Busto Arsizio - 28 maggio 2024, 08:00

Gli allievi del Sociale in scena al Ridotto con “Amore insolito”

Lo spettacolo è il frutto dello studio e della ricerca elaborati nei corsi di “tecniche di recitazione”, “espressione corporea” e “dizione” curati dall’attore e direttore Federico Grassi, Claudia Donadoni e Gustavo La Volpe.

Gli allievi del Sociale in scena al Ridotto con “Amore insolito”

Dai classici ai contemporanei, intorno al tema della relazione amorosa. Ma a questa i personaggi per un loro intrinseco disagio non sanno dare una soluzione. Questo in breve, “Amore insoluto”, il saggio finale degli allievi del primo anno accademico della Scuola di Teatro Delia Cajelli, in scena venerdì alle 21 nella sala del Ridotto del teatro di Busto Arsizio.

Non a caso è stata scelta questa location: è lo spazio in cui ha avuto luogo il loro percorso di crescita e di studio. Uno spazio che meglio si presterà a un maggior coinvolgimento del pubblico, vista anche la vicinanza tra attori e platea.  

Lo spettacolo è il frutto dello studio e della ricerca elaborati nei corsi di “tecniche di recitazione”, “espressione corporea” e “dizione” curati rispettivamente dall’attore e direttore Federico Grassi, Claudia Donadoni e Gustavo La Volpe. «Confesso sinceramente che “saggio” è una parola verso la quale non ho mai provato una particolare simpatia – confessa Grassi - Preferirei definirla una “prova aperta” in cui gli allievi sono chiamati a mostrare al pubblico, non tanto la confezione di uno spettacolo finito, quanto piuttosto i nodi, le problematiche che hanno dovuto affrontare per dare una soluzione teatrale alle questioni poste. Il racconto di un percorso, di un viaggio che hanno appena intrapreso e che è ben lungi dall’essere arrivato ad una risoluzione, come sa bene ogni artista creativo e consapevole».

Un percorso che ha portato gli allievi a scrivere loro stessi parti del copione. Una “sceneggiatura” che rispolvera versi di Cechov, Shakespeare e altri.

E su tutto campeggia il movimento scenico, quella disciplina nell’ambito delle arti teatrali che si occupa di usare il corpo come mezzo di espressione sullo spazio scenico. Corpo che, insieme alla voce, sostanzia gli strumenti che un attore deve allenare, studiando le tecniche, per affrontare e possedere la professione. «Questa pratica legata al corpo – spiega l’attrice Donadoni - attinge forti elementi che provengono dalla pedagogia teatrale, dalla psicoterapia corporea, dalla prossemica, dalla danza contemporanea e, in tempi più recenti, anche da elementi che appartengono all’analisi bioenergetica. L’attenzione si focalizza, quindi, sullo studio e l’uso del corpo – contenitore emotivo e mezzo espressivo fondamentale – al fine di renderlo libero da inibizioni e fluido nelle azioni. Attraverso uno studio approfondito del movimento del corpo sulla scena, l’attore può trovare terreno fertile anche verso la ricerca delle intenzioni del testo che dovrà restituire, attraverso la ricerca e la pratica delle diverse atmosfere che sostanziano un monologo o un dialogo».

Così una volta sperimentate ed acquisite le tecniche di base, si sono indagate le atmosfere sottese ai singoli personaggi nei diversi cambi e passaggi di ciascuna scena e, nel caso dei dialoghi, nella relazione.

In scena, Lorella Azzarelli, Alessandro Azzimonti, Giulia Colombo, Chiara De Lorenzis, Elena De Petra, Donatella Fazzino, Annamaria Pauciullo, Gabriele Sculco, Diego Spena, Giulia Tosi e Lucia Zeuli.

«Lo spettacolo ha luogo nel Ridotto che è lo spazio creato da Delia 15 anni fa e finalmente ha trovato la sua destinazione più nobile che era quella di essere scuola di teatro», precisa il coordinatore di Educarte Daniele Geltrudi. Che inoltre ha preparato il logo della scuola che racconta che «la scuola è figlia di Educarte, come Educarte è a sua volta figlio del Teatro Sociale: tre loghi, uno figlio dell’altro».

Laura Vignati

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU