Politica - 07 maggio 2024, 09:42

Blitz della Finanza, arrestato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti

Inchiesta delle Fiamme Gialle per presunte mazzette legate al porto e a Esselunga. In manette anche Signorini e Spinelli

Blitz della Finanza, arrestato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti

Un'ampia operazione anticorruzione scuote questa mattina vertici politici e imprenditoriali della Liguria. La Guardia di Finanza di Genova, su ordine del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Genova, ha messo in atto diverse misure cautelari, sia personali sia reali, rispondendo a una richiesta datata 27 dicembre 2023 dalla Procura della Repubblica.

Tra gli indagati spiccano figure di alto profilo, inclusi Paolo Emilio Signorini, ex Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, e Giovanni Toti, l'attuale Presidente della Regione Liguria. Entrambi sono accusati di corruzione legata all’esercizio delle loro funzioni e a presunti atti contrari ai doveri d'ufficio.

Le accuse si estendono anche ad Aldo e Roberto Spinelli, rispettivamente imprenditore nel settore logistico e immobiliare e suo fratello, con il primo sotto arresti domiciliari e il secondo sottoposto a divieto di esercitare attività imprenditoriali. Le indagini hanno rivelato presunte corruzioni per favorire affari privati legati alla trasformazione di aree pubbliche e l'accelerazione di pratiche burocratiche.

Mauro Vianello, operante nel Porto di Genova, e Francesco Moncada, consigliere di Esselunga Spa, sono anch'essi destinatari di divieti simili, accusati di aver offerto vantaggi economici in cambio di favori politici. Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, è accusato di corruzione elettorale aggravata, con presunti legami con il clan mafioso Cammarata di Riesi.

Il Gip ha inoltre ordinato il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo superiore a 570 mila euro, considerati frutto dei reati di corruzione. Le indagini hanno beneficiato di tecniche investigative avanzate, tra cui intercettazioni e pedinamenti, e sono ancora in corso ulteriori perquisizioni.

Le figure chiave e le accuse

L'indagine coinvolge personalità di spicco della politica e dell'imprenditoria regionale.

Paolo Emilio Signorini, ex Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e amministratore delegato di Iren, è stato posto in custodia cautelare in carcere. È accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, è agli arresti domiciliari con accuse di corruzione per l’esercizio della funzione.

Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione verso Signorini e Toti, anch'egli agli arresti domiciliari.

Roberto Spinelli, fratello di Aldo, ha ricevuto il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale per corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria.

Mauro Vianello, imprenditore operante nel Porto di Genova, e Francesco Moncada, di Esselunga Spa, sono accusati di corruzione e sottoposti a misure interdittive simili.

Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, è accusato di corruzione elettorale e corruzione per l’esercizio della funzione, con una componente di associazione mafiosa.

Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, e Venanzio Maurici sono accusati di corruzione elettorale con l'aggravante di favorire l'attività della mafia, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi. 

L'indagine, originata da atti della Procura della Spezia, si è focalizzata inizialmente sulla corruzione elettorale per poi estendersi a implicazioni di corruzione più ampie nella gestione delle funzioni pubbliche. Le tecniche di indagine hanno incluso intercettazioni e pedinamenti, evidenziando una rete di corruzione che intreccia politica, affari e criminalità organizzata. Le accuse contro il Presidente della Regione Liguria Il governatore Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è al centro delle accuse di aver ricevuto somme di denaro da Aldo e Roberto Spinelli. Secondo la Procura, il flusso di denaro ammonta a 74.100 euro, distribuiti in quattro tranche: 40.000 euro tra l'8 e il 9 dicembre 2021,15.000 euro il 25 maggio 2022,15.000 euro l'8 settembre 2022,4.100 euro il 10 marzo 2023, come parte della partecipazione a una cena elettorale.

Questi pagamenti, effettuati al "Comitato Giovanni Toti", sono descritti come parte di un accordo per influenzare decisioni amministrative chiave, inclusa la trasformazione di aree pubbliche in private, l'accelerazione di pratiche edilizie e il rinnovo di concessioni portuali a favore delle imprese Spinelli.

Le decisioni amministrative in questione includono la trasformazione della spiaggia di Punta Dell’Olmo da pubblica a privata, l'accelerazione di una pratica edilizia per un complesso di interesse per gli Spinelli, e il rinnovo trentennale di una concessione al Terminal Rinfuse Genova S.r.l., controllato in parte dagli Spinelli. Inoltre, è stata facilitata l'assegnazione di spazi portuali e la regolarizzazione di occupazioni abusive di aree demaniali.

Parallelamente, Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, e Francesco Moncada di Esselunga Spa, sono accusati di aver partecipato a un sistema di finanziamenti illeciti tramite il pagamento occulto per annunci pubblicitari durante la campagna elettorale del 12 giugno 2022, con la promessa di sbloccare pratiche commerciali pendenti per Esselunga.

Accuse a Paolo Emilio Signorini

Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, è accusato di aver ricevuto da Aldo Spinelli benefici monetari e in natura, inclusi soggiorni di lusso a Montecarlo, pagamenti in contanti, e l'offerta di una posizione retribuita dopo il termine del suo mandato amministrativo. In cambio, Signorini avrebbe favorito Spinelli nelle concessioni portuali e in altre operazioni legate al porto di Genova.

Corruzione elettorale

Ulteriori accuse di corruzione elettorale coinvolgono Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, descritti come rappresentanti della comunità riesina di Genova, che avrebbero usato promesse di lavoro per influenzare il voto a favore della lista "Cambiamo con Toti Presidente" durante le elezioni regionali del 2020. Queste azioni, effettuate in concorso con altri, secondo le accuse, sarebbero aggravate dall'associazione con attività mafiose, rappresentate dal clan Cammarata.

sanremonews.it

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