Busto Arsizio - 03 maggio 2024, 18:30

FOTO - «Divertirsi è una cosa seria»: a colloquio con Stefania Pravato e Vincenzo Rasulo, steampunk e cosplayer

A tanti cultori dei due generi, soprattutto ma non solo della zona Busto/Gallarate, sono noti come Regina di Cuori e Iron Man. Presto saranno, di nuovo, al Milano Comics&Games, a Malpensafiere. L’impegno, la gioia di regalare un sorriso, le motivazioni profonde alla base della loro passione. Anche la vanità, perché a vestire i panni di supereroi e personaggi fantastici «…ti senti figo»

Vincenzo Rasulo e Stefania Pravato - Foto Roberto Fusconi

Vincenzo Rasulo e Stefania Pravato - Foto Roberto Fusconi

Vincenzo Rasulo e Stefania Pravato sono volti noti. Soprattutto a quanti, habitué del mondo pop e dei suoi paraggi, sanno cogliere e riconoscere le persone che si celano dietro i personaggi. Persone che i personaggi li sanno “reggere”, non limitandosi a indossare maschere e costumi ma anche mettendo a punto posture, gesti, battute (foto in fondo all'articolo). Lei, studi al liceo artistico di Busto Arsizio e poi alle Belle Arti, scenografa e costumista, è la Regina di Cuori, creatura del mondo steampunk, cioè quel filone della narrativa fantastica (la definizione del fenomeno, molto articolato, è tratta per comodità da Wikipedia) che introduce una tecnologia anacronistica all'interno di un'ambientazione storica, tendenzialmente la Londra vittoriana. Lui, un passato nell’informatica, è Iron Man e, da un po’, Green Arrow. Cosplayer, dunque, in bilico tra Marvel e Dc Comics.

Vengono chiamati a eventi e fiere, un po’ in tutta la Lombardia, con blitz, per ora, in Emilia Romagna. Merito di una proposta apprezzata, di una presenza riconoscibile e modulata tenendo conto del contesto.

«Precisiamo, però, - dicono Vincenzo e Stefania, marito e moglie, nozze celebrate indossando abiti vintage con inserti, inevitabilmente, steampunk – quando ci muoviamo non siamo soli. C’è un gruppo di persone che condivide i nostri interessi, che approccia il fenomeno steampunk, o cosplay, in modo simile a noi. Ed essere chiamati è una soddisfazione conquistata un passo alla volta. Con la società Ambra Point, abbiamo partecipato a tante manifestazioni, alcune organizzandole o supportandole. Come Gallarate Comics&Games, cinque edizioni, se la ricorderanno in tanti. Abbiamo un progetto ad hoc, “Multiverso Cosplay Italia”, con un sito dettagliato e  aggiornato, utile, fra l’altro, a chi si volesse unire. Saremo anche, con uno spazio importante, al Milano Comics&Games, a Busto, Malpensafiere (VEDI QUI). Oggi portiamo in giro veri e propri allestimenti, con tanto di fondali per foto e animazione. Non un pacchetto standard, il coinvolgimento del pubblico varia da situazione a situazione».

Come è iniziato tutto?

Vincenzo – Dalla curiosità, in particolare per il filone steampunk. Che implica innanzitutto questo, curiosità. E tanta fantasia. Il mondo Cosplay è diverso, si sceglie un personaggio preciso e si lavora su qualcosa che, nelle produzioni del fumetto o cinematografiche, esiste già. In questo secondo caso… be’, come tanti siamo cresciuti con i cartoni animati. L’elemento comune è stato proprio interessarci a cose nuove. O a nuovi modi di vivere cose note.

Stefania – Poi ci si possono mettere anche le circostanze. Perfino la pandemia. Vincenzo, che per molti è "lo zio", è diventato Iron Man durante il periodo peggiore del Covid.

Fase di stop forzato, ovviamente…

Vincenzo – Certo, eventi bloccati. C’è stato il tempo di lavorare alla stampante 3D con grande attenzione e costanza. I pezzi che compongono la mia armatura di Iron Man, in effetti, vengono da lì. La stampante 3D è uno strumento prezioso. In generale, la cura dei costumi è, per ovvie ragioni, una fonte di impegno notevole.

