al Tour: con Galetti e Pavesi forma il trio dei moschettieri italiani. Le corse dell’epoca sono trasferimenti avventurosi in mezzo a mille pericoli e a strade impossibili. Ma nulla ferma il coriaceo Ganna, un corridore speciale, fortissimo sul passo ma un po’ fermo in volata. L’anno d’oro del nostro è il 1909, quando vince Sanremo e Giro d’Italia (prima edizione).

Sulla Riviera dei Fiori compie un’impresa epica: primo sul Turchino in mezzo a una bufera con pioggia e nevischio, fora in discesa ma recupera su tutti e poi fugge di nuovo. Al Giro è l’apoteosi (tre tappe e la classifica finale), che lo fa diventare il ciclista italiano più forte e più famoso. La Gazzetta celebra il campione e dedica queste righe alla Val Ganna: “Una valle che nel verde che s’adagia nasconde la roccia e il granito … terra classica di scultori, ha diffuso intorno a sé una simpatica forma di intelligente rudezza. Degli uomini di quella valle, alti, asciutti, induriti sulle strade montane, si dice: sono dei forti”.

Legatissimo all’Atala, per la quale ha corso a lungo, Ganna è uno sportivo accorto e saggio capace di slanci e di iniziative intraprendenti. Non s’accontenta dei successi e si dedica con determinazione e passione alla famiglia e all’azienda di bici e moto che ha fondato. Negli anni cinquanta correrà per il marchio Ganna anche il grande Fiorenzo Magni. Luisun, amatissimo imprenditore, scomparirà il 2 ottobre 1957.

Redazione

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