ilbustese.it - 07 maggio 2024, 13:46

Aveva accoltellato un 17enne suo connazionale, in manette a Caronno Pertusella per tentato omicidio un 28enne tunisino

Il grave fatto di sangue era avvenuto lo scorso 11 marzo nei boschi di Cascina Colombara a Saronno: il 28enne aveva sferrato due fendenti al torace del 17enne durante una lite per futili motivi nell'ambito dello spaccio di droga. Il ragazzo è stato salvato grazie alla prontezza dei soccorsi e dei medici. L'aggressore si era nascosto con la complicità di un italiano che è stato denunciato dai carabinieri

Aveva accoltellato un 17enne suo connazionale, in manette a Caronno Pertusella per tentato omicidio un 28enne tunisino

“Buongiorno chiamo dalla stazione di Saronno Sud, c’è un ragazzo che ha preso una coltellata all’addome profonda, sta perdendo molto sangue…”.

È questo l’inizio di una richiesta di soccorso al nue 112 la sera dell’11 marzo, a seguito della quale interveniva un’ambulanza e quasi contemporaneamente una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile dei Carabinieri presso la stazione ferroviaria di Saronno sud.

Un ragazzo, asseritamente 17enne tunisino irregolare sul territorio nazionale, era stato accoltellato all’interno dell’area boschiva di Cascina Colombara, luogo che ha fatto ipotizzare immediatamente ai Carabinieri intervenuti possibili contrasti negli ambienti dello spaccio di stupefacenti alla base del ferimento.

Intanto il giovane, veniva trasportato presso il pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, dove, a causa delle profonde lesioni polmonari, le sue condizioni stavano velocemente evolvendo in peggio tanto da determinare il personale sanitario a disporre un trasferimento d’urgenza presso l’ospedale Niguarda di Milano dove, dopo alcune ore d’intervento chirurgico, si riusciva a scongiurare il peggio.

Le serrate attività d’indagine svolte dai Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Saronno e coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, volte a chiarire la dinamica dei fatti e all’individuazione dei responsabili hanno dovuto fare i conti con un atteggiamento scarsamente collaborativo da parte dei potenziali testimoni e della vittima stessa, pertanto è stato necessario imbastire una complessa attività investigativa che, grazie a numerose escussioni di testimoni incrociate fra loro, una corposa attività d’intercettazione e servizi di pedinamento ed osservazione hanno consentito in poco più di un mese di fare piena luce sull’accaduto.

Il giovane, da poco arrivato irregolarmente in Italia, in cerca di facili guadagni si era da subito inserito nell’ambiente dello spaccio di sostanze stupefacenti e aveva come base altri suoi connazionali precedentemente giunti  sul territorio nazionale con alcuni dei quali era legato anche da rapporti di parentela.

Proprio uno di questi, definito da alcuni testimoni come  particolarmente aggressivo, “uno schizzato, di quelli che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno” durante un litigio dovuto a futili motivi ed in particolare all’utilizzo asseritamente scorretto di una bicicletta, sferrava due fendenti al torace della vittima, che avrebbero sicuramente portato alla morte se non fosse stato per il tempestivo intervento dei soccorsi ed al corretto monitoraggio effettuati dal personale sanitario.

Le successive attività d’indagine hanno consentito poi di dare un nome ed un volto all’aggressore, identificato in un 28enne tunisino già colpito da provvedimento di espulsione a cui non aveva ottemperato che, probabilmente per paura di essere individuato e cercare di sviare gli inquirenti, nel breve periodo successivo al ferimento aveva cambiato già due volte abitazione, appoggiandosi anche a persone tossicodipendenti.

Negli ultimi giorni precedenti l’arresto, i  Carabinieri della Compagnia di Saronno lo avevano localizzato all’interno di un’abitazione inserita in una corte nel comune di Caronno Pertusella che era sotto discreta osservazione da parte dei militari, infatti,  la mattina del 28 aprile i Carabinieri, avuta la certezza della presenza dell’uomo all’interno dell’appartamento, irrompono sorprendendolo nascosto in uno stanzino nel vano tentativo di non farsi rintracciare.

Dopo le formalità di rito e la notifica del provvedimento cautelare emesso dall’Autorità Giudiziaria, l’uomo è stato tradotto presso il carcere di Busto Arsizio. L’italiano che gli aveva fornito ospitalità negli ultimi giorni invece è stato denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Redazione

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