Stefania – Nella preparazione e non solo. Nel caso steampunk, di solito si parte da un capo d’abbigliamento che si compra. Spesso di seconda mano, perché parte della filosofia è il riuso, l’idea di donare nuova vita a vestiti e accessori. Le modifiche successive servono  a dare concretezza a una fantasia. A monte c’è la ricerca, per esempio sui materiali. A valle il raggiungimento di un equilibrio. Poi c’è tutta la parte della manutenzione. Durante e dopo un evento, sul costume si continua a lavorare.

C’entrano anche i molti personaggi, le molte identità?

Stefania – Sì e no. Le variabili sono tante quanto le persone, c’è chi vuole interpretare di tutto e chi si concentra su figure selezionate.

Vincenzo – Io appartengo alla seconda categoria. Tendo a essere un perfezionista: limo, aggiusto… Ma passo anche dal cosplay allo steampunk, durante gli eventi. Se non altro perché è impensabile trascorrere tutto il giorno con addosso un’armatura, non si resiste. L’abito steampunk garantisce uno stacco.

Chi c’è con voi?

Entrambi - Un bel gruppo. Si va dall’infanzia agli over 50. Compagni di viaggio che amano i loro personaggi e amano divertire. Le reazioni delle persone che incontriamo, grandi e piccoli, possono essere davvero gratificanti. Nell’arco di una giornata passata in un evento, questa soddisfazione può ripetersi di continuo.

Poi c’è un pizzico di vanità, giusto?

Entrambi – Eccome. Ti senti figo, interpretando un supereroe. Sul versante steampunk, i nomi nascono spesso da un aspetto del carattere, da qualcosa di molto personale. Valorizzarlo appaga.

Quanto conta l’aspetto che uno ha nella vita di tutti i giorni?

Vincenzo – Può aiutare. Esempio: è stato un conoscente a suggerire che ho una certa somiglianza con Tony Stark, il miliardario dietro Iron Man. C’è qualcosa di vero, anche se il mio portafogli è sicuramente diverso dal suo! Ma nel caso di Green Arrow non ci sono vicinanze fisionomiche. Si compensa con lo studio, un lavoro quasi attoriale. Anche perché capita di incontrare fan incalliti, gente che ti dice: stringimi la mano come farebbe Spiderman. Non puoi sparare ragnatele o ringiovanire. Spiderman, lo ricordo, è un ragazzo. Ma puoi cercare di essere pronto e credibile. A Green Arrow, fra l’altro, mi avvicina il tiro con l’arco. Lo pratico a livello agonistico, di recente ho partecipato al campionato nazionale con la Compagnia Arcieri Monica di Gallarate e la squadra ha conquistato l’argento. Grande esperienza. Tutto può risultare utile.

Stefania – Non ci sono regole o schemi precisi. A me è capitato di osservare qualcuno e dirgli: tu sei un Corto Maltese. Il diretto interessato sta approfondendo, se son rose… Comunque, i costumi di Spiderman possono costare 30 euro o 2.000. La differenza si nota ma il coinvolgimento è fondamentale. Sentirti bene nei panni che indossi ti aiuta quando cerchi di divertire.

Punti di riferimento culturali collegati alla vostra passione?

Stefania – Tim Burton. E, se devo scegliere un titolo, vado su “Alice in wonderland”. L’estetica di “Hugo Cabret”, di Martin Scorsese, è straordinaria. Poi Miyazaki. Mi piace in generale ma “Il castello errante di Howl” ha tanti elementi steampunk.

Vincenzo – Condivido l'ispirazione cinematografica. E Miyazaki. Poi, a titolo di esempio, dico il primo Iron Man e l’ultimo Avengers.

Siete due ragazzini. Quante volte ve l'hanno detto?

Entrambi – Difficile contarle. Ci ha sempre fatto piacere. Siamo ragazzini non cresciuti. Ci piace divertirci seriamente. Perché divertirsi è una cosa seria.

Stefano Tosi

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