«Questa storia d'amore non finirà mai». Lo dice don Pucci Grampa, nel celebrare il funerale di Ivana Colombo (LEGGI QUI). Risuona, questa convinzione, anche nella voce commossa e devota del marito Antonio, che legge il Cantico dei Cantici. E ancora nelle numerosissime persone che hanno affollato la basilica di San Giovanni a Busto Arsizio, per stringersi alla famiglia Colombo e salutare questa donna bellissima e generosa. Presente il labaro listato a lutto del Magistero dei Bruscitti, di cui Antonio è maestro emerito.
L'amore, ma anche il coraggio. Quello che ha mostrato Ivana nella lunga malattia e prima ancora nel porgere il proprio aiuto, nel portare la croce altrui come il Cireneo e accettare la propria con fede. Quante persone sofferenti «ha accompagnato fino alla grotta di Lourdes per trovare nella madre di Gesù forza e resistenza» ha ricordato don Grampa, e si era offerta come volontaria nell'assistenza dei malati di Aids quando questa patologia era implacabile e suscitava giudizi nella gente.
Non in lei. Ivana c'era. Affiancava, aiutava, confortava.
«L'esistenza può essere una bellissima storia d'amore» è la prima riflessione che ispira la vita di Ivana. La seconda, ha detto il sacerdote, «Non distogliere mai lo sguardo di chi soffre».
Infine, l'intenso messaggio letto da Maria Rosa Tagliabue, a nome degli amici del mare: di quelli autentici, che attraversano insieme il tempo nella buona e cattiva sorte. Antonio e Ivana erano stati vicini ai Tagliabue nella scomparsa prima di Lauretta e poi di Peppino. Neanche questo legame, la morte può spezzare.