Politica - 30 aprile 2024, 20:08

Varese Pride, niente patrocinio della Provincia alla parata. Anche Magrini contrario

L’assise di Villa Recalcati ha bocciato la mozione, sostenuta soltanto dai dem. Maggioranza spaccata, ma per Lauricella «non è una sconfitta del Pd, ma del buon senso». Colombo (FdI): «Dopo questo voto, raccoglierò le firme tra i consiglieri per sfiduciare il presidente»

Varese Pride, niente patrocinio della Provincia alla parata. Anche Magrini contrario

Il Varese Pride sfilerà anche quest’anno senza il patrocinio della Provincia di Varese. Lo ha stabilito questa sera l’assise di Villa Recalcati, bocciando la mozione presentata dal Partito Democratico.
Il punto aveva diviso la maggioranza: l’intenzione del presidente Marco Magrini, deputato a decidere in materia, era quella di concedere il patrocinio agli eventi “collaterali” della manifestazione ma non alla parata del 22 giugno, diversamente da quanto auspicato dal Pd.
Magrini ha quindi scelto di affidarsi al voto dell’aula che ha bocciato la mozione presentata dal Pd. Solo i dem hanno espresso voto favorevole. Contrari tutti gli altri membri del Consiglio, compreso lo stesso Magrini e il resto della maggioranza. «Il presidente risponderà ad Arcigay che non darà il patrocinio alla manifestazione», ha detto quest’ultimo.

La richiesta del Pd

«Lo scopo dell’iniziativa è condivisibile e anche il Comune di Varese ha espresso parere favorevole», ha detto Carmelo Lauricella presentando la mozione.
Mettendo anche le mani avanti, in vista delle obiezioni della maggioranza che effettivamente non sono mancate: «Di fronte a una questione etica, bene che ciascun consigliere possa esprimere il proprio parere. Potrebbero emergere posizioni diverse nella maggioranza, ma si tratta di una questione etica che non era prevista nel programma. Qualunque sia il risultato, non sarò una crepa amministrativa e non cambierà la coesione nella maggioranza».

Centrodestra contrario

La richiesta del Pd non ha trovato aperture nella maggioranza. «Dobbiamo decidere del patrocinio, cioè dire “questa cosa è buona per la società”. E su questo non sono d’accordo – ha osservato Chicco Vettori (Forza Italia). La manifestazione è sempre sopra le righe e spesso violenta nei contenuti. A volte di una cattiveria impressionante. Non possiamo dire che una iniziativa di questa natura sia una cosa buona per tutti. E non aiuta il dialogo».

Per Marco Colombo di Fratelli d’Italia «questa è una battaglia del Partito Democratico e uno dei primi atti prettamente politici in Consiglio». «Assumetevi la responsabilità della votazione», ha detto, rimarcando il peso “politico” dell’imminente bocciatura della mozione.

Per il leghista Sergio Ghiringhelli, «la cosa peggiore è strumentalizzare queste cose per fini politici. È qualcosa di basso livello e che sta dilagando». E ha citato alcune candidature alle europee, compreso «il generale» (Vannacci, ovviamente) candidato dal suo partito.

Anche il resto della maggioranza dice no

La maggioranza si è spaccata. «Forti perplessità sul patrocinio» sono state esternate anche da un suo componente come Alberto Barcaro, che ha parlato di «volgarità e provocazioni che non si conciliano con legittima richiesta di non subire discriminazione. Il Varese Pride non incoraggia alcuna forma di rispetto, ma ne è una lampante negazione. La libertà trova un limite nel rispetto della sensibilità di tutti».

Per Mattia Premazzi, «nella richiesta pervenuta da Arcigay non si può non notare un po’ di arroganza», in riferimento al fatto di essere “interessati” al patrocinio soltanto nel caso in cui questo riguardi anche la sfilata.

Il voto e gli strascichi

Vane le puntualizzazioni del Pd: «Non è il gay pride, come qualcuno lo ha chiamato, ma il Varese Pride, che è di tutti – ha replicato Cecilia Carangi –. Non ho mai visto scene violente o sopra le righe. La battaglia va avanti da anni e non è finita. Ancora oggi la comunità lgbtqia+ è vittima di discriminazione e il supporto deve essere dato a livello sostanziale. Anche con un patrocinio a un evento di spessore. Dire che questo non lo è, è un atto di violenza verso una comunità che spesso non vede rispettati i propri diritti».

La parola è quindi passata a Magrini, che ha ribadito che la sua posizione era quella di ripetere lo schema dell’anno scorso, col patrocinio concesso agli eventi culturali.
Al momento del voto, davanti ad alcuni rappresentanti di Arcigay Varese, tra i quali il presidente Giovanni Boschini, anche Magrini ha dunque espresso parere contrario, come tutti i consiglieri a eccezione del gruppo dem. 

«Non è una sconfitta del Pd, ma del buon senso», ha chiosato Lauricella.
Mentre Colombo ha messo politicamente il dito nella piaga: «Dopo questo voto, raccoglierò le firme dei consiglieri per chiedere la sfiducia del presidente come previsto dal testo unico degli enti locali. E verrò da lei che è particolarmente arrabbiata – ha detto rivolgendosi alla collega Carangi –. Mi aspetto che firmi, altrimenti è solo messa in scena. Se il mio sindaco dicesse che toglierà i crocifissi dalle scuole, io lo caccio a calci in culo».

Riccardo Canetta

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