«Sono una che si butta a pesce nelle nuove avventure, sono molto determinata. E mi sono detta: ma sì, facciamola». Così Laura Viganò, gallaratese - ma anche molto bustese sia perché insegna spagnolo all'Ite Tosi (LEGGI QUI), sia perché corre con la Bumbasina Run - ha deciso di buttarsi nella "marathon pour tous", 42 chilometri a Parigi a conclusione delle Olimpiadi.
La decisione
Alle spalle di Laura ci sono già partecipazioni importanti, come quella alla maratona di New York. Ma com'è nata l'idea di Parigi? «Ho letto una newsletter delle varie corse del mondo - racconta - e veniva citata la possibilità di partecipare alla maratona per tutti attraverso vari canali. Era favorito chi viveva in Francia, perché poteva partecipare agli eventi. Ma c'erano challenge proposte dalle App e io... le ho fatte tutte. Da febbraio a giugno 2023». Un mese dopo, le viene comunicato che potrà partecipare: «Un'emozione molto forte, non ci credevo».
C'è un anno per prepararsi, ma bisogna trovare l'equilibrio tra famiglia (ha due figlie, la più piccola di tre anni) e lavoro. La professoressa si schermisce: «Io corricchio... Corro soprattutto la sera e la preparazione ufficiale è iniziata a marzo, aumentando via via i chilometri. Sì, è la mia terza maratona. La prima a New York per i miei quarant'anni (oggi ne ha 41, ndr), poi a Firenze con il gruppo».
Il sogno diventa realtà e già le emozioni assalgono all'arrivo nella capitale francese: «Il clima delle Olimpiadi è unico... Già andare a vederle significa respirarne l'essenza, lo sforzo, la condivisione... Viverle poi. Era la prima volta che i non esperti potevano partecipare e spero che facciano tesoro di questa esperienza, per far partecipare più persone possibili».
C'era anche la maratona di dieci chilometri, domenica sera, a portata di tutti. Ma Laura affronta il percorso di 42, studiato nei minimi particolari e terminato alle 3 di notte. «Sì, avevo studiato il percorso come un'alunna... Sapevo che era molto difficile, c'erano due salite toste. Alla seconda, ho detto "Inutile pensare al tempo olimpionico, la filosofia è un'altra... corro perché mi rilassa, mi diverte, mi godo ogni passo, emozione e respiro... Ogni posto che vedo».
E vede scene stupende, perché Parigi - spiega - è una città in festa che celebra la condivisione nel segno dei valori sportivi. Laura senta il nome suo e degli altri atleti, scanditi alla francese per incitarli.
«Una celebrazione dello sport puro e genuino come piace me - esclama - non c'era competizione, non c'era classifica. Il momento più bello? Ce ne sono stati tanti, ma mi ha emozionato moltissimo arrivare a Versailles a metà percorso. Era tutta illuminata, sapevo di essere arrivata a metà e mi sono commossa».
Tifo da casa e a Parigi
Al trentesimo chilometro uno schermo trasmette i messaggi motivazionali dei campioni delle Olimpiadi. Ci sono sportivi da tutto il mondo in quest'impresa, Laura incontra brasiliani, americani e molti altri: una condivisione che non si nutre di parole, bensì di corsa.
Il tifo da casa? Be', l'Ite Tosi sicuramente, "caricato" dalla dirigente Amanda Ferrario, e poi papà e mamma con le bambine. Il marito di Laura, Giorgio, è «il primo supporter delle mie pazzie, mi ha aspettato al traguardo».
Un traguardo raggiunto dopo un'impresa impegnativa, di notte, con dislivelli sfidanti: tanti si sono sentiti male o si sono ritirati. Non Laura. Che ora si prenderà un po' di riposo, a settembre la scuola chiama e poi ci sarà un nuovo appuntamento, a Cardiff ai primi di ottobre. La professoressa Viganò infatti predilige le mezze maratone. Fosse per lei, correrebbe tutti i giorni, sorride, ma tiene il ritmo di tre uscite la settimana, la sera. Perché bisogna conciliare tutto ed è fantastico così: puoi persino far parte di un sogno di nome Olimpiadi.