Cronaca - 03 maggio 2024, 16:12

Truffa su Instagram... Ma la studentessa non ci casca

Versare una somma di denaro per “sbloccare” un pagamento importante: è il tentativo di raggiro avvenuto ieri, giovedì 2 maggio, ai danni di una giovane saronnese. La ragazza però non ha abboccato...

Truffa su Instagram... Ma la studentessa non ci casca

Versare una somma di denaro per “sbloccare” un pagamento importante: è il tentativo di raggiro avvenuto ieri, giovedì 2 maggio, ai danni di una giovane saronnese. La ragazza, anche grazie all’aiuto di un genitore, non è caduta nella truffa nata con un contatto sul social network Instagram.

“Ho aperto da qualche tempo una pagina Instagram in cui mostro i miei lavori fatti a mano perchè prima o poi mi piacerebbe venderli – spiega la studentessa  – Ieri mattina ho ricevuto in privato una richiesta di messaggio da un utente che non conosco ma che vorrebbe sapere se i miei lavori sono in vendita. Fin qui tutto abbastanza normale: mi dice il prodotto, gli dico il prezzo e mi chiede come pagare e in quanto tempo arriverà la spedizione. La cosa strana che mi ha allertato è come la conversazione andava avanti: frenetica, lui impaziente e sempre a chiedere se poteva fidarsi”.

Alla richiesta di pagare online in due momenti distinti (prima l’acconto e poi il saldo), alla mal capitata arriva una mail all’apparenza autentica in cui si avvisa che il pagamento è avvenuto in un’unica somma totale. Per avere il denaro però le si chiede di versare una quota di 200 euro sul proprio conto sul portale.

“Qui non ho avuto più dubbi. Questa persona continuava a insistere se mi era arrivata la mail di conferma, mi ha chiamato per tre volte tramite Instagram nonostante gli avessi detto di non poter rispondere. Lui stesso mi ha detto che era disposto a versare 200 euro in più per sbloccare il mio conto e che si fidava della mia parola se gli avessi confermato che glieli avrei ridati. Confrontandomi con mio padre, ho cercato su internet tentativi di truffa sulla piattaforma di pagamento online e il copione era quello: versare una quota in più per sbloccare il conto. Gli ho detto, in buona fede, di fermarsi e che stavo allertando la polizia postale così da capire cosa stava succedendo. Inutile dire che quel profilo creato ad hoc è stato cancellato”.

La fretta di concludere da parte del truffatore, l’iniziativa di controllare online se la mail ricevuta potesse essere autentica, la presenza di qualcuno estraneo ai fatti che con lucidità ha affrontato la situazione e le parole “polizia postale” hanno evitato di far cadere in una truffa la malcapitata.

Chiara Lunardo - ilSaronno.it

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