Busto Arsizio - 25 maggio 2024, 07:00

Ospedale unico: a Beata Giuliana, cittadini contrari. Per il ricorso, possibile destinazione Tar

Incontro nel rione di Busto in cui è prevista l’edificazione della struttura. Gli intervenuti contestano progetto generale, collocazione, dibattito deludente nei Consigli comunali. Ed evocano lo “spauracchio Legnano”. Discussi anche costi e mancato approfondimento di alternative

L'incontro a Beata Giuliana della campagna Ultima chiamata

L'incontro a Beata Giuliana della campagna Ultima chiamata

Incontro a Beata Giuliana organizzato dai promotori del Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica contro l’Accordo di Programma sull’ospedale Busto-Gallarate. Un appuntamento diverso dai precedenti cinque, tenuti in comuni rientranti nel territorio “coperto” da Asst Valle Olona, se non altro per il fatto di svolgersi nel cuore del rione bustese in cui è prevista la nuova struttura.

Alberto Rossi e Vitaliano Caimi (Comitato per il diritto alla salute del Varesotto, realtà che porta avanti il ricorso insieme a Medicina democratica, Centro per la salute Maccacaro e 38 cittadini), con Stefano Marchionna (associazione Il Quadrifoglio), hanno avuto un certo daffare nello spiegare complicati passaggi tecnici e scelte operate, molto meno a convincere la platea, una sessantina di persone, che all’ospedale progettato a Beata Giuliana occorra opporsi, prediligendo interventi sui nosocomi che già ci sono. Il pubblico, in effetti, una posizione, emersa tra interventi e domande, l’aveva già.

Tra le parole chiave più volte citate: Hupac, realtà non lontana dal futuro ospedale, considerata problematica per dimensioni e impatto sul territorio; superstrada della Malpensa, A8 e Pedemontana, infrastrutture a loro volta vicine, deleterie per l’ambiente, in gran parte troppo trafficate per garantire la necessaria accessibilità; Legnano, città che ha visto abbandonare un ospedale storico a favore di uno nuovo, con un’ampia area trasformata in terra di nessuno; sala, intesa come “sala del Consiglio comunale”, luogo in cui, a Busto come a Gallarate, il dibattito sul tema ospedale unico sarebbe stato, a dir poco, deludente.

E il dibattito pubblico, rispetto al quale i consigli comunali delle due città più coinvolte hanno votato (a maggioranza) la deroga, è stato uno degli argomenti toccati dai promotori del ricorso che più hanno fatto presa sull’uditorio, ovviamente generando reazioni negative. Insieme a un altro. Quello dei "tre scenari”. Quanti si oppongono all’ospedale Busto/Gallarate lamentano il mancato, dovuto approfondimento del “Docfap”, documento di fattibilità delle alternative progettuali. Quali? «C’era l’ospedale unico con un costo di 440 milioni di euro, – hanno riepilogato Caimi e Rossi, ragionando sul venire meno del  principio di ragionevolezza, anche per l’eliminazione di un’area verde da 6,5 ettari – l’ampliamento e ammodernamento dell’ospedale di Busto Arsizio, 412 milioni, e l’ammodernamento dei due ospedali, 283 milioni».

Altri temi: il mancato “ancoraggio” del progetto a indagini epidemiologiche che possano prefigurare  le esigenze sanitarie future e indici di edificabilità del Docfap non corrispondenti a quelli dell’Adp.

E il ricorso? È arrivato al Ministero della Salute che, rilevando la centralità della Vas – Valutazione ambientale strategica, lo ha “passato” a quello dell’Ambiente. «Ci risulta – hanno affermato i promotori - che, a sua volta, abbia chiesto alle controparti (comuni, Ats, Asst, Regione… Ndr) di presentare loro documentazione. Sempre le controparti potrebbero chiedere il trasferimento al Tar». Mossa dalle possibili conseguenze su tempi e costi da sostenere, soprattutto per chi dovesse perdere. «Al momento non risulta che sia stata fatta questa richiesta».

Intanto, i promotori del ricorso denunciano ritardi nell’iter per arrivare al nuovo ospedale: «Ancora non c’è il bando per il progetto di fattibilità tecnico economica. La progettazione, nelle intenzioni, si sarebbe dovuta concludere entro primavera 2025, è probabile che si vada oltre».

Stefano Tosi

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