Busto Arsizio - 02 giugno 2024, 11:15

FOTO. Borsano: 25 anni di preghiere con padre Pio, nel giardino con la statua del Santo

Incontro con Pasquale Iozzolino, memoria storica del gruppo che contribuisce alla cura dello spazio. Dall’inaugurazione con le autorità locali, con Roberto Formigoni, don Enrico Merlo e padre Marciano Morra, ai giorni nostri: «Ho visto gente disperata trovare la pace»

Pasquale Iozzolino accanto alla statua di Padre Pio

Pasquale Iozzolino accanto alla statua di Padre Pio

Piove. Ma in via Cardinal Simone, a Borsano, Pasquale Iozzolino è comunque all’opera nello spazio dedicato a Padre Pio. Un giardino ben visibile e discreto allo stesso tempo, in perfetto ordine. A un passo dai locali che ospitano i Volontari del sollievo, accoglie la statua del Santo, targhe con passaggi su biografia e canonizzazione, segni di devozione. Pasquale, classe 1943, cappellino in testa, controlla che sia tutto a posto. Lo fa ogni mattina, nel luogo pensato per il raccoglimento e la preghiera che ha da poco compiuto 25 anni.

«Non sono l’unico a curare questo posto – specifica – siamo in quattro o cinque a occuparcene regolarmente. Lo spazio è comunale. Noi, del Gruppo di preghiera padre Pio, provvediamo alla pulizia e alle piccole manutenzioni. È partito tutto proprio dalla preghiera. Dopo un paio d’anni che andavamo avanti, è nato questo posto, nel 1999».

Cinque lustri di storia alle spalle, traguardo festeggiato con una messa, senza enfasi. «Però il sindaco c’era» puntualizza Pasquale, i cui ricordi tornano al giorno dell’inaugurazione (foto in fondo). Si recuperava un’area inutilizzata, sottraendola al degrado. C’erano volti noti dell’Amministrazione locale, come Gigi Farioli,  Gianfranco Tosi, Claudio Fantinati, Luciana Ruffinelli. C’era il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni. C’erano il parroco, don Enrico Merlo («Con lui scegliemmo la statua, a Pietralcina»), e padre Marciano Morra, ultimo sopravvissuto tra i confratelli che conobbero e vissero con padre Pio, segretario generale dei gruppi di preghiera ispirati dal Santo.

«Fu un momento davvero speciale e partecipato. Ma le persone che oggi “girano” intorno al gruppo – fa il punto Pasquale - sono ancora alcune decine. Certo, in passato il movimento era maggiore, ci si riuniva una volta a settimana per rosario e messa. Ora ci troviamo saltuariamente. Però questo posto è ancora frequentato, ogni giorno passa una quindicina di fedeli, si prega e si accendono, più o meno, dieci lumini». Anziani? «Non solo, arrivano anche giovani. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di persone dalla mezza età in su».

Pasquale, pensionato, una moglie, quattro figli e una nipote, è originario della provincia di Crotone. È arrivato a Busto quindicenne e non è figura familiare solo tra i devoti. «Mi conoscono un po' tutti. Sono pure stato presidente dell’Unione Sportiva Borsanese. E pensare che, all’inizio, di noi “terroni” quelli del posto non volevano proprio sapere. Era anche scritto su un cartello. Ma alla fine prevale altro, la gente di Borsano, la gente di Busto pensa a darsi da fare, anche per il sociale».

Tutto liscio, quindi, anche nel gruppo di preghiera? «In realtà, in passato non è stato sempre facile. Qualche eccesso si è visto, è stato necessario contenere alcuni che avevano la tendenza a vedere dappertutto padre Pio o la Madonna o miracoli. Ho incontrato un mucchio di gente… A centinaia, anche solo contando i partecipanti ai pellegrinaggi che ho organizzato». E, dopo tutto questo tempo, la preghiera è ancora importante? «Eccome, soprattutto nella confusione che ci troviamo intorno. Anche qui ho visto gente disperata trovare pace, pregando».

Stefano Tosi

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