Ieri... oggi, è già domani - 07 giugno 2024, 06:00

"candu'l passu l'è greu" - quando il camminare è pesante

Facile accostare le corse dei giovani, coi passi svelti delle mamme quando andavano a messa

"candu'l passu l'è greu" - quando il camminare è pesante

Il passo leggero di ragazzi che sgambettano o di giovani arzilli che tengono il ritmo fugace di una deambulazione snella, priva di inciampi, si "scontra" col destino dell'età che rende il camminare "greu" e faticoso. Quel "greu" (lo testimonia Giusepèn) è decisamente "pesante", quando la fatica di muoversi, non è un'ossessione, ma una necessità impellente che fa riflettere.

Facile accostare le corse dei giovani, coi passi svelti delle mamme quando andavano a messa, oppure solo per visitare il pollaio quando il "coccodè" delle galline, le avvisava del frutto giocoso di un uovo da raccogliere. Ricordo il "rito" che talvolta si consumava sereno. La mamma prendeva l'uovo ancora caldo e lo passava sui miei occhi "Santa Luzia la ta prugegi" (Santa Lucia ti protegge) e ci si sentiva rinfrancati per questo gesto piccolo e sincero che profumava di genuinità.

Il "passo greve" lo si riscontrava negli anziani. Strusciare i piedi era una conseguenza della fatica e del tempo che passa. Nulla di eccezionale. Tuttavia, niente a che vedere col "cammino stanco" dopo una partita a pallone o dopo corse e rincorse nei giochi "pazzi" che implicavano il camminare.

Il tempo moderno, rende i passi veloci e talvolta li rende febbrili. C'è poco tempo per riflettere. Molti sembrano ragionare d'istinto. Taluni, provocatoriamente, fanno i bulli col vizio, senza riflettere sulle azioni logiche da tenere in considerazione. Non parliamo poi del "passo indolente", di chi è sempre stanco e che mostra un insopportabile rifiuto alla collaborazione.

Giusepèn mi stimola a "vedere" nella modernità, una "colpa" grave. Nel Paese c'è un dato assurdo e raccapricciante che colpisce il mondo del Lavoro: siamo a una media di "tre morti al giorno" che la dice lunga sul rischio di infortuni e sulla perdita della vita che colpisce le maestranze.

Si parla poco di un'amara verità. Vero che il mondo del Lavoro merita attenzione. Ma è altrettanto vero che esistono pochissimi controlli sulle "soluzioni da prendere" e si lascia al caso l'accaduto. Oltre ad avere pochi controlli da insufficienti Ispettori, si aggiunge la mancata sensibilità dei datori di lavoro. C'è poi (ed è assurdo e grave) la negligenza degli addetti a lavori rischiosi che non fanno attenzione alle norme a cui è giusto ubbidire. Il campo Edile è quello maggiormente a rischio, ma quante volte gli operai indossano il casco dove è necessario o eseguono lavoro di alto rischio senza le dovute precauzioni? Poi ci sono lavori di meccanica o in tessitura che reclamano attenzione; quello poi degli spedizionieri che devono spostare grossi carichi o muovere materiale ferroso, che attenzione mettono in atto? - per dire che l'ottimale sarebbe: cura dei Datori di Lavoro, nell'osservanza della Legge antinfortunistica - controllo a tutto spiano di Ispettori solerti e di numero adeguato - obbligo al Personale lavorativo nell'inserire nel Contratto di Lavoro, la convinzione di adattarsi alle norme contenute nell'apposita Legge. Giusepèn ammette: "tantissima colpa" è da attribuire ai Datori di Lavoro che per risparmiare sui costi, fanno lavorare il Personale con poca tutela - colpa dei Lavoratori di non attenersi agli obblighi di Legge - controlli inadeguati per "colpire" i Trasgressori, con l'INAIL che è costretta a pagare somme iperboliche alle "vittime" di un Lavoro poco tutelato. Il "camminare pesante" non paga. Paga maggiormente il "camminare corretto". Non tutto succede "per caso", ma occorre la volontà di un rapporto reciproco e giusto nel Lavoro!

 

Gianluigi Marcora

